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Appena esco dalla facoltà, il solito casino e il freddo di febbraio mi investono. Cammino tranquillamente fino a quando non mi sento chiamare: è Edoardo con Lucia. <Hai fretta?> chiedono, quasi intimiditi. <No, anzi> rispondo, guardando l'orario nel telefono: ho ancora un'ora per tornare a casa e preparare il pranzo e la tavola. <Volevamo chiederti che ti prendesse in questo periodo, eviti tutti e sei sempre a casa, tutto bene?> chiede la mia amica, accarezzandomi il braccio. Annuisco, scansandomi di rimando. Lei sospira triste. Edoardo mi guarda, poi inizia a parlare: <Se è per Lauro, possiamo tranquillamente cercare di evitare le feste e i posti dove c'è lui, idem per Giacomo> dice. Scuoto la testa in segno di negazione. <Giacomo non c'entra> quasi sussurro. Si guardano perplessi. <È solo un periodo in generale, mi spaventano i cambiamenti, ecco. Non preoccupatevi, davvero. Ho solo bisogno di capire cosa va e non va, di sistemarmi insomma. Davvero, non guardatemi così, sto bene> spiego, gesticolando nervosamente e ridacchiando. Edoardo fa un mezzo sorriso, Lucia idem. Non dicono nulla però, quindi decido di non fare domande, e incamminarmi verso casa. Appena arrivo, sistemo e faccio il pranzo, poi vengo raggiunta da mia madre e mia sorella. Mangiamo quasi in silenzio, poi studio per tutta la sera. Prima di andare a dormire, Lucia mi scrive: <Domani è sabato: disco?>.
Le rispondo con un semplice pollice, mentre leggo che è ancora in linea e sta scrivendo. La sua risposta arriva immediatamente.
Non fare la musona! Cerca di fare amicizia anche con gli altri: sei una ragazza simpatica.
Scrive. Digito una risposta veloce e distratta.
Mi addormento promettendomi di migliorarmi.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora