Abby

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<<Buongiorno...>>, mormorai quando entrai in cucina. Anya era seduta al tavolo con la sua divisa addosso, lo sguardo basso su qualcosa che leggeva sul proprio tablet. Non ricevetti una risposta concreta e dall'altra parte del tavolo trovai una tazza di caffè e due fette di pane tostato; un'occhiata veloce alla tazza nel lavandino e quella dalla quale sorseggiava ancora Anya e seppi che Raven non doveva essere in casa. Mi ero addormentata molto tardi quella notte, perciò immaginai che a causa della stanchezza non avevo nemmeno sentito la porta chiudersi quando era uscita.

<<Dov'è Raven?>>, chiesi comunque, perché il silenzio che si era creato con lei non era piacevole come quello che si creava un tempo. Prima che sparissi.

<<Aveva un appuntamento con un cliente dall'altra parte della città, ha deciso di uscire prima di casa>>, rispose in maniera distaccata. <<Tua madre ti aspetta, comunque. Le ho detto che saresti passata>>, aggiunse, inarcando un angolo della bocca come se volesse aprirsi in un piccolo sorriso malvagio.

Mia madre era l'ennesimo tasto dolente della mia vita. Il rapporto con lei era strano: era una dottoressa, mentre mio padre era insegnante di arte all'università. Questo significava che in casa c'era più lui che lei; che qualsiasi problema avessi, dovevo rivolgermi a mio padre e se chiedevo a mamma di darmi un po' del suo tempo, mi faceva sentire in colpa dicendomi che doveva occuparsi di salvare delle vite (a quei tempi, lei e alcuni suoi colleghi si occupavano di studiare una cura contro la SLA) e di certo io potevo attendere. Poi, erano cominciati i mal di testa di papà, che entrambi avevamo sempre associato alla stanchezza causata dal doversi occupare di sua figlia e della casa mentre insegnava e si occupava di preparare lezione comprensibili ai suoi studenti. Mamma non ci diede molto peso, ma a quei tempi, mi sarebbe potuta uscire una seconda testa e lei non ci avrebbe nemmeno fatto caso. Perciò, nessuno si aspettava che un giorno perdesse i sensi e gli diagnosticassero un cancro. Era ad uno stadio troppo avanzato e suggerirono le chemioterapie almeno per allungargli un po' la vita, però non potevamo contare su nient'altro se non un miracolo. Quando Jack Griffin morì, la mia rabbia e la mia tristezza trovarono lei come sfogo e divenne la causa di tutti i miei mali e dei miei problemi. Avevo dieci anni quando lo persi, l'unico a cui avevo svelato tutti i miei segreti. Ma nemmeno nel momento in cui Abby si rese conto di essersi guadagnata il mio disprezzo, mise da parte il suo lavoro per occuparsi di me o cercare di ricucire il nostro rapporto. No, per lei era più facile lasciarmi giornate intere a casa di Becca, che perciò cominciò ad occuparsi di ben tre figlie e non più una.

<<Non credevi mica che ti avrei lasciata da sola e senza nessuno a controllarti a casa nostra?>>, domandò con aria di scherno Anya, risvegliandomi dai miei pensieri.

<<Non resterò a casa vostra, ho intenzione di uscire a fare due passi. Ma non passerò da mia madre>>, sussurrai, perdendomi a guardare il caffè piuttosto che incontrare gli occhi di Anya.

<<Dovrai parlare con lei prima o poi. Insomma, se non passi tu a casa, verrà lei qui>>, mi fece notare e per un istante ebbi l'impressione che si preoccupasse per me.

<<E' sempre la stessa casa?>>, chiesi, mordendomi il labbro inferiore. Seguì un silenzio tombale, perciò alzai lo sguardo per trovare gli occhi scuri di Anya. Sembrava...tormentata, come se non sapesse in che modo rispondermi.

<<Griffin, la vita di tutti noi è andata avanti quando te ne sei andata. Io ho trovato Raven, Bellamy ha trovato Echo, Lexa ha trovato Costia e tua madre...anche lei ha trovato qualcuno che l'aiutasse a superare la tua perdita e quella di tuo padre>>, disse. Mi lasciai scappare una vibrazione dal petto, una mezza risata che nemmeno superò le mie labbra. Ovviamente ci aveva dimenticati. Non le interessavamo quando ci aveva con sé, perciò immaginavo che avesse avuto un'epifania nel momento in cui me ne ero andata. Finalmente, avevo smesso di essere l'unica cosa che si interponeva tra lei e la sua felicità.

The future I found in the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora