Capitolo 20

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Dopo la conversazione di ieri sera sono subito tornata a casa, ho fatto le solite faccende e mi sono portata avanti con lo studio per tenere la mente occupata.

Prima di andare a dormire però iniziai a pensarci.

Ho riflettuto a lungo su quanto accaduto, sono stata presa dal momento e non mi sono fermata a ragionare.

Mentre ieri sera ho ripensato con calma a tutto quello che i miei occhi hanno visto, senza tralasciare nessun dettaglio.

Durante la partita c'è stato un momento in cui Makoto si è voltato verso di me.

Non me ne ero accorta perché avevo appena scoperto il modo in cui giocava a Basket, ero parecchio scossa, ma si vedeva chiaramente che era dispiaciuto.

Ho potuto riflettere sull'accaduto perché non ero trascinata dalle emozioni, cosa che appena terminata la partita non ero in grado di fare.

Sono stata io a sbagliare.

Non mi piace vederlo triste, soprattutto se sono stata io a causare questo suo stato d'animo.

Quando ho iniziato a rifletterci l'ho capito.

Quell'istante in cui si è voltato verso di me, con quell'espressione, è stato in quel momento che ho perdonato ciò che mi aveva tenuto nascosto.

Se non gli fosse veramente dispiaciuto non mi avrebbe mai guardata in quel modo.

Subito dopo essersi girato ha sbarrato gli occhi, è evidente che mi abbia vista piangere, forse una parte di lui sperava non fossi lì.

Quel suo gesto mi basta per capire quanto tiene a me, poi voglio vederlo sorridere.

Le lezioni sono terminate da poco, visto che ora ci sono le attività dei club non ho molto tempo per parlare con Makoto, devo sbrigarmi.

Dopo aver preso le mie cose mi sposto davanti alla sua classe, esitando un attimo prima di entrare.

Se non mi affaccio da fuori non riesco a vedere tutti i banchi e il suo potrebbe benissimo essere tra quelli in fondo.

Non conosco nessuno dei suoi compagni di classe a parte il ragazzo che mastica sempre una cicca, essendo abbastanza timida entrare così in una classe di persone che non conosco mi mette agitazione.

Ho fatto qualche passo avanti ma non vedo Makoto, il che è molto strano, di solito non è così veloce ad arrivare in palestra.

"Se cerchi Hanamiya è andato via prima." dice il ragazzo dai capelli grigi, restando seduto con la schiena distesa sullo schienale della sedia.

Deve avermi vista un po' spaesata.

"È andato via prima? È già in palestra?"

"A casa. Ha detto che aveva delle cose da fare."

Non aveva delle cose da fare, sono sicura sia a causa mia se non se la sentiva di rimanere qui a scuola, stava ancora male per quanto accaduto.

Mi sono arrabbiata con lui senza fermarmi a pensare alle conseguenze, sono stata una stupida.

Durante la partita mi sono sentita presa in giro, mi aveva tenuto nascosto quel suo lato violento e non sono stata per niente bene ma non ho pensato a come potesse sentirsi lui.

Non gli ho chiesto come stava quando avrei dovuto farlo.

Mi aveva vista piangere, aveva un espressione di qualcuno che avrebbe voluto asciugare le mie lacrime.

𝐴𝑠 𝑦𝑜𝑢 𝑎𝑟𝑒 [Hɑnɑmiyɑ Mɑkoto X OC] (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora