E adesso? Cosa avrebbe dovuto fare Tae?
Panico. L'unica cosa che avvertiva Tae nel suo corpo era il panico più totale. Doveva lasciare che Jungkook facesse di lui qualsiasi cosa, senza opporre resistenza? Era dannatamente bello, irresistibile, ma l'odio che provava nei suoi confronti era sempre lo stesso. Un bel volto non rendeva meno doloroso ciò che aveva fatto. Lo guardò per un pò negli occhi, e quasi pensò di cedere e attaccarsi alle sue labbra come fossero acqua per un pesce lasciato a morire sulla riva del mare. Scacciò subito via il pensiero di darla vinta a Jungkook, e con un colpo secco allontanò esageratamente i loro volti, pericolosamente vicini. Non disse nulla, si limitò a camminare, volendo testare la veridicità dei sentimenti del più grande.
"Lascia andare una persona e vedi se ti segue all'istante invece di perderti per poi tornare" gli aveva detto qualcuno. E decise di seguire il consiglio. Ancora una volta rimase ferito. Jungkook aveva semplicemente voltato i tacchi, ed era rientrato nel karaoke senza neanche preoccuparsi di dove andasse Tae, alle 2 di notte, da solo. Aveva camminato talmente tanto, assorto nei suoi pensieri, da non rendersi conto che fosse arrivato davanti casa sua. Il tour si era ufficialmente concluso a San Diego, e aveva quindi deciso di fittare una casa nella quale trascorrere il tempo prima di tornare alla solita routine da cantante. Entrò in casa, si sfilò le scarpe e non fece altro che lasciarsi cadere a peso morto sul divano. Non aveva più né voglia né forze di pensare a come, per un attimo, si fosse lasciato abbindolare da Jungkook. Prima di addormentarsi rispose ad una chiamata di Namjoon, che, non vedendolo più rientrare, probabilmente aveva chiamato per assicurarsi che il ragazzo fosse arrivato in un luogo sicuro.
Nel frattempo, al karaoke...
Jungkook aveva capito e accettato la reazione di Tae. Non poteva pretendere che, dopo tanti anni, il ragazzino fosse caduto ai suoi piedi di punto in bianco, soprattutto dopo la sofferenza che gli aveva causato. Nel guardare Tae che si allontanava, Jungkook si rese conto che il corvino stava per incamminarsi senza giubbotto. Erano le 2 di notte, faceva molto freddo, e non avrebbe mai lasciato che si incamminasse per le strade buie di San Diego da solo e a congelarsi.
Istintivamente entrò nel karaoke e cercò con lo sguardo, sotto la pila di cappotti ammassati sui divanetti, quello di Taehyung. Afferrò la giacca di pelle che aveva visto indosso al ragazzo poco tempo prima, e uscì dall'edificio, scrutando nel buio la figura del ragazzetto basso e minuto. Niente. Assolutamente niente. Tae era come scomparso nell'oscurità. Era preoccupato. Neanche Dio sa quanto lo fosse. Non poteva fare altro che correre dai ragazzi con la quale aveva preso parte alla festa e chiedere aiuto.
JK:" Ragazzi, qualcuno ha il numero di Tae? Si è avviato verso casa senza giubbotto,e da solo. Potete fargli una chiamata?"
Nam, Jin e Hobi si guardarono negli occhi per un secondo, e il manager semplicemente, digitò il numero sulla tastiera, aspettando una risposta all'altro capo del telefono. La chiamata durò pochi secondi, e Namjoon rassicurò Jungkook che Tae era arrivato sano e salvo. Adesso Kook era decisamente più tranquillo. Una domanda gli balenava per la mente: quando avrebbe rivisto Taehyung? Colse la palla al balzo, e senza esitare, fece una proposta bizzarra al suo migliore amico e al fidanzato.
JK:" Ragazzi, in settimana organizziamo un uscita con Namjoon e il suo gruppo? Sembrano molto simpatici."
PJ:" Perchè no Kookie, ci sto. Yoongi, che ne pensi?"MY:" Jungkook ha ragione, sono davvero simpatici, ci sto."
Mentre Jimin proponeva l'uscita all'altro gruppo di ragazzi, Jungkook non faceva altro che sorridere. Avrebbe rivisto Tae, e questa volta, le cose avrebbero preso una piega migliore...
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//𝑖𝑜,𝑡𝑒, 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒.//
Fanfic"Potrei aspettarti anche cento anni. Potrei mettermi qui a guardare il mare fino a che non tornerai a provare qualcosa per me. "