OTTAVO CAPITOLO.

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*Harry pov's*

Un raggio di sole illuminava la stanza, aprì gli occhi, fissavo mia madre quella donna che mi aveva messo al mondo, ne aveva passate tante per colpa mia.

Ho perso il conto di quante volte è stata in ospedale per colpa mia, quante volte è stata convocata dal preside del liceo, quante multe da pagare, sono un peso, un fottuto fardello da portare dietro per tutta la vita. -Pensai mentre mi avviavo verso il bagno.

"Harry sei in bagno?" la sua voce era assonnata e stanca.

"Sì mamma, dovresti andare a casa e riposare sto bene, davvero." mentì

"Harry caro, non mi va di lasciarti da solo"

Qualcuno bussò alla porta, scrollai le goccie di urina dal mio membro, il camice verde mi stava stretto, ma ora sapevo cosa si provava ad indossare una gonna, e non era per niente male.

"Ciao" farfugliò Louis

Mi limiti a fissarlo.

"Ciao Louis come stai?" Disse mamma con un sorriso radioso.

"Bene grazie signora Styles". sorrise

"Oh su dai mamma, torna a casa c'è Louis qui con me." dissi guardandolo.

Si limitó ad un cenno con la testa, prese la borsa, mi stampó un bacio sulla fronte e si chiuse la porta alle sue spalle, mi misi comodo sul letto, incrociai le gambe lasciando intravedere la mia intimità.

"Resti comunque uno stronzo" disse sorridendomi.

"Louis so cosa ho fatto, ed è una cosa orribile sei libero di non perdonarmi, e tranquillo non mi avrai ancora per molto tra i piedi" tirai le coperte e mi stesi.

"Oh su dai Harold, non fare il melodrammatico" mi prese la mano e ci stampò un bacio casto sulle nocche

Lo fissai con lo sguardo più minaccioso che avevo, ma alla fine mi scappò un sorriso.

"Sai sentivo tutto.." confessai.

"Davvero? Cosa hai sentito" lo stupore nelle sue parole era percettibile

"Che hai lasciato Derek" festeggiai.

"Dettagli, ma ciò non cambia nulla"

"Non voglio che cambi qualcosa, non ti merito sono un fottuto disastro, finirei per farti soffrire." mi rimproverai.

"Oh Harry, mi hai già fatto soffrire abbastanza, dubito che tu possa fare altro per farmi stare male."

I suoi occhi si riempirono di lacrime fino a rigargli il viso, piangeva, piangeva di nuovo per me.

Un infermiera entrò in camera, e Louis si rifugiò in bagno per nascondere quelle emozioni devastanti. 

"Signorino Style, questo è l'ultimo lavaggio, oggi pomeriggio potrebbe tornare a casa e non appena tolto il gesso dovrà fare riabilitazione"

Annuì, alle spalle del l'infermiera si aprì la porta ed entrarono Colton, Ludovica e Lydia.

Parlammo del più e del meno per circa due ore, poi rimasi solo, ancora una volta.

Mi limitavo a fissare il soffitto, gli occhi erano diventati pesanti, cercai di lottare ma caddi in un profondo sonno.

*I rami secchi si rompevano sotto i miei piedi mentre la pioggia cadeva, lui correva, non riuscivo a raggiungerlo era lontano, era un faro nel buio immenso, quel buio ero io*.

Mi svegliai con il dolce suono della voce di mia madre, parlava con un infermiera.

"Harry ho preparato le tue cose, vestiti andiamo via, si torna a casa" un sorriso a trentadue denti gli apparve in volto.

"Mamma vorrei tornare al campus, non mi va di tornare a casa"

"Come vuoi, vestiti che tuo padre ci aspetta in macchina"

Durante in tragitto pensai a tutto l'accaduto, non potevo far finta di nulla dovevo fare qualcosa, dovevo capire chi ero, cos'ero.

[..]

"Harry, stai attento davvero non voglio un altra chiamata come quella di 4 giorni fa, siamo stati in pensiero".

"Scusate, farò più attenzione, promesso." Mi chiusi lo sportello della macchina alle spalle.

In camera era tutto come avevo lasciato, presi lo zaino, dei box-er, dei calzini, un paio di pantaloni e delle T-shirt, afferrai la carta di credito e scrissi un messaggio.

Da: Haz.

Col, vado via.

Da quando siamo qui va tutto male, ho capito di essere gay o bisessuale non ne ho idea, sono confuso devo starmene da solo non cercatemi per favore, starò bene.

Avrei voluto raccontare tutto, ma non avevo voglia di rimuginare sul passato, mi chiusi la porta della camera alle mie spalle, spensi il cellulare e mi avviai verso una meta non ancora stabilita.

Another way of love. ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora