3 - Spiegazioni

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«Quindi gli ulkos sono venuti qui per.. me?»

Sono seduta su una della sedie della sala, con tutti gli avengers con gli occhi puntati su di me, mentre Steve e Nat sono al mio fianco.
Ormai siamo qua da un'ora: dopo le presentazioni - sì, ho conosciuti tutti e dico tutti quanti, infatti non mi ricordo la metà dei loro nomi - la squadra si è riunita perché, da quello che ho capito, gli ulkos non hanno attaccato solo New York, ma anche Asgard, la città di Thor, oltre che altri paesi del mondo.

Durante la loro riunione privata ho avuto un po' di tempo per me stessa e ho potuto ambientarmi nel loro quartier generale, che è veramente enorme, mentre sentivo gli altri discutere animatamente.
Ho pensato e ripensato a tutto ciò che è successo e sono riuscita a metabolizzare un po' di novità, anche se ancora stento a credere di non essere una persona come le altre, soprattutto se penso che i miei genitori mi hanno mentito per tutti questi anni, nascondendomi la mia vera natura.

Dopo una mezz'ora trascorsa a fare avanti e indietro nel salone, Tony mi ha permesso di entrare nella stanza delle riunioni, dove mi hanno accolta quasi tutti sorridendo, tranne per Thor e occhio di falco, un po' scettici sul fatto che io non sapessi cosa stava succedendo.
Mi hanno spiegato le cose base da sapere, i loro poteri, il loro lavoro e in che cosa consiste, ma Tony non ha proferito parola su di me o quei test che hanno fatto.
Inoltre Loki, il fratello di Thor, è ora chiuso in una cella al piano di sotto, perché lo hanno definito "potenzialmente pericoloso", infatti il Dio del tuono lo aveva portato qui incatenato, ma non mi hanno chiarito il perché.

Ora tutti mi stanno fissando, cercando delle risposte che io non sono in grado di dare, mentre Nat e Steve cercano di difendermi.
«Thor, ho detto che non so come ho fatto! Non sapevo neanche di avere dei poteri!»
Giuro che il Dio del tuono mi sta facendo venire un esaurimento nervoso.
«Dai Thor, è inutile insistere»
Continua Clint, alzandosi per andare via, ma Tony li ferma.
«Bambinoni, restate dove siete. Thor credo tu voglia sapere quello che sto per dire»
Tutti ci guardiamo confusi, ma quando Bruce alza lo sguardo su di me, capisco che hanno scoperto qualcosa sul mio conto.

«Dopo che la ragazza ha fatto ciò che ha fatto, le abbiamo fatto dei test e abbiamo scoperto qualcosa.
Dio del tuono, sei davanti ad una tua compaesana!»
Afferma Tony in tono ironico, dandogli una pacca sulla spalla.
Rimango un attimo interdetta e guardo il biondo affianco a me, per cercare una conferma, mentre nella sala cala il silenzio.  Quando realizzo che Stark mi ha appena detto di provenire da Asgard, mi volto verso Thor, che alterna lo sguardo tra me e Tony, incredulo.
Non può essere.
«Mio padre era asgardiano?»
Rifletto ad alta voce, quando Thor si alza e si avvicina minacciosamente ad Iron Man.
«Cosa vuoi dire con 'mio padre era asgardiano'» dice imitando la mia voce «uomo di latta, ti rendi conto delle cavolate che vai dicendo?»
«Frena Thor, Tony ha ragione»
Interviene Steve, mettendosi tra i due.

«Oh si bel fusto, e non è finita qui»
Tony continua con i suoi discorsi altezzosi e contorti, mentre mille ricordi mi tornano in mente: i momenti con mio padre, mia madre, tutti i giorni passati insieme quando ero piccola e poi il vuoto che per molto tempo ho provato dopo che entrambi se ne sono andati.
Non voglio neanche più ascoltare, perché mi sento come se tutto quello che sapevo non abbia più valore, che tutti i ricordi che ho dei miei genitori non sono altro che bugie su bugie, quindi faccio per andarmene, ma Steve mi blocca il braccio, guardandomi con quei suoi dannati occhi blu.

Trattengo le lacrime e mi libero dalla presa, quindi, tra dubbi e sconforto, esco dalla stanza, nonostante le loro voci mi chiedano di restare, e mi rifugio nella mia camera.
Mi sdraio a peso morto sul letto, maledicendomi poco dopo di essermi dimenticata della mia schiena dolorante, e affondo la testa nel cuscino, lasciando che la pressione scivoli via dal mio corpo.
Non riesco ad impedire al mio cervello di pensare, quindi mi ritrovo a fare strane teorie su quale sia veramente la mia storia, finché dopo un po' di tempo sento bussare alla porta e mi ricompongo velocemente, asciugando le lacrime.

The old man I'm in love withDove le storie prendono vita. Scoprilo ora