NIGHT

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Era un giovedì pomeriggio, erano le quattro, Evie lo ricorda ancora perfettamente quel giorno.
Verso le sei si sarebbe dovuta vedere con Calum.
Era stesa sul divano a guardare uno di quei film strappalacrime quando sentì il telefono suonare, un silenzio improvviso e subito dopo un urlo di disperazione. Sua madre caduta sul pavimento freddo della cucina, Evie corse da lei. Si buttò per terra per stringerla e calmarla, il telefono ancora in linea, lo prese e lo appoggiò al suo orecchio.
Riuscì a riconoscere la voce di suo padre, i singhiozzi di terrore e disperazione.
Lei non sapeva cosa era successo, ma poteva intuire.
Aveva perso una delle persone che amava più di ogni cosa.

Tre giorni dopo si ritrovarono su un aereo diretto a Chicago.
Con loro due era venuto anche Calum.
Era tre giorni che Evie non riusciva a capire che tutto quello che era successo era vero.
In quel momento niente sarebbe riuscita a tirarla su di morale, probabilmente nemmeno Calum.
Fecero 16 ore di viaggio.
Si sarebbero fermati a dormire a casa di suo padre, per cinque o sei giorni.

Sua madre aveva ricominciato a fumare.
Voleva farlo anche lei. Aveva provato solo una volta in tutta la sua vita. Era stato Calum a spingerla a farlo.
E infatti cominciò.

Domenica mattina.

Evie era fuori dalla casa di suo padre, seduta sul marciapiede con un vestito nero. Aveva preso il pacchetto di sigarette di Calum, era stato il pacchetto a cadere nelle sue mani in realtà. Erano le sigarette che la chiamarono.

Il primo tiro e poi tosse.
Secondo tiro e poi tosse.
Al terzo già non tossiva più.

Arrivò Calum e si sedette vicino a lei, prese una sigaretta dal suo pacchetto e la accese.

-Non amerà mai.- Evie continuava a guardare le macchine che passavano davanti a loro.

-Gli avevo parlato una volta, quella volta in cui l'avevamo chiamato su skype. Aveva detto che gli piacevo e che voleva giocare a football con me.- Evie si mise a ridere.

-Faceva schifo a football.-

Era una situazione terribile.
Era un mix tra risate per i vecchi ricordi e lacrime per quelli che non verranno mai.

Tutto si basava sulla domanda
Perché il destino ha voluto questo per lui?

Una domanda che sarebbe pesata a Evie per tutta la sua vita, che poi, senza suo fratello, non voleva nemmeno considerarla vita.
Avevano tolto a Evie una parte del suo corpo, per definirla in percentuale probabilmente più del 50% era scomparsa.

-È solo che- le lacrime iniziarono a scendere più di prima -è tutto così ingiusto, dovevo dirgli tante cose, dovevo insegnargli a diventare forte. Dovevo essere più presente, le chiamate su skype non gli bastavano. Non ci bastavano. Era solo un ragazzino di 12 anni, e che tra poco è anche il suo compleanno.
E non potrò regalargli lo skateboard che desiderava tanto, non potrei regalargli uno dei miei consigli che anche se erano inutili ora, gli sarebbero serviti per il futuro.
L'ho perso per sempre è non riesco a rendermene conto.-

Calum si avvicinò, le prese la testa e la appoggiò alla sua spalla.
Tutti e due stavano piangendo, insomma era una cosa che li aveva distrutti, anche Calum, voleva fare il bravo fratello maggiore. O almeno provare a farlo.

Il viaggio in macchina fu uno dei più silenziosi tra tutti. Nessuno osò dire una parola. A volte sua madre piangeva ma si tratteneva, si faceva vedere forte anche se era fin troppo fragile.

Fecero il funerale in un cimitero.

Era il turno di Evie.
Si alzò e davanti a tutti iniziò a parlare. Disse quelle stupide frasi da funerale, del tipo "ci mancherà tantissimo" oppure "Era un bravo ragazzo". Quello che voleva dire a Tom lo sapeva già. Tutti e due lo sapevano.
Da piccoli durante le litigate dei loro genitori si dicevano sempre "Andrà meglio".
Me non è così.
Si probabilmente lui ora è in un posto migliore, ma aveva tanto da provare.
Non era mai andato in un parco divertimenti ad esempio.
Ma è una cosa minima.
Non aveva mai baciato una ragazza. Non aveva mai provato i brividi di una carezza.
Non sarebbe mai andato al liceo.
E tutto questo solo per uno stupidissimo incidente stradale, nel cuore della notte, lui spense i fari per sbaglio, ma suo padre non riuscì a proteggerlo.

Good Or Bad || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora