2- 𝒕𝒉𝒆 𝒉𝒊𝒅𝒅𝒆𝒏 𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈𝒔

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...Non avrebbe mai potuto immaginare che, tra la folla, avrebbe incrociato lo sguardo di quella persona...

Eccoli lì, i suoi amati fan, che aspettavano sotto la pioggia solo per vedere lui, quasi come fosse un dio. Il palco era completamente buio, la folla in un silenzio quasi religioso. Ad un tratto la musica risuonò per tutto lo stadio, le luci, di un viola soffuso, si concentrano sulla figura muscolosa e allo stesso tempo snella di Taehyung, che trattenne il fiato e fece esplodere la sua voce in un canto angelico, che lasciò senza parole coloro che assistevano. Era come il canto di una sirena: bellissimo, melodioso, ammaliante, ma che celava dentro di sé rabbia, frustrazione e tristezza, nonostante il testo della canzone volesse esprimere ben altro.

Perchè Tae, in realtà, aveva iniziato a cantare e a farsi notare per vendetta, perche desiderava con tutto se stesso farsi riconoscere da colui che aveva infranto i suoi sogni in pochi mesi, rendendolo in un primo momento tanto vulnerabile, cosa che il ragazzo odiava. Essere così mal ridotto da qualcuno con poche semplici frasi,per di più dette ridendo, ridendo di lui, facendolo apparire quasi ridicolo. Guardava i ragazzi impazziti alla sua vista sperando di ritrovare gli occhi del suo "assassino", così da potergli sbattere in faccia che ce l'aveva fatta. Avrebbe voluto veramente vedere quegli occhi, ma mai si sarebbe aspettato che una cosa del genere sarebbe potuta accadere.

Quel giorno però, Jeon Jungkook era lì, tra la folla, con il suo migliore amico Park Jimin, il quale cantava a squarciagola. Non sapeva come si fosse trovato lì, era stato quasi costretto dall'amico, che desiderava ardentemente vedere con i suoi occhi il ragazzino nerd della sua scuola superiore venire acclamato dalla folla in visibilio, poiché, quando gli altri suoi ex compagni gliel'avevano raccontato, non ci aveva creduto neanche per un secondo. Jungkook se lo ricordava bene il volto innocente e angelico di Tae, e di quanto l'avesse idolatrato nella sua mente per tutto l'anno della permanenza del corvino nella sua scuola. Non poteva assolutamente ammettere che la vista di Taehyung era come una ventata d'aria fresca per lui, sarebbe stato patetico. In fondo lui era quello popolare, aveva una reputazione da mantenere alta, e mai per nessun motivo si sarebbe avvicinato a quel ragazzino impacciato e timido.

Tae, da adolescente, non era proprio uno di quelli che badava al suo aspetto fisico, o di quello che la gente avrebbe potuto pensare dei suoi occhiali quadrati, dei suoi capelli sempre arruffati o dei suoi imbarazzanti vestiti. Quando, però, era entrato nel mondo della musica, dovette iniziare a preoccuparsi ben presto al suo modo di apparire: da un giorno all'altro era cambiato radicalmente. Era sempre stato un ragazzo affascinante, ma come durante un'eclissi, la sua timidezza aveva nascosto la sua bellezza.

Jungkook se lo ricordava benissimo di quanto Tae fosse bello, nonostante come si conciasse. Quando il coreano era arrivato in America era passato inosservato agli occhi degli altri compagni di scuola, ma non a quelli del giocatore di football, che però, non era bravo a manifestare le proprie emozioni. Si limitava a guardarlo da lontano, senza permettersi neanche di salutarlo, per evitare di destare sospetti agli occhi degli altri. Tra tutti Jungkook aveva gli sguardi curiosi di tutti puntati su di sé. Odiava la sensazione di dover nascondere tutto per evitare di apparire ridicolo e macchiare la sua reputazione.

Quando si era saputo che a Kook piacevano anche i ragazzi, non aveva retto quegli sguardi pettegoli su di lui, rendendolo sempre più scontroso e altezzoso. Mascherava la sua insicurezza con cattiveria e altezzosità. Neanche il suo migliore amico sapeva dei piccoli ma crescenti sentimenti che Jeon aveva provato durante quell'anno per il nativo coreano, nonostante sapesse bene che non l'avrebbe mai giudicato.

Ecco che Jungkook era rimasto ammaliato dalla figura sensuale e energica di Tae che sul palco, dimenticava tutto e tutti. Partì la seconda canzone,quando il cantante iniziò a muoversi sulla piattaforma illuminata con uno charme incredibile, e in un attimo, dopo aver incrociato gli occhi di Kook, si vide passare avanti tutti gli avvenimenti di quei 12 mesi passati in America che l'avevano reso di ghiaccio...

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