I poliziotti snervanti

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Dopo quell'intervista Fiona aveva il cuore a pezzi e piangeva come una fontana.
Sotto di lei si era formato un piccolo laghetto, un laghetto fatto di lacrime e frammenti del suo cuore che ormai si era spezzato e non poteva più tornare quello felice di una volta. Non poteva credere che tutto questo stava capitando proprio a lei, il suo adorato bambino era scomparso così all'improvviso, sotto gli occhi di tutti mentre faceva il bagno con i suoi amici e nessuno aveva visto niente.

Se fosse annegato, cosa molto improbabile in quanto Karl sapeva nuotare perfettamente dall'età di 5 anni, il suo corpo sarebbe emerso dalle acque.
Fortunatamente Fiona aveva un bel carattere, era sempre ottimista e fiduciosa, lottava fino a trovare una soluzione ad ogni problema che si presentava, un dono questo che, nei momenti più bui e difficili, aiuta ad andare avanti, un qualcosa che solitamente é molto difficile trovare nelle persone: la speranza.

Fiona, nella sua anima, ormai buia e cupa aveva una piccola luce che la riscaldava un po', che la tranquillizzava e cioè la speranza di poter riabbracciare il suo amato figlio, la speranza che le onde potessero riportarlo indietro sano e salvo....questo rendeva Fiona una persona speciale.
Piena di Speranza andò in centrale a raccontare a malincuore tutto quello che era successo quella mattina d'estate.

I poliziotti non avevano un'aria molto intelligente, sembravano due idioti che non capivano una barzelletta, avevano un aspetto ridicolo: il primo era alto e magro, con occhiali rotondi in stile Harry Potter e la divisa che era pure sporca, aveva una macchia all'altezza del collo, probabilmente era cioccolato; il secondo era basso e tozzo, aveva una folta capigliatura rossa, indossava dei sandali orrendi e la divisa talmente aderente da impedirgli ogni movimento.

Sembravano non capire cosa stesse dicendo Fiona: «State seguendo?! » disse lei con tono arrabbiato.
«Stiamo seguendo cosa?!....Ahh il suo discorso noioso, beh, ascolti  cara » disse il poliziotto alto, «non  si preoccupi , se vuole le diamo il numero dello psicologo, così si calma un po' e gli racconta queste baggianate, ok? »
« Allora, patti chiari amicizia lunga »gli disse Fiona con rabbia «innanzitutto come osa chiamarmi cara?! Ci conosciamo? Non mi pare!

Poi io non dico baggianate, le ho semplicemente descritto cosa è successo ieri mattina a mio figlio, il mio povero figlio risucchiato dalle onde!  Ho bisogno di aiuto, mandate qualcuno a perlustrare tutta la zona .
Le sembro pazza?! Io non sono pazza, sono solo molto preoccupata e allo stesso tempo arrabbiata! Non mi serve uno psicologo! »
« Si calmi signora! O sarò costretto ad ammanettarla! » Disse l'agente più basso.
«Brutto nanetto, invece di dire cavolate mi aiuti! Non sto scherzando, per favore mi aiuti! »

«Facciamo così, lei ora se ne torna a casa, si tranquillizza un po' e domani ne riparleremo, va bene signora ?» Aggiunse il poliziotto più alto per cercare di abbassare i toni.
Fiona, nervosa e angosciata, si alzò di scatto guardando in malo modo i due agenti e se ne andò sbattendo la porta violentemente e tornò a casa.
Una volta lì, raccontò l'accaduto al marito che, incredulo, cercò di consolarla senza riuscirci , poi si mise sul divano e per distrarsi accese la televisione e si strafogó di gelato piangendo.

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