Il professore mi guarda dalla testa ai piedi, poi mi chiede il badge. Frugo nello zainetto e tiro fuori il portafogli, poi il tesserino, che gli porgo con le mani tremanti. Gli assistenti mi guardano cercando di sorridere, altri mi fanno smorfie. Si segna il mio numero di matricola, poi mi fa sedere davanti a lui e procede con l'esame. Fila tutto liscio, finché non passo ad uno dei suoi assistenti che inizia a tempestarmi di domande, senza darmi neanche il tempo di pensare. Il professore, esasperato, ad un tratto lo blocca, cambiando assistente. È più tranquillo, mi lascia parlare. Me la cavo con un 27 e, sollevata, esco dall'aula più leggera: mi manca ancora qualche esame per finire il primo anno ed essere libera, ma già ora è una piccola soddisfazione. Mando un messaggio alla mia famiglia, a qualcuno dei miei colleghi e poi a Lucia, che mi chiama subito. <Siamo al bar all'angolo, raggiungici>, per poi chiudere. Li trovo tutti seduti intorno ad un tavolino, lei, Lauro, Edoardo e un'altra ragazza, che tiene la mano a Lauro. Il mio cuore batte più in fretta, mentre sul mio volto si dipinge una smorfia tra la tristezza e la delusione. Sorrido, però, e la mia amica si alza per abbracciarmi.<Cosa prendi?> dice, risedendosi. <Un caffè andrà più che bene> dico, timida: mi sento sempre a disagio quando qualcuno che non conosco mi guarda attentamente, come se volesse cogliere qualcosa che non va in me. Lucia corre in mio soccorso e mi presenta alla scrutatrice: <Questa è la mia migliore amica, Clorinda. Lei invece è Lucia> dice, mentre io le porgo la mano e lei la stringe. Faccio un sorriso timido, poi mi poggio allo schienale della sedia, aspettando il mio caffè. La piazza è piena: ragazzi, famiglie, gente che urla e mangia.
<Il caffè per chi è?> chiede il cameriere. Io alzo la mano, e, mentre mette il caffè sul tavolino, io ringrazio e cerco una bustina di zucchero. Bevo il mio caffè in fretta, poi mi alzo per andare a pagare. <Siediti> Lauro mi rivolge la parola dopo tempo. <Ci ho già pensato io> continua, senza guardarmi in faccia. Lucia, la sua amica, lo guarda storto. Io ringrazio, arrossendo, poi prendo le mie cose e torno a casa a fare il pranzo.
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Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.
FanfictionChe ne sai, non ti hanno mai detto di no.