ENOUGH

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Evie non poteva sapere a cosa stava pensando Calum in quella macchina, nessuno poteva saperlo.
Lui guidava, sguardo sempre avanti e mani strette al volante.
C'era silenzio, anche la radio era spenta.
Ogni tanto Calum stringeva il volante, come se fosse un antistess.
Cercava in tutti i modi di non far vedere a Evie la sua furia.
Ma lei la notò, dal primo istante in cui ricevette quella telefonata da Michael.

-Calum.- sbuffò -Calum finiscila.-

Il ragazzo la guardò per un paio di secondi senza dire una sola parola, senza fare nessuna smorfia.

-Calum non sto scherzando.- alzò il tono della voce.

-Senti ti porto a casa di Clifford e poi me ne torno a casa.- la sua voce non era tranquilla, assolutamente.

Ci fu silenzio per i pochi minuti rimanenti prima dell'arrivo a casa di Michael.
Le cose non si stavano mettendo bene.

Appena Evie scese dall'auto sbatté la porta e Calum, senza pensarci due volte, partì lasciandola lì.

Non sapeva cosa pensare.
Aveva appena abbandonato la ragazza che amava senza dirle nemmeno un ciao.

Calum non chiedeva molto.
Chiedeva solo di essere amato nel modo migliore, anche se non se lo meritava.

Chiedeva un cuore da possedere.
Perché infondo lui sentiva di non averlo.

Quando arrivò a casa corse verso camera sua, aprì l'armadio e prese il diario sotto le varie magliette nere che lo coprivano.

Okay, l'ho abbandonata. Ma cosa ci potevo fare? Ho dovuto accompagnarla a casa di Michael.
Non so nemmeno la ragione.
Perché è dovuta andare a casa sua?

Appoggiò la penna sul quaderno e dalla tasca della giacca prese una sigaretta.

Non so le intenzioni di Michael.
Non mi importa se sta con quello schifo di Luke, potrebbe farle del male comunque. E se ci fosse anche Luke, sarebbe peggio.
Mi ero promesso di proteggerla.
E invece eccomi qui.
Qui a scrivere come una femminuccia quando dovrei essere fuori da casa di Michael ad aspettarla.
L'ho abbandonata.
Come ho potuto?

- - - -

Camminò lentamente con il cuore spezzato verso la porta illuminata dal sole dietro di lei.
Non aveva voglia di bussare.
Voleva voltarsi e trovare Calum nella macchina che le sorrideva.
Sapeva che non c'era. Cercava di non illudersi più di tanto.

Ormai aveva capito che la sua vita non sarebbe mai stata quella perfetta che desiderava tanto.
La sua vita era diversa da quella delle altre persone. Lei la considerava nera.
Era consapevole del fatto che le altre ragazze la inviavano, insomma stava con Calum Hood, uno dei ragazzi considerati tra i più bello di tutta la scuola.
Ma comunque si chiedeva perché proprio lei doveva vivere così.
Un giorno tutto va bene, e dopo meno di un secondo tutto cade.
La sua vita la illudeva della perfezione, la portava più in alto possibile e appena arrivava al culmine della felice arrivava quel piccolo errore che la portava sotto terra. Nel buio.
Nel nero.

Guardò la porta svariate volte.
Faceva passare più tempo possibile.

Le arrivò un messaggio da Michael.

Ehi dove sei? Ti sto aspettando.

Bussò alla porta.

"Prima entro, prima finisco" pensò.

La porta si aprì e trovò davanti a se il sorriso di Michael.

-Evie!- aprì le braccia e con un piccolo passo di avvicinò abbracciandola.

-Ti sei tinta i capelli vedo.- passo una meno tra due o tre ciocche bionde.

Evie sorrise timidamente.

Le fece cenno di entrare. La accompagnò in camera sua.
La prima cosa che sentì Evie fu il profumo di pulito.
Quel profumo che ti fa sentire a casa.

Guardò fuori dalla finestra e vide una macchina.

La macchina di Calum.

Good Or Bad || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora