22- 𝒂𝒍𝒍 𝒑𝒆𝒓𝒇𝒆𝒄𝒕

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Ed entrambi sapevano che, da quel momento, sarebbe andata solo in meglio quella relazione, o almeno speravano...

Come previsto, alla richiesta del figlio di tre settimane di ferie, i genitori si insospettirono, e, come da copione, che Jungkook conosceva a memoria, era arrivata la chiamata della madre curiosa. E, sempre come da copione, il giorno prima della partenza per Seoul, era stata organizzata una cena nella Villa Jeon. Jungkook non aveva detto nulla del fidanzato, neanche il suo nome. Era stato super vago sulla loro relazione, perché, per la prima volta, aveva una relazione seria, e avrebbe presentato il suo ragazzo alla sua famiglia.

Ora la coppia di fidanzati si trovava davanti all'enorme villa bianca, e il più piccolo, era incredibilmente in ansia.

JK:" Piccino mio, devi stare sereno. I miei genitori non ti mangiano. Gli piacerai sicuramente. Come potrebbe essere il contrario, con questo bel faccino?" affermò, scoccando un piccolo bacio a stampo sull'espressione preoccupata di Taehyung, che non ebbe tempo di dire nulla.

Le porte d'ingresso si spalancarono, e, ad accoglierli, oltre che una schiera di domestici, c'erano i signori Jeon.

La madre era una donna molto curata, minuta, con un sorriso che trasmetteva tranquillità. Il padre, invece, appariva come una persona rigorosa e severa, ma in realtà, Jungkook gli aveva raccontato di quanto fosse un cucciolone, proprio come il figlio.

MJ:" Buonasera ragazzi, è un piacere avervi qui. Piacere, sono la Sig.a Jeon."

PJ:" Ciao Jungkook, e ciao anche a te, sono il Sig. Jeon."

T:" O-oh, buonasera. Grazie dell'invito, io sono Kim Taehyung."
La mamma del fidanzato sembrò quasi scannerizzare la figura di Tae, con occhi attenti, fino a quando collegò i puntini.

MJ:" JUNGKOOK MA LUI E' V!" disse, usando il nome d'arte del ragazzo.

JK:" Si mamma, è lui, in carne e ossa." sorrise

T:" L-lei mi conosce?" domandò sbalordito.

MJ:" MA SI CHE TI CONOSCO! CHI NON TI CONOSCE IN QUESTO POSTO! ADORO LA TUA VOCE!" urlò dall'eccitazione.

Mentre si dirigevano verso la sala da pranzo, Jungkook, che teneva stretta la mano dell'altro temendo che potesse scappare per l'agitazione, discuteva con il padre delle varie cose successe in quel tempo che non si erano visti fuori dal lavoro.

La Sig.a Jeon, invece, sorrideva al ragazzo, ancora incredula.

T:" Sei veramente bravo Tae, davvero adoro la tua voce."
Il ragazzo, visibilmente imbarazzato, si limitò ad annuire.

A tavola, il più piccolo aveva finalmente disteso i nervi, e, poco per volta, aveva iniziato a scherzare con i signori Jeon, lasciandosi sfuggire qualche bacio con il suo ragazzo. Poi, si erano recati nell'enorme salone, arredato con un divano molto grande, e, al centro della stanza, un grande pianoforte nero lucido. Alla vista di quello strumento Taehyung aveva fatto gli occhi a cuoricino, e, il padre di Jungkook, aveva notato l'eccitazione del ragazzo.

PJ:" Se vuoi puoi suonarci qualcosa, mia moglie adora la tua voce."
T:"D-davvero posso?"
JK:" Certo piccolino, vai pure."
MJ:" Ti prego, cantami la tua canzone, Promise."
Tae si sedette sullo sgabello di velluto, e appoggiò le mani sui tasti

T:"She looks like a blue parrot
Would you come fly to me?
I want some good day, good day, good day
Good day, good day
Looks like a winter bear
You sleep so happily
I wish you good night, good night, good night
Good night, good night"

(Winter Bear)

MJ:" Wow Tae, la tua voce dal vivo è ancora più bella. Ora capisco perchè hai così tanti fan."
JK:" Visto che non piace solo a me la tua voce?"
T:" E tu lo sai che amo cantare per te quando me lo chiedi."

//𝑖𝑜,𝑡𝑒, 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora