*Louis's pov*
Era via da ben 6 mesi, nessuno aveva sue notizie, nessuno sapeva dove fosse, cercavo indizi, cercavo l'amore che provavo per lui, ma ormai ero abituato, ero abituato a sentirmi pieno per metà.
Colton era costretto a mentire ai genitori di Harry almeno due volte a settimana, la cosa non sarebbe durata, prima o poi avrebbero scoperto della fuga del figlio.
Lydia continuava ad assillare costantemente, continuava ad inventare cavolate, diceva che sarebbe tornato, diceva che aveva bisogno solo di tempo, del tempo che non avevamo.
Colton era disperato, continuava a provare di tirarmi fuori dal giro dell'hascisc, ormai ne ero dentro fino al collo, non ero mai pulito, non ero mai me stesso.
La mia risposta era sempre la stessa: 'Se esco dal giro dell'hascisc ho bisogno del suo giro, ma non è possibile.' Lui mi guardava e andava via, ormai si era arreso.
Sapevo benissimo che a breve sarei passato nel giro degli acidi, per poi arrivare al giro dell'eroina, si sapeva che dopo quel giro c'era il capolinea, il giro della morte, dove tutto tace, dove tutto è fermo, dove si smette di soffrire, dopotutto la vita è un continuo girare, ero stanco di girare, ero fermo.
'Louis, non puoi startene sempre su quella panchina devi reagire' Ignorai la voce stridula di Lydia e accessi una sigaretta.
'Cazzo Lou sto parlando con te' sbuffai espellendo il fumo.
'Non sfracassarmi i coglioni'. Il suo viso si rattristí, mi abbracciò.
Le lacrime facevano a gara sulle mie guance.
'Tornerà, vedrai tesoro' mi limitai ad annuire, ormai non credevo più a nulla.
-
*Colton's pov*
Il telefono squillava, era una routine ormai:
'Pronto?'
'Col, come stai?' disse il riccio con noncuranza.
'Io bene, ma Louis, non è più lui, si droga, beve, non è più il vecchio e caro Louis.' lo rimproverai.
'Col basta, lo sto facendo per lui' disse a denti stretti
'no Harry, basta scappare dai problemi devi affrontarli caccia le palle, dio santo.' sbraitai.
'Colton, te lo dico ora e non te lo ripeto più:
Io lo amo, amo il suo modo di fare, amo il suo sorriso, amo quel suo modo di insultarmi, amo quella sua aria di superiorità, amo tutto di lui, lo amo. Ma sono stanco di vederlo soffrire, sono stanco di essere debole, lui è la mia debolezza più grande, lui mi rende vulnerabili, e vorrei dimenticare, vorrei tornare indietro e vorrei illudermi che sarebbe andata bene, ma non è andata, non è andata bene.
E sappilo, non sono più il caro Harry dolce e sensibile quello al cui forse importava qualcosa di cosa pensassero, quello pieno di gioia, quello pieno di paura ora come ora, sono me stesso.'
La sua voce venne spezzata dalle lacrime e chiuse la chiamata.
Bussarono alla porta, il cuore cominciò a galoppare, speravo fosse lui, Harry! il mio migliore amico.
'Col, ho fregato l'hascisc rimanente a Louis'
'Oh ciao Lydia' dissi deluso.
'Cosa c'è? aspettavi qualcuno?' la sua espressione era interrogativa.
'No va tutto bene, dai fumiamola' non riuscì a trattenere quelle parole, ormai Lydia era già al lavoro per chiudere quelle canne, mi sarei drogato.
[..]
Eravamo stesi sul pavimento, ero sballato, era sballata, fissavamo quelle crepe sul soffitto, quelle pareti che avevano visto molte vite, avevano conosciuto tante persone, erano state importanti per tanti, erano state la salvezza di tutti, il suo respiro interruppe i miei pensieri.
Il mio sguardo si posò su di lei, mi voltai verso di lei, lei fece lo stesso.
Dopo pochissimi secondi le nostre labbra si toccavano mentre le nostre lingue esploravano un territorio sconosciuto.
La sua mano salì lungo la gamba fino a premere sulla mia erezione che a sua volta pulsava contro il suo dolce tocco, gli tolsi la felpa ed il reggiseno, le mie mani gli palparono il seno, strinsi delicatamente i suoi capezzoli che divennero duri al mio tocco soave, dalla sua bocca partirono piccoli gemiti, mentre si mordeva il labbro inferiore.
Mi tolse la T-shirt, e mi baciò con foga, la mia mano percorse tutto il suo busto fino ad arrivare sull'elastico delle mutande, molto lentamente infilai le dita nella sua intimità, prima l'indice, poi il medio.
Le sue pupille si dilatarono, le sue guance si colorarono di un rosso caldo, era bellissima.
Gli sfilai i pantaloni e le mutande, gli diviaricai le gambe e cominciai a mordicchiare il clitoride dolcemente, e leccai ogni singolo centimetro della sua intimità, mentre le sue mani affondavano nei miei capelli e i suoi gemiti diventavano urla di piacere.
Scalciai via jeans e box-er, cominciai a toccare la sua intimità con la mia erezione, con un gesto rapido la penetrai mentre i miei occhi erano fissi nei suoi.
La dolce e calda sensazione invase il mio membro, presi ritmo, le sue mani lasciavano graffi lungo la mia schiena, sussurrò il mio nome mentre la lussuria ci trascinava nel vortice del piacere.
-
*Louis's pov*
Non importa, da fatto o non, lui non spariva, lo sapevo benissimo, lui era sempre lì, sul fondo del mio cuore, nonostante i continui consigli:
"Mettilo in un cassetto e butta la chiave"
Sì, io l'avevo messo in un cassetto, ma la chiave l'avevo soltanto persa.
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Another way of love. ||Larry Stylinson||
FanfictionAvevo solo 16 anni, a scuola mi reputavano un 'figo' solo perché avevo avuto rapporti sessuali con un po' di ragazze. Il mio migliore amico, era stato lui a violare le mie labbra per la prima volta, Louis era stato lui, pensavo fosse normale. Erava...