35- 𝒅𝒆𝒂𝒍 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈𝒔

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In realtà, ora, ho bisogno solo di te, Kookie.   

                                                                                                                                        consegnato alle 10:38 am

Jungkook era atterrato all'aeroporto di Seoul e, dopo aver passato tutti i controlli del caso, aveva preso un taxi diretto al piccolo appartamento che aveva affittato.Da quando era atterrato non aveva preso il cellulare neanche un secondo. Non voleva pensare a niente e nessuno, almeno per qualche giorno.

Si era ripromesso di staccare da tutto quello che aveva lasciato in America, incluso il suo cuore, che nonostante tutto, era ancora nelle mani di una persona che neanche lo ricordava. Era arrivato a casa, si era steso sul letto, e aveva iniziato a fissare il soffitto. Stupido come era, aveva creduto che se ci fossero stati diecimila chilometri di distanza a separare i corpi, le loro anime si sarebbero separate.

Invece, ora, si trovava a maledirsi mentalmente per quella scelta presa senza un minimo di razionalità. La sua mente non gli permetteva di pensare a nessun altro se non Taehyung, a come stava, se avesse mangiato abbastanza o se fosse felice. Pensava a chi poteva godere del suo sorriso genuino, a chi poteva osservare i suoi occhi mentre rideva fino a piangere, a chi poteva sentire la sua voce che raccontava aneddoti buffi, e si sentiva incredibilmente geloso.

Voleva distrarsi a tutti i costi, così penso di chiamare Jimin, per sapere cosa stesse facendo per occupare il suo tempo. Cercò il suo telefono ovunque, ma non lo trovò. Non era nelle valigie, nel borsone, nelle tasche dei pantaloni e del giubbino. Fece mente locale di tutti i luoghi nella quale lo aveva preso, e gli si accese una lampadina. Il taxi. Aveva controllato l'orario sul display e lo aveva poggiato sul sedile posteriore.

Passò qualche ora a fare chiamate dal telefono fisso dell'appartamento, nella speranza di trovare il tassista che lo aveva accompagnato fin lì. Gli venne detto che doveva aspettare. Jungkook era stanco di aspettare, in qualsiasi occasione. Anche ora, la prima cosa che gli venne in mente fu Taehyung.

Lo aveva aspettato per 5 anni, poi per 2 mesi dopo l'incidente. Voleva veramente mettere un punto a quella storia e dimenticare tutte le cose belle? Desiderava davvero molto una spiegazione sull'accaduto della notte in discoteca, perché voleva mettersi l'anima in pace una volta per tutte. Per la rabbia aveva gridato così forte nella sua testa il nome di Tae che gli faceva male.

Prese le chiavi e uscì di casa. Forse il destino voleva fargli staccare davvero la spina per un po', e, dimenticando il telefono in taxi, ora poteva davvero farlo. Solo un pensiero lo tormentava ancora: come aveva reagito Taehyung al suo messaggio? Date le circostanze, probabilmente l'aveva ignorato. O almeno così credeva.

Intanto, in America...

T:" Va bene ragazzi, è ora di andare."
SJ:" Fai buon viaggio, e cerca di riposarti un po' durante il volo"

JH:" Jin ha ragione, non dormi da giorni."
NJ:"Ora vai, e quando atterri faccio uno squillo."
Tae salutò con la mano i tre ragazzi e si incamminò verso il gate.

Era arrivato il momento per lui di affrontare i problemi di petto, e sistemare le cose con Jungkook.

//𝑖𝑜,𝑡𝑒, 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒.//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora