7 - O la va o la spacca

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Continuiamo a chiacchierare del più e del meno, evitando di parlare di lavoro, e una volta che tutti hanno finito le proprie pizze, i ragazzi iniziano a spostarsi nel soggiorno, una grande stanza con al centro un divano altrettanto enorme e un tavolino al centro, iniziando a bere.
Un tonfo improvviso mi risveglia dai miei pensieri, spaventandomi, tanto che salto sulla sedia e i pochi rimasti intorno a me se ne accorgono.
«Banner, guarda che hai fatto!»
Bruce aveva appena fatto cadere gli scatoloni con tutti gli avanzi, ora riversati al suolo. Non so per quale motivo, ma quel suono brusco mi ha riportato con la testa al momento dell'esplosione e rabbrividisco al ricordo.

«Keira tutto bene?»
Mi chiede Thor, mente io continuo a fissare gli scatoloni sul pavimento.
«Si.. si»
Nat viene accanto a me e mi accarezza dolcemente la spalla con fare protettivo, così alzo lo sguardo e le sorrido.
Ultimamente mi è molto vicino e gliene sono grata, la sua presenza qua dentro è diventata fondamentale per me.
Solo quando mi alzo dalla sedia mi rendo conto di quanto sia stanca, infatti sbadiglio sonoramente, mentre Peter mi saluta e si dirige verso la sua stanza, tirando fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Wanda e Visione iniziano a mettere a posto la cucina e mi prendo un attimo per osservarli: erano talmente in sintonia da sembrare un tutt'uno e le caratteristiche dell'uno completavano quelle dell'altra. Sembra che vivano in una dimensione tutta loro, tra sguardi complici e carezze.
«Dai Key vieni qui, stiamo vedendo chi riesce a sollevare il mio martello!»
Dice Thor con il tono di un bambinone viziato,  sedendosi pesantemente sul divano e risvegliandomi dai miei pensieri.
«Key?»
Nessuno mi aveva mai chiamata così prima d'ora e sorrido all'idea, pensando che non sia poi un soprannome così terribile.
Tutti i presenti mi guardano scuotendo la testa e, ridendo, ci avviciniamo al Dio del tuono e al suo insollevabile attrezzo.

«Thor non credo che-»
«Dai, direi che te lo meriti un po' di divertimento!»
Nonostante la stanchezza, acconsento, anche perché potenzialmente non ha tutti i torti.
Sospiro mentre mi lascio cadere sul divano e uno ad uno gli Avengers fanno a turno per provare a sollevare quel cavolo di martello.

Prima Clint, che fallisce miseramente - e a dir la verità non mi dispiace affatto - poi Tony e Bruce, ma tutti non ne sono in grado.
Nat passa, quindi tocca a Steve e il martello si sposta di qualche millimetro, infatti Thor rimane un attimo interdetto, ma poi continua a ridere insieme agli altri.
«Ragazza, tocca a te»
Avendo visto lo sforzo di Steve e gli altri sono convinta di non esserne capace, ma mi arrendo all'insistenza di Thor, quindi sospiro.
«E va bene»
Mi alzo lentamente, sotto lo sguardo attento di tutti, e mi avvicino al martello, mentre l'agitazione sale dentro di me.

«O la va o la spacca»
Sussurro abbozzando un sorriso, finché la mia mano tocca il martello.
Cerco di sollevarlo con cautela, pensando fosse troppo pesante, invece in pochi secondi sventolo l'oggetto qua e là, vantandomi con tutti quelli che non ci sono riusciti e ballando davanti a Thor, che mi guarda con la bocca talmente aperta che potrebbe toccare il pavimento.
«Ma stiamo scherzando?»
Chiede Clint, probabilmente esasperato dalla mia presenza.
«Thor, chiudi quella bocca»
Dice Tony, mentre Steve gli dà qualche pacca sulla spalla e Nat mi guarda ridendo.
Continuo a ridere, impressionata da me stessa, finché una strana scarica si fa strada per il mio braccio e realizzo che il martello sta diventando sempre più pesante.

«Signor Stark, ho finito i compiti, posso... woah, Keira stai bene? Hai gli occhi viola»
Dice Peter scendendo velocemente le scale e tutti gli occhi si posano nuovamente su di me.
Thor si alza immediatamente e mi toglie il martello dalle mani, appoggiandolo sul tavolo, mentre Steve mi si avvicina e mi prende i fianchi, aiutandomi a stare in piedi proprio nel momento in cui un capogiro mi fa perdere l'equilibrio.
Per qualche secondo rimango disorientata, sentendomi come se qualcuno mi avesse tolto tutta l'energia che avevo in corpo, finché inizio a sentire una sensazione familiare e apro di scatto gli occhi, fissando Wanda, spaventata.
«Keira, cerca di controllarlo»
Mi dice lei venendo verso di me lentamente, mentre inizia a muovere le mani in aria creando delle scintille rosse in segno di difesa.
«Wanda non... c-cosa succede? Non sto facendo niente!»
«Lo so, lo so, stai tranquilla»
Si avvicina ancora di più fino ad arrivare davanti a me e mi prende lentamente le mani, infatti avverto una scarica di energia che mi fa sobbalzare.
Fa segno a Steve di allontanarsi, mentre la mia testa inizia a pulsare e sento il mio corpo irrigidirsi, sensazione che però dopo qualche secondo scompare.

