SETTIMO CAPITOLO.

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*Harry pov's*

C'era solo dolore. La testa, il petto... dolore lancinante. Il fianco, il braccio. Dolore. Dolore e voci sussurrate nel buio. "Dove sono?" Provai ad aprire gli occhi, ma non ci riuscì.

Le parole sussurrate diventarono più chiare.. un faro nell'oscurità.

"Ha delle contusioni alle costole,un braccio rotto e una frattura alla testa in corrispondenza dell'attaccatura dei capelli. I parametri vitali, però, sono buoni e ancora stabili"

"Perché è ancora privo di sensi?"

"Miss Styles, ha subito un forte trauma cranico ma la sua attività celebrale è normale e non ci sono edemi. Riprenderà i sensi quando sarà il momento."

"I suoi amici possono fargli visita?"

"No signora, per ora solo i familiari"

Oddio Louis, fatelo entrare per favore, cercai invano di pronunciare quelle parole, nulla si mosse, nulla reagì.

Mi rilassai e l'incoscienza mi reclamo di nuovo, sottraendomi al dolore.

[..]

Era tutto pesante e dolorante; gli arti, la testa, le palpebre, non riuscivo a muovere nulla. Mentre riemergevo dalla nebbia, il ritorno alla coscienza si liberò sopra di me, come una luce nel buio che non riesco a raggiungere. I suoni diventarono voci.

"No, non mi muovo da qui"

Louis è qui, cercai di svegliarmi. La sua voce era tesa, un sospiro straziato.

"Louis dovresti dormire un pó"

"No Col, voglio esserci quando si sveglierà"

"Starò io qui, è il minimo che possa fare dopotutto è anche un po colpa mia".

La nebbia scese di nuovo su di me.
[...]

La nebbia si rialzó, ma non avevo nessuna percezione del tempo.

"Sono 3 giorni che è in queste condizioni, per colpa tua."

"Credimi Louis non ero in me, non sono una puttana"

Louis era ancora lì, al mio fianco. Cercai di combattere contro la nebbia.. ma caddi di nuovo nella spirale dell'oblio.

[..]

"Louis, devi mangiare e riposare torna all'università"

"No Derek è colpa mia se è in queste condizioni"

Il lurido frocio che si fotte Louis è qui. Cercai di muovere la testa, ma mi scontrai con un ostinato, indifferente silenzio da parte del mio corpo.

"No, è stato lui a seguirti fuori, e non ho ancora capito cosa cazzo vuole da te"

"Derek, cazzo smettila mi innervosisci"

"Tu sei mio, deve capirlo"

"Non più, Der, non più.

Il mondo intorno a me si allontanò e l'oblio mi rapì ancora una volta.

[..]

Mmh. Sfregava la barba ispida sul dorso della mia mano e intanto mi stringeva le dita.

"Harold ti prego torna da me, mi dispiace di aver reagito così, hai ragione non sono nulla, non posso pretendere nulla."

Ci stavo provando, volevo vederlo. Ma il mio corpo non rispondeva, caddi addormentato ancora una volta.

[..]

Avevo un urgente bisogno di pisciare, aprì gli occhi.

Ero nell'ambiente pulito e sterile di una stanza d'ospedale. Era buio tranne per una piccola lampada sul comodino al lato del letto. Mi faceva male la testa, il petto e il braccio, vidi l'ago della flebo infilato all'altezza del gomito nel braccio non ingessato. Girai la testa, notai mia madre che dormiva seduta accanto a me, aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate.

Cercai di alzarmi, caddi portando la flebo con me.

"Harry!" sobbalzò.

"Ciao mamma"

"Torna a letto, non sei in condizioni di muoverti" mi rimproverò

"Devo pisciare" sorrisi.

La donna scoppiò il lacrime, mi alzai e la abbracciai con quel poco di forza che mi era rimasta"

"Ho avuto paura di non sentire più queste parole"

"Mamma, non sono una femminuccia" dissi imbarazzato

O lo ero? Cioè mi piaceva un ragazzo, ma fino a prova contraria avevo ancora il mio pene.

"Su vai in bagno, poi a letto". ordinò.

Mi accarezzava i capelli, il suo profumo mi rassicurava mentre i miei occhi si facevano pesanti.

"Ti voglio bene mamma"

Accennó un sorriso, e mi addormentai.

Another way of love. ||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora