Il mistero delle onde

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-La noticias de Cuba-
1 settembre 2001, Cuba: Karl, ragazzino tredicenne di origini tedesche scomparso in acque caraibiche in circostanze misteriose. Parla Fiona Perez, la madre:
«Karl era il nostro unico figlio, la nostra ragione di vita, era tutto per noi.
Come faremo senza di lui?
Faccio un appello a tutti gli abitanti di Hosinta, aiutate me e mio marito Aaron a trovarlo, dovete capire che  è la cosa più triste che possa accadere ad un genitore perdere un bambino, specie se in circostanze inspiegabili come queste che sto per raccontarvi, siamo disposti anche a darvi  una ricompensa, tutto ciò che volete purché ci aiutiate!

Lo rivogliamo con noi e faremo tutto il possibile per far si che accada.
Vi racconto molto dettagliatamente tutto ciò che purtroppo è accaduto in queste ultime e interminabili ore:
era una splendida giornata soleggiata, nell'aria si respirava una fresca brezza marina, era una tipica giornata d'Agosto a Cuba, la temperatura superava i trentacinque gradi.
Io, mio marito e mio figlio stavamo guardando la televisione nella nostra modesta casetta.

Quando arrivò il momento della cronaca, Karl, stufo di ascoltare quelle brutte notizie di violenza e razzismo, che purtroppo non  mancano mai al telegiornale, chiese a mio marito di trascorrere la mattinata tra le acque cristalline del nostro amato mare. Lui, esitò un po' a rispondere per poi acconsentire, visto che non ci andavamo da un bel po' di giorni per il susseguirsi di molteplici impegni.

Il mare, nonostante la bellissima giornata, era piuttosto mosso, le onde erano molto alte, era anche piuttosto sporco, ma io e mio marito non ce ne siamo resi conto visto che erano arrivati dei carissimi amici che non vedevamo da molto tempo, così ci siamo messi a chiacchierare senza renderci conto di tutto ciò che accadeva al di fuori della chiacchierata. Karl si avvicinò correndo verso di noi, perché si stava scottando i piedi con la sabbia bollente e ci chiese se potesse  tuffarsi in acqua per rinfrescarsi un pochino e così fece.

Quelle furono le sue ultime parole, dopodiché si allontanò velocemente e sparì per sempre. Noi avevamo appena finito di parlare quando ci siamo resi conto dell'assenza di Karl. Ma si sa come sono i ragazzi, si riuniscono per parlare sotto un ombrellone o si tuffano tutti insieme o passeggiano, allontanandosi per un po'. Non ci diedi molta importanza. Poco prima, infatti , l'avevamo visto allontanarsi a nuoto insieme ad altri fino a superare le boe rosse e nuotare abbastanza al largo, ma non ci siamo preoccupati molto perché presi dalla conversazione e poi perché eravamo convinti che nostro figlio sapesse nuotare bene.

Solo quando era giunto il momento di ritornare a casa  abbiamo provato a chiamarlo tante e tante volte ma niente, sentivamo solo il rumore delle onde e della gente che ridacchiava o chiacchierava felice di passare una giornata al mare. Disperati abbiamo corso per tutta la spiaggia cercando di trovarlo ma nulla da fare, abbiamo chiesto ai bagnini, alle persone che stavano in acqua, ai proprietari di barche ma nulla, nessuno lo aveva visto.

Io, presa dal panico, ho avuto prima una crisi di nervi e poi sono svenuta sbattendo la testa su qualcosa di duro, penso sia stato un mucchio di pietre, da quel momento in poi non ricordo più nulla.
Mio marito, nel vedermi a terra in quelle condizioni, mi portò immediatamente  in ospedale per cercare di calmarmi.
Dopo un po' di tempo aprii gli occhi e vidi intorno a me tante persone col camice bianco che si prendevano cura di me, chi mi misurava la pressione, chi mi controllava la testa e lì capii di trovarmi in ospedale.

Avevo un forte mal di testa, ma nemmeno ci badavo visto che il mio primo pensiero era rivolto a Karl, solamente a lui.
Speravo che quello che era successo fosse solo un brutto incubo, un'allucinazione,  ma invece era la dura, misteriosa REALTÀ.
Ero molto confusa, è successo tutto così in fretta, tutti mi danno della superficiale quando racconto quest'incredibile storia e mi accusano di non essere stata una buona madre, ma se un ragazzino di 13 anni decide di farsi il bagno non puoi vietarglielo e neppure accompagnarlo con la manina come se avesse 3 anni!
Io voglio  solo ritrovare mio figlio, niente di più.»

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