Mali, 12.12: Calum, è il decimo messaggio che ti mando. Ti prego, rispondimi, chiamami, mi va bene anche uno stupido messaggio per sapere se stai bene. Ti prego Cal, sono due notti che non dormo. Mamma vuole chiamare i carabinieri. Torna, ne parleremo e tutto si aggiusterà. Non mi interessa se sei gay, non mi interessa, e ti voglio troppo bene per giudicarti. Me n'ero accorta, ma sono stata zitta. E continuerò a farlo, continuerò a soffrire in silenzio, però ti prego. . . sto per morire di paura. Stanotte mi sono svegliata urlando. Ho avuto un incubo. Sono venuta in camera tua e mi son messa nel tuo letto. Il cuscino è impregnato del tuo profumo. Non ho pianto, perchè se ci fossi stato tu mi avresti mandato via, con una faccia da scemo. E ciò mi ha fatto sorridere. Ho sempre avuto paura di morire a causa di un incidente, o malattia. Ma credo che è la tua assenza a farmi morire, lentamente e atrocemente. Non mangio da due giorni. Credo che se la situazione andasse avanti così, allora invocherei felicemente la Morte. Vorrei averti solo tra le mie braccia e dirti che sei l'uomo più coraggioso del mondo. Ma so che è impossibile. Ti prego, torna presto.
Calum rilegge il messaggio quattro volte di seguito, man mano la vista si fa più oscurata dalle lacrime. Come può fare questo a sua sorella? Come può uccidere la ragazza che ama? Prende un enorme sospiro, e comincia a digitare con mano tremante.
" Mali—Koa", "No!" pensa, cancellando. "E' complicato", "NO!". Chiude gli occhi, mentre il buio lo circonda. E' faccia a faccia con lui, il suo acerrimo nemico, il più temuto, la sua paura più profonda.
"Stupido ragazzino, non sei altro che una malformazione del genere umano. Lo scandalo della tua famiglia. Lo scarto. Cosa stai aspettando ancora? Vattene. Suicidati. Tutte le persone attorno a te saranno più contente e tranquille senza te accanto. Tua madre vivrà in pace, senza quel chiodo fisso nel cuore, col pensiero costante di dover pagare una delle tue visite costose da quei dottoroni. Ciarlatani, in realtà. Va' via, Calum Thomas. Non è posto per te, questo. "
"Ashton mi ama."
"E' soltanto un' infatuazione. Presto troverà qualcuna con cui rimpiazzarti. Non devi fidarti di lui. Lo conosci appena, pft! Non andrete lontano, tu e lui!"
"A volte non conta il tempo. A volte il quesito non è / / da quando / /, ma / / come / /. Lui mi ama e io amo lui. Ci sono persone che viaggiano per terre immense, decenni, per trovare il pezzo mancante della loro vita. E quando lo trovano, possono affermare di vivere in una pace eterna."
"Ah, ma sentiti! Sciocco, illuso. La pace eterna non esiste, non la si trova da nessuna parte. Presto capirai che stai combattendo per una causa già persa. Non ci penserà due volte a spezzarti il cuore. Rassegnati, uno come te è destinato a vivere infelicemente."
"Io sono felice con quello e con chi ho attorno."
Apre di nuovo gli occhi a mandorla, velati dallo strato di lacrime che aspetta pazientemente di scendere.
Calum, 12.20: Tornerò. Tornerò, ma ti prego, resisti. Fallo per me.
Poggia il telefono sul comodino, fissando il soffitto della camera. Il letto è veramente comodo, non come quello che ha in camera sua. Gli manca Banana, il cane che semina bava a destra e a manca. Gli manca la risata cristallina e contagiosa della sorella, il profumo del caffè mattutino, il suo basso, amico fedele che ha dovuto subire gli innumerevoli sfoghi adolescenziali del padrone, i suoi bei CD custoditi con cura. Gli manca quello spazio di casa dove lui era il re. Ma non deve pensarci, non deve cedere alla tentazione di tornare a casa. Non può.
‹ Calum! › Francis spalanca la porta, avviandosi verso il cugino. ‹ Tua madre ha chiamato in carabinieri! ›
Il sangue si gela improvvisamente nelle vene del giovane, il quale rimane basito davanti alla fanciulla. Spinge il busto in avanti, incitandola a continuare. ‹ Hanno un mandato a casa di Luke—E M-Michael. Anche a casa di Ashton. E—› Francis abbassa lo sguardo ‹ Anche qui. › La pelle ambrata di Calum muta, come se diventasse porcellana. " Mi troveranno ". E' il primo pensiero che attraversa la mente del giovane Hood. Altri pensieri, associati a quello principale, lo portano a scattare in piedi, raccogliendo le cose sparse per la camera. ‹ Cal—, io non ho detto a nessuno c-che stai a casa mia. . .momentaneamente. › Calum si rigira, buttando una maglia a righe nello zaino, dopodichè si avvicina alla cugina, poggiando entrambe le mani sulle spalle della fanciulla. Abbozza un sorriso, e nota che gli occhi nocciola della ragazza sono leggermente colorati di rosso. Ciò vuol dire che ha pianto, o che lo sta per fare. ‹ Torna a casa Calum. . .Tua sorella non sta per niente bene. › Sussurra la bionda. Ma lui scuote la testa, nel mentre ingoia un groppo formatoglisi alla gola. Imita un "Grazie" con la bocca, lasciandole un bacio in piena fronte. Fatto questo, si avvia verso l'uscita di casa. Dove andrà?
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Social Casualty || Cashton. [ #Wattys2015 ]
Hayran Kurgu‹‹ Sei un tipo di poche parole; non sorridi quasi mai, ma... ›› Ashton si stringe nelle spalle, e in quell' atto lascia intravedere tutta la dolcezza che possiede nel cuore. ‹‹ ...ma mi piaci. ››