JK:" Ti va di venire al Ballo D'Inverno con me?" T:" Non vedo l'ora."
Il piccolo ragazzino dai capelli neri non aveva esitato un secondo a dare la sua risposta, poiché, dentro di sé, sentiva che tutto quello era così giusto da non poter essere evitato.
I giorni successivi a quel fatidico bacio e precedenti al Ballo erano stati strani: Tae cercava in tutti i modi di approcciare con il giocatore di football, che però, tra i corridoi della scuola, si comportava come se niente fosse mai accaduto. Taehyung, nonostante ci stesse male, non ne aveva fatto un dramma, né una colpa a Jungkook; si ricordava perfettamente di come il ragazzo fosse stizzito dai commenti pettegoli degli altri studenti,e dentro di sé, cerca di autoconvincersi che quell'atteggiamento era dovuto al fatto che Kook non volesse dare nulla della quale parlare a quelle civette, rendendoli così pane per i loro denti.
Il giorno del ballo, però, si avvicinava sempre di più, e Tae non sapeva nulla di nulla, poichè Jungkook non gli rivolgeva neanche la parola. E poi, alla fine, quella sera arrivò. Tae arrivò a scuola con Yoongi, Jin, Namjoon e Hobi, naturalmente. Era davvero tanto in ansia, e gli amici cercavano di rassicurarlo sul fatto che Jungkook, anche se in ritardo, sarebbe arrivato prima o poi. Non successe, però. Nonostante Tae lo avesse atteso per tutta la serata, Jungkook non si era fatto vivo. La delusione era l'unico sentimento che riusciva a sentire dentro di sé il corvino, che, dovette ricredersi. Aveva constatato con mano che il ragazzo che tutti descrivevano come antipatico, stronzo e menefreghista, in realtà fosse gentile e premuroso, almeno come era stato con lui quella sera. Lo aveva sopravvalutato.
Uscì dalla palestra della scuola, addobbata a festa per l'evento, con le lacrime agli occhi per la tristezza. Quando poi vide Jungkook, affiancato da Jimin, che, seduti su di una panchina, parlavano di quanto fosse stato patetico il sottoscritto a credere alla proposta di prendere parte al ballo insieme, non ci vide più. Con passo veloce si posizionò davanti alla figura del ragazzo che più di tutti l'aveva deluso, e, senza riflettere, parlò, svuotando la sua mente una volta per tutte.
T:" Sai Jeon, la sera di Halloween ho veramente creduto che la persona che avessi davanti fosse il vero te, poiché avevo creduto per tutto il tempo che fossi meschino, menefreghista, antipatico e spocchioso. Pensavo che quella fosse solo una maschera, e che con me ti fossi mostrato per come sei, ma mi sbagliavo di grosso. L'unica maschera finora indossata da te era quella del ragazzo gentile, dolce e premuroso. Sei proprio come una moneta di bronzo: vali poco e hai due facce. Non mi vergogno di aver creduto alle tue parole, e di soffrire per te, ma tu, caro, dovresti vergognarti di ciò che sei. La ruota gira per tutti, prima o poi, e spero che, quando arriverà il tuo turno di toccare il suolo durante il giro, ci sia una grossa merda sulla strada. Sei tutto quello che critichi delle persone che ti stanno intorno e che parlano di te, se non peggio. Non meriti nulla, neanche la mia rabbia. Fai semplicemente schifo. Quando tornerò in Corea mi ricorderò di questo incredibile posto, delle magnifiche persone che mi ha fatto conoscere, ma non di te. Cambiare è la regola della vita, e mi auguro che la seguirai al meglio, perchè se speri di andare avanti con quell'atteggiamento di superiorità che ti mangia dentro, beh, tesoro mio, non andrai per niente lontano."
Mentre Jimin era rimasto palesemente di stucco alla cattiveria e al coraggio inaspettato ,anche da parte del medesimo ragazzo, Jungkook, semplicemente annuì. Non poteva e non voleva assolutamente controbattere, perché era ben consapevole che tutte le cose dette da Tae fino a quel momento erano vere. Da quel giorno, però, fu proprio Jungkook a cercare gli sguardi del corvino tra la gente, a cercare ogni minimo contatto, che però, veniva puntualmente rifiutato.
Aveva veramente esagerato quella volta, e sapeva bene che, più di tutti, aveva ferito se stesso in primo luogo. Jungkook era veramente interessato a Taehyung, ma la sua reputazione veniva prima di tutto, e non aveva avuto coraggio di presentarsi alla festa affiancato dal ragazzo che più di tutti, in cuor suo, in realtà voleva alla sua destra.
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//𝑖𝑜,𝑡𝑒, 𝑖𝑙 𝑚𝑎𝑟𝑒.//
Fanfiction"Potrei aspettarti anche cento anni. Potrei mettermi qui a guardare il mare fino a che non tornerai a provare qualcosa per me. "