«Shh, è finita, sei stata bravissima»
Mi dice, tirando un sospiro di sollievo, mentre io la fisso nella confusione più totale. Non so nemmeno cosa sia successo: sembra che lei sia riuscita a dissolvere l'energia che avevo accumulato, facendolo persino risultare facile.
«Questi trucchi da streghe mi daranno alla testa»
Dice Tony visibilmente preoccupato mentre io ringrazio la rossa, per poi rivolgere lo sguardo sul martello di Thor, appoggiato sul tavolo.

C'è qualcosa di strano, infatti dopo qualche secondo rimasta a fissarlo, noto una piccola crepa vicino all'impugnatura e metto le mani davanti alla bocca.
«Oddio Thor mi dispiace»
Il Dio del tuono segue il mio sguardo e quando vede la spaccatura rimane scioccato, per poi avvicinarsi lentamente all'attrezzo.
Lo solleva normalmente, quindi tiro un sospiro di sollievo, convincendomi del fatto che non posso andare avanti così e devo allenarmi al più presto con Wanda, visibilmente scossa da ciò che ho appena causato.
Rassicurante direi.

Il fatto che lei sia spaventata mi inquieta non poco, infatti quando se ne accorge cerca di ricomporsi e mi rivolge un sorriso visibilmente finto, infatti la sua incertezza è evidente.
«Non so cosa e come tu abbia fatto ma sembra tutto a posto, quindi non ti preoccupare»
Dice Thor sorridendomi, per poi tornare a sedersi sul divano come tutti gli altri, ancora titubanti su ciò che ho appena fatto.
«Wanda-»
Le afferro un braccio prima che si allontani e lei si gira sospirando, evidentemente perché non voleva esprimere le sue preoccupazioni.
Rimaniamo per qualche secondo a guardarci dato che non so bene cosa dire, ma poi è lei a rompere il silenzio.
«Keira riposati, ne hai bisogno. Domani ne riparleremo, ok?»
Mi chiede dolcemente e alla fine acconsento, iniziando ormai a sentirmi esausta.
«Ragazzi io vado a letto»
Dico, mentre sento Steve studiarmi come se volesse capire cosa mi passasse per la testa.
«Hai bisogno di qualcosa?»
Mi chiede Nat avvicinandosi a me e Wanda.
«No Nat, solo di dormire»
Le sorrido e infine mi allontano, iniziando a salire le scale, per poi buttarmi sul letto una volta arrivata in camera e sperare di addormentarmi il più presto possibile.

Sono passate non so quante ora da quando ho toccato le lenzuola, ma non riesco a prendere sonno.
Appena chiudo gli occhi, rivivo tutto ciò che mi è successo nel giro di una giornata, quindi mi sono limitata a fissare il soffitto e pensare, tra i rumori della notte.
Mi giro e rigiro nel letto e, dopo altri cinque minuti, decido di scendere al piano di sotto e bere qualcosa in cucina, per ingannare il tempo e allo stesso tempo sperando che mi venga sonno.

Visto che indosso solamente una canottiera e dei pantaloncini metto un golfino addosso e piano piano mi avvio verso le scale, cercando di non fare tanto rumore.
Arrivo in cucina e apro il frigorifero gigante: fortunatamente questo posto è ben rifornito e ho un'ampia scelta. Alla fine prendo del succo d'arancia, il mio preferito, e mi siedo su una delle tante sedie del tavolo, ora vuoto.
Mi costringo a non pensare, anche se la mia testa vorrebbe dare delle risposte ai mille interrogativi che ancora ho, e alla fine finisco per riflettere su come io abbia fatto a danneggiare Mjollnir.
Finisco il bicchiere in poco tempo e, dopo qualche minuto passato a fissare il vuoto e costruire teorie invano, mi alzo, ma sento dei rumori strani provenire dal corridoio.
Il cuore mi inizia a battere più forte mentre, non trovando altro, mi faccio più vicina con il bicchiere come arma difensiva.
Beh ora si che mi posso difendere.

Scaccio i pensieri più negativi e mi avvicino il più possibile, fino ad arrivare ad appoggiarmi con la schiena sulla parete che mi separa dal corridoio.
Faccio un respiro profondo e improvvisamente mi giro, stringendo il bicchiere tra le mani come se fosse un bastone.
«Ehi ma che cavolo vuoi fare!»
Mi dice Steve afferrandomi i polsi per evitare che lo colpissi e facendo qualche passo indietro.
Oddio.
I nostri visi sono pericolosamente vicini e mi tiene le mani sollevate sopra la mia testa, mentre si sentono solo i miei respiri affannosi.

Quegli occhi blu sembrano squadrarmi da cima a fondo e quando ritornano all'altezza dei miei, la mia testa inizia a non capire più nulla.
Mi riprendo dopo qualche secondo e mi allontano, ma distolgo lo sguardo appena noto come la maglietta che aveva addosso gli fasciasse il fisico scolpito.
«Scusa, io.. pensavo ci fosse qualcuno»
«E volevi usare un bicchiere come arma?»
Lo fulmino con lo sguardo e lui scoppia a ridere, mentre si siede su una sedia vicino a me.

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The old man I'm in love withDove le storie prendono vita. Scoprilo ora