Il Segreto del pescatore - seconda parte

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«Quell'essere gigantesco appena mi vide iniziò a muoversi a gran velocità e girò più volte intorno a me. Io, terrorizzato da quella scena che sembrava tratta da un film horror, cercai di allontanarmi il  più velocemente possibile per fuggire da quella orribile creatura ma niente da fare, lei ovviamente era molto più veloce di me.
In un batter d'occhio mi raggiunse e ad un certo punto sentii come una forza di attrazione che mi spingeva sempre più verso di lei  e alla fine mi risucchiò  e subito dopo svenni, questa volta davvero.

Fui svegliato dopo un bel po' da uno strano signore, con una lunga barba che arrivava a metà della sua camicia a righe, ero molto giovane, ma ricordo perfettamente tutte le persone incontrate e tutti i dialoghi. Mi guardai intorno incredulo per capire dove mi trovassi, se fossi morto o se stessi sognando e vidi solo un ambiente fatto di ferro, strane apparecchiature, luci e rumori metallici.
Il pavimento era rivestito da legno lucido e caldo e le pareti erano d'acciaio, affianco all'uomo c'era una signora che muoveva una specie di timone e guardava in uno strano binocolo inserito in un tubo che calava dal soffitto.
I due mi aiutarono ad alzarmi da terra e mi fecero accomodare su una sedia posta in un'angolino, poi mi fecero una specie d'interrogatorio».
«Benvenuto nella nostra base.» Disse l'uomo con un accento straniero. «Cosa ti porta fin qui?» Mi chiese.
«Io, molto spaventato, chiesi chi fossero e perchè ero nella pancia di un mostro marino.»
Loro mi risposero in coro. «Non puoi sapere chi siamo e nemmeno dove ti trovi, dicci  perchè sei qui e chi ti manda.»
«Io, impaurito, raccontai loro tutta la storia, non avevo idea di chi fossero, piangevo dalla paura.
Loro non sembravano spaventati, anzi, erano annoiati ma allo stesso tempo arrabbiati per la mia presenza.
Appena finii di raccontare loro perchè ero lì, annuirono e si consultarono tra loro, io cercai di origliare, giusto per sapere cosa avessero in mente quei due, ma non capii nulla, parlavano una lingua incomprensibile, non sono sicuro se fosse inglese o addirittura tedesco, non sono mai stato bravo con le lingue straniere.
Poi mi dissero di alzarmi e di tenermi forte alle apposite maniglie sulle pareti, io chiesi loro il perchè, ma mi zittirono e subito dopo sentii come una forza che mi schiacciava contro le pareti di quello strano mezzo. Quindi sentii che ci stavamo spostando a gran velocità. Forte fu il mio stupore quando capii, guardando le strane finestre sulle pareti, che stavamo navigando in fondo al mare con rapidità. Ecco cos'era quell'essere gigantesco che assomigliava ad un "mostro marino", una specie di sommergibile abilmente camuffato!
Mi faceva molto male il braccio, non riuscivo a stare ancora per molto attaccato a quella maniglia di ferro,  così mollai la presa e mi avvicinai  al grande oblò posto affianco a me.
Cercai di osservare per bene il fondale marino visto che il mezzo aveva rallentato un po' e che non avevo nulla da fare oltre a morire di paura.
Avvicinai il viso alla finestra e osservai il mare, all'inizio non vidi nulla, solo alcuni coralli  colorati quasi completamente sommersi dalla sabbia che, per via delle correnti s'innalzava dal fondale, poi la mia vista si adattò all'oscurità e incominciai a vedere rare creature  marine che non avevo mai visto in vita mia.
C'è da dire anche che, prima di  quello strano evento, non  mi ero mai spinto così al largo per pescare, quindi non conoscevo tutte quelle varietà di pesci e  quei meravigliosi fondali marini.
Poi, davanti a me comparvero un banco di pesci tropicali, ognuno di un colore diverso, sgargiante e acceso, si muovevano tutti coordinatamente, sembrava di assistere ad uno spettacolo teatrale tanto era bello.
Vidi, inoltre, delle meduse che in acqua sembravano fosforescenti, classificate su una rivista come le più letali delle acque di cuba. Quel meraviglioso mondo sommerso mi distolse  per un po' da ciò che mi stava succedendo, ero troppo  concentrato ad ammirare quello spettacolo!
Ad un certo punto la signora si voltò e mi guardò, poi si avvicinò al compagno e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Subito dopo anch'egli mi guardò e mi ordinò di ritornare  al mio posto  e di non muovermi.
Sembravano proprio scocciati per la mia presenza, mentre stavo nell'angolo pensavo a cose strane, per esempio credevo che volessero liberarsi di me,  dandomi in pasto ai pesci o, peggio ancora, torturarmi.
Mi vennero i brividi, avevo molta paura, avevo bisogno di guardare il mare per rilassarmi, ero troppo agitato, ma poi vidi  che potevo osservarlo  anche dalla mia postazione perché mi accorsi che c'era un altro oblò lì vicino anche se più piccolo.
Lì potevo continuare ad osservare anguille, meduse ed altre creature meravigliose e mi sentii più rilassato.
Ad un certo punto non vidi più nulla, solo il buio, contrastato dalle  fioche luci degli strumenti della postazione di comando.
I due mi dissero di tenermi forte, stavamo entrando in  una specie di galleria molto lunga e buia, scavata nella roccia.»

Il mistero del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora