La fuga di Carlos

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Passai il pomeriggio ad ambientarmi, visto che quel posto, purtroppo, era diventato la mia meta definitiva, volevo conoscerlo come le mie tasche.
Prima di tutto volevo osservare attentamente l'ambiente che mi circondava, feci una lunga passeggiata, non mi allontanai molto per paura di  perdermi, quel luogo era enorme, circa due volte la cittadina di Hosinta.

Mi concentrai di più sulla parte "antropica" del vulcano, d'altronde la natura l'avevo già vista e rivista.
Mi fermai a lungo ad osservare le abitazioni, aspettavo che qualcuno uscisse di casa, non mi sembrava corretto precipitarmi direttamente nei loro giardini, mi vergognavo un po', a quei tempi ero molto timido  e asociale, non mi piaceva affatto invadere lo spazio delle persone, quindi aspettai lì, in piedi, come un sacco di patate.

Dopo un po' di tempo, da una delle case uscì una signora molto robusta, ed iniziò a fissarmi sbigottita; io, imbarazzato, iniziai a passeggiare di qua e di là senza una meta precisa per far finta di niente, poi mi rigirai verso di lei e la guardai attentamente, sembrava avere circa 50 anni se non di meno, era vestita di rosa con degli stivaletti neri, il particolare che più mi colpì, fu  la sua bocca, molto larga con labbra sottili e con un rossetto molto appariscente, leggermente sbavato ai lati.

Dopo averla scrutata attentamente mi avvicinai ulteriormente a lei salutandola.
Immediatamente mi rispose chiedendomi chi fossi e da dove venissi, io le raccontai per filo e per segno tutta la mia triste storia.
Al primo impatto mi sorrise, poi mi disse che anche lei aveva fatto questa brutta fine, circa quattro anni fa, mentre stava facendo un'escursione in mare con le sue amiche.
«Oh, che sbadata, mi dispiace di non essermi presentata, mi chiamo Anna ed ho 52 anni, sono di origini  anglosassoni ma vivevo a Cuba.»

Dopodiché anche io mi presentai...
« Quindi sei un nuovo arrivato! Benvenuto fra noi, ti raccomando vivamente di obbedire a Jack e alla sua compagna e di non tentare di evadere da questo posto sennò farai una brutta fine».
Io sbuffai e alzai gli occhi al cielo, lo sapevo già, me l'avevano detto tantissime volte, sicuramente stavano mentendo, quella era solo una scusa, secondo me non avevano il coraggio di uccidere qualcuno.

La signora notò il mio atteggiamento, mi diede una pacca sulla spalla e mi invitò a seguirla.
Mi portò a casa sua, molto grande ed accogliente e mi fece accomodare su una poltrona, successivamente andò in cucina a prepararmi un caffè, intanto osservai l'interno di quell'abitazione, era molto moderna, proprio come la immaginavo, il colore che prevaleva era il grigio.

La casa non era adornata da quadri, bensì da orologi di ogni tipo e  da imponenti mobili. Nel frattempo la signora si avvicinò a me dicendomi :" Si, lo so, la mia casa è meravigliosa, ti ho visto come la guardi e sono molto felice che ti piaccia, vedrai che ne avrai una anche tu!"
Senza aspettare alcuna risposta da parte mia, continuò a parlarmi dicendomi che mi aveva portato a casa sua per raccontarmi una storia realmente accaduta circa tre anni fa.

«Questa storia fa al caso tuo, ti servirà a capire che è inutile e pericoloso tentare la fuga disobbedendo alle raccomandazioni di Jack.» Mi disse con tono arrabbiato.
Devi sapere che, la prima sera dopo l'accidentale arrivo su quest'isola, Jack mi raccontò una storia tristemente accaduta 3 anni prima, per mettermi in guardia, sicuramente farà lo stesso con te perché non vuole assolutamente che nessuno scappi da questo posto.

Un po' di anni fa, mise piede su quest'isola un ragazzo di nome  Carlos, molto furbo e astuto, che non si faceva facilmente ingannare.
Jack e la sua compagna gli raccontarono la solita storia che tu già conosci e gli lasciarono esplorare il posto, ma l'unico pensiero di Carlos era fuggire di lì, quindi studiò il luogo per trovare una via di fuga.

Osservò per bene il territorio intorno a sé, per uscire di lì poteva sfruttare  le  eventuali crepe nei pendii del vulcano e dopo innumerevoli esplorazioni, finalmente notò che dietro a dei cespugli vi era una stretta apertura, si avvicinò, non troppo per non sembrare sospetto e la studiò.
Era felicissimo, lui era molto magro, quindi riusciva ad entrarci, poi analizzò anche i movimenti  di Jack e della compagna che spesso, durante la giornata, controllavano gli isolani ma notò che durante la notte i controlli erano praticamente inesistenti.

Quindi un bel giorno gli venne la folle idea di fuggire sfruttando la stretta apertura del pendio e l'assenza della sorveglianza che Jack aveva predisposto.
Così, in una notte di luna calante e il cielo coperto di  nuvole, tentò la fuga, consapevole della brutta fine che avrebbe fatto, se scoperto.
Provò ad uscire fuori dal vulcano, i pendii erano più spessi di quanto immaginasse, quindi il buco risultò essere una vera e propria galleria.

Jack però, sospettava di lui, sapeva che prima o poi sarebbe successo, quindi si era organizzato, sfruttando le sue innovative conoscenze tecnologiche, per battere in astuzia il giovane Carlos.
Infatti il giorno dopo l'arrivo del ragazzo, Jack, piazzò apparecchi di video sorveglianza nascosti in tutti gli angoli dell'isola per tenere tutto sotto controllo.

Attraverso queste geniali apparecchiature i due compagni potevano controllare tutti gli abitanti dell'isola ed in particolare Carlos.
La notte della fuga, Jack era rimasto sveglio ad osservare le telecamere e notò il ragazzo  uscire dalla sua abitazione furtivamente, in punta di piedi, senza farsi sentire, come fosse un criminale.

Jack lo seguì con passo felpato, mimetizzandosi, fra gli alberi e facendo attenzione a non farsi scoprire, certo era avvantaggiato dalla meticolosa conoscenza dell'isola e dal fatto che ormai aveva scoperto il piano di fuga.
Quindi per anticipare Carlos sfruttò un passaggio segreto che, in men che non si dica, gli permise di uscire  all'esterno del vulcano.

Carlos invece avanzava lentamente, la galleria era stretta e tortuosa, e impiegò molto più tempo per attraversarla; quando finalmente sbucò fuori dal vulcano, vide Jack che lo  stava aspettando a braccia conserte proprio  davanti a lui.

Il mistero del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora