Hai strappato tutte le pagine, perché l'hai fatto? Avevi scritto cose meravigliose. Sta sera abbiamo bevuto insieme, sono le quattro e mezza e ho un momento di lucidità. Mi hai lasciata a casa tua e hai detto che dovevi andare a prendere il carico. Non sono nata ieri, so cosa intendi con la parola "carico". Tu mi conosci e sai che non lo farei mai, ma oggi è oggi, e tu sei tu. Quindi appena tornerai sappi che lo farò per te, per capire cosa ti passa nel cervello. Non pensare che mi stai facendo del male perché è il contrario. Ma comunque sono pronta. Non voglio fare un discorso molto profondo, infondo non ci riesco perché ho bevuto troppo. Sono qui che scrivo per farti capire che sapevo l'esistenza di questo quaderno e volevo non dirtelo, ma l'armadio mi ha chiamato e mi ha detto di venire a prenderlo. Me l'ha proprio detto, aveva una bocca e degli occhi, sembrava una persona ma cavolo, era un armadio. Pazzesco. Non mi ricordo più quello che dovevo dirti, era abbastanza importante, ma sto pensando solo all'armadio parlante e cazzo che figata. Non devo dire le parolacce, tu dici che non sono fini le parolacce dette da una ragazza o si qualcosa del genere. Sto provando a pensare a quello che dovevo dirti, non mi torna. C'entra mio padre se non sbaglio, o mia madre, ma comunque c'entro anche io. Oh cavolo non riesco a ricordare niente tranne quel cavolo di armadio. L'unica cosa positiva è che aveva i tuoi occhi ed erano meravigliosi. Adesso provo a ripensarci ma sarà impossibile, ho un cavolo di buco nero nel cervello. Mi viene da urlare. Che rabbia. Mi sono ripetuta tutta la sera che dovevo dirtelo e adesso puf. Scomparso. Forse era qualcosa su me, no anzi, sono sicura che fosse su me. Forse su noi. Stupido armadio.
Dio Cal, ho capito. Ora ricordo.
Io me ne andEvie sentì la porta aprirsi e non finì la frase. Corse verso l'armadio e rimise il quaderno al suo posto. Calum aprì la porta della camera chiedendole scusa per l'attesa. Teneva in mano una bustina di plastica, appoggiò tutto sul tavolo e inizio a fare delle specie di sigarette, che però, non erano sigarette.
Evie ne prese una e poi prese l'accendino vicino alla mano di Calum. Era il primo accendino che prendeva in mano, era blu e piccolo. In confronto alla mano di Calum era una briciola di pane.
Lui continuava a fare quello che stava facendo e non si accorse nemmeno che Evie l'aveva già accesa. Tossì, lui si girò verso di lei e rise.-Mi piacciono le ragazze inesperte.-
Si avvicinò, prese la piccola canna in mano e aspirò per poi baciarla. Le passò il fumo e continuava a baciarla. Lei tossì ancora ma dopo torno a baciarlo. Un respiro e un bacio. Continuamente. Portò Evie sul letto, si era portato la canna alla bocca e mentre erano stesi sul letto la passo a lei. Riuscì a finirla, ovviamente tossendo ogni tanto, ma la finì. Calum tornò a baciarla fino a quando lei si avvicinò al suo orecchio e sottovoce disse: -È tutto quello che ho sempre voluto Hood.-
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Good Or Bad || Calum Hood
Fanfiction-Così. È come se fossi diviso in due. Una parte buona e una cattiva- continuarono a guardarsi negli occhi fino a quando il ragazzo abbasso la testa ridendo -Sono diverso.- -Qual è la tua vera parte?- non gli diede neanche il tempo di rispondere ch...