Kim Taehyung, la persona più irritante e spocchiosa di questo mondo, ma non davanti alle telecamere, per la quale si mostra cordiale e quasi apprezzabile. Aveva 22 anni, ma sembrava aver vissuto già l'Inferno per il suo carattere. Uno di quelli che sembra avere troppo da raccontare, ma assolutamente nessuna voglia di farlo.
Chi lo conosceva da tanti anni, però, avrebbe potuto affermare ad occhi chiusi che il Tae ventiduenne e il Tae sedicenne non erano la stessa persona, o almeno non condividevano la stessa anima, nonostante il corpo in comune. Era cambiato tutto d'un tratto? Era successo qualcosa di sconvolgente nella sua vita? Probabile. Aveva incontrato qualcuno che l'aveva cambiato? Bingo. Per essere più precisi, chi lo conosceva da prima della sua partenza per quell'anno all'estero, non avrebbe potuto immaginare che quello fosse lo stesso Kim Taehyung che si era abituati a conoscere.
A distanza di anni, portava sulle sue spalle il rancore e la rabbia per quella persona che l'aveva cambiato radicalmente, che aveva ispirato tutti i testi delle sue canzoni. Scontato? Forse si, ma sotto un certo punto di vista, avrebbe dovuto ringraziare il ragazzo che gli aveva aperto gli occhi sulla sua sessualità, e che gli aveva distrutto l'anima e il cuore, rendendolo il miglior amico di Lucifero. Ora, era il cantante più acclamato del momento, con ai suoi piedi milioni di ragazzini e ragazzine accecati dalla sua oggettiva bellezza e bravura nel canto, e questa fama lo rendeva sempre più egocentrico, narcisista e pieno di sè.
Soprannominato "NARCISO" dai suoi assistenti e manager, adesso il ragazzo lodava il suo riflesso nel camerino del San Diego Stadium, mentre le truccatrici applicavano del fondotinta sulla sua pelle già perfetta. T:" ragazze, cavolo, abbiamo intenzione di muoverci con queste spugnette?!" urlò, evidentemente spossato dai movimenti lenti e precisi delle due povere donne.
In un batter d'occhio, come per riflesso ormai ben assimilato da parte delle due, si scansarono al movimento delle mani del cantante, che indicavano l'uscita della stanza. Senza azzardarsi a incrociare gli occhi del ragazzo, guardandosi i piedi, le truccatrici scapparono via dal camerino, tirando un sospiro di sollievo per essere sopravvissute all'ira improvvisa del corvino. Quest'ultimo, ritrovatosi da solo nella stanza, si rilassò, non dovendo più trattenere l'espressione perennemente scocciata e le movenze aggressive. Perchè, quando Tae si trovava da solo, in realtà, era la persona più docile e fragile dell'universo. Ma questo doveva rimanere un segreto per il resto del mondo.
Le uniche persone che lo avevano visto come una bambolina di cristallo erano Namjoon, Jin e Hobi. Loro, avevano vissuto con lui il periodo peggiore, prima della trasformazione radicale. Gli erano stati accanto e lo avevano aiutato, cercando in tutti i modi di evitare quel fastidioso cambiamento, senza risultati. Namjoon, che, essendo il suo manager, era più a contatto con Tae, sapeva bene quanto, anche se non lo dava a vedere, il cantante fosse in ansia prima dell'esibizione. Cantare davanti a migliaia di persone, nonostante oramai fosse routine, era sempre difficile.
NJ:" Tae, è ora di andare." disse il manager, che aveva iniziato a massaggiare la schiena del ragazzo, visibilmente in ansia.
Si alzò di scatto, sistemandosi la giacca e i capelli, per poi spalancare con un colpo secco la porta del camerino, producendo un rumore sordo che fece sobbalzare tutti nel raggio di 3 metri. Mentre la pedana si alzava verso il palco, le mani, che reggevano il microfono verde brillantinato, sudavano. Cercando di rilassarsi, tirò un breve sospiro. "Che lo show abbia inizio", pensò. Non avrebbe mai potuto immaginare che, tra la folla, avrebbe incrociato lo sguardo di quella persona...
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//𝑖𝑜,𝑡𝑒, 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒.//
Fanfiction"Potrei aspettarti anche cento anni. Potrei mettermi qui a guardare il mare fino a che non tornerai a provare qualcosa per me. "