5 - Ancora segreti

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«Dai, vieni»
Dice Steve dopo qualche istante e mi aiuta a stare in piedi, cosa che non riesco a fare perché mi sento troppo debole.
Fa per prendermi in braccio ma lo fermo, cercando di stare in piedi e realizzare ciò che ho appena fatto.
Sin da piccola sono stata abituata a cavarmela da sola, quindi mi da sui nervi avere bisogno di qualcuno anche per fare le cose più semplici, così mi prendo un attimo per riprendere l'equilibrio.
«Keira-»
«Ce la faccio, Steve»
Rispondo secca e avvolgo il braccio intorno al suo collo, non con poca fatica vista la differenza di altezza tra noi due.

Nat prende silenziosamente l'altro braccio e se lo appoggia sulle spalle, sorprendendomi, cosi ci incamminiamo verso l'uscita, o meglio, si incamminano, visto che i miei piedi toccano terra a fatica.
Per un attimo mi fanno sentire meno sola, ma il ricordo di quello che è successo poco fa riaffiora in un secondo ed apro e chiudo gli occhi più volte per cercare di mandarlo via.
Non sopporto essere un peso per gli altri e la situazione non fa che peggiorare lo stato già precario in cui mi ritrovo.
«Ehi ragazzina, ci hai fatto prendere un bello spavento»
Dice Tony atterrando con la sua armatura davanti a noi, ma quando alzo lo sguardo su di lui, realizza le mie condizioni e si schiarisce la voce, probabilmente pentendosi di ciò che ha appena detto.

«Tony, dov'è la macchina?»
«Cap, non c'è la macchina»
«Cosa vuoi dire con 'non c'è la macchina'?»
«Voglio dire che la macchina non c'è, più chiaro adesso?»
«Ragazzi smettetela»
Li riprende Nat. Nonostante in una situazione normale avrei riso guardandoli litigare, ora il mio viso non cambia espressione, anzi si rabbuia.
«Datela a me, la porto a casa»
Risponde Tony dopo poco, mentre Nat e Steve allentano piano la presa.
Stark schiocca le dita ma non capisco subito cosa abbia fatto perché in un primo momento non accade nulla, ma poi dei pezzi di quella che sembra un'armatura mi si avvicinano e si adattano al mio corpo, ricoprendolo completamente e sostenendomi così che riesco a stare perfettamente in piedi.

«Sei sicuro di non avere bisogno di una mano?»
«Tranquilla Nat, la pensione è ancora lontana.
Voi controllate che non ci siano feriti»
Conclude, per poi allacciare le braccia intorno alla mia vita e sollevarsi in aria, trascinando anche me.
Mi prende completamente alla sprovvista e non mi rendo nemmeno conto di star volando, intenta a capire come funziona questa corazza super tecnologica grazie ad una voce che mi inizia a spiegare le sue funzioni.
Non avendo paura dell'altezza, guardo sotto ai miei piedi, ma la cosa che più attira la mia attenzione è l'ospedale, che dall'alto ha un aspetto ancora più spaventoso. Non mi ero nemmeno resa conto di quanti danni avessi fatto: c'è polvere ovunque, sembra che la struttura possa cedere da un momento all'altro e, oltre a molti vetri rotti, tutti i dottori e gli infermieri si sono riversati in strada, mentre gli avengers stanno aiutando chi di loro è ferito.

Distolgo lo sguardo, evitando di pensare che tutto questo è solo colpa mia, e non mi accorgo nemmeno che siamo arrivata a casa.
Appena i miei piedi toccano terra, i pezzi del l'armatura si staccano poco a poco e scompaiono dalla mia vista, probabilmente tornando in automatico nello studio di Tony, che intanto mi porta nella sala principale.
Mi fa sedere e inizia ad armeggiare in cucina, cercando di farmi un caffè, ma sembra troppo pensieroso per riuscirci, quindi chiede ad una voce metallica di nome Jarvis di farlo.
Ritorna verso di me, prende una sedia e si siede a pochi centimetri da dove sono.

«Come sapevate di Jen?»
Chiedo, fissando il pavimento.
«Quando Steve ti ha portata qua, ho fatto delle ricerche sul tuo conto, perché sentivo che c'era qualcosa di strano in te.
Stranamente, sull'archivio dello S.H.I.E.L.D eri già registrata, quindi abbiamo trovato tutto su di te, compresa la tua amica»
«Mi stai dicendo che mi hai spiato?»
«Ora non è importante, Keira»
Risponde seccato, per poi tornare a guardarmi con uno sguardo preoccupato.
«Stai bene?»
«Che domanda stupida»
Rispondo sorridendo ironicamente, posando le mani sul mio viso e strofinandomi gli occhi.

The old man I'm in love withDove le storie prendono vita. Scoprilo ora