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Erano passate ormai due settimane, la mia vita proseguiva come sempre, tra università e lavoro. Non c'era neanche più quel senso di amaro, di delusione, che i primi giorni mi aveva accompagnata nelle mie attività. Avevo semplicemente riempito le mie giornate in cose da fare in modo da non pensarci tanto. Quando cadevo nel pensiero di ciò che sarebbe potuto essere, mi ascoltavo le sue canzoni. Non ci trovavo noi nei testi, forse perché non c'era mai stato un noi? Chissà.
Qualche volta ci rispondevamo alle storie di Instagram, lasciavo dei commenti alle foto, ai nuovi singoli. Io stavo bene, anche se i miei amici-coinquilini non la pensavano così.
<Clo tutto bene?> chiede Lucia entrando in camera e sentendo le note di 16 marzo. Sposto il mio sguardo verso di lei, con ancora lo zaino, segno che è appena tornata dall'università. <Sì tranquilla> sorrido, quasi in imbarazzo, cambiando immediatamente canzone. <Stasera usciamo con il solito gruppo, vieni?> chiede, poggiando lo zaino e togliendosi la giacca. <Sì ci sono. Che ore?> domando. <Sarà verso le 20 come sempre> fa spallucce e va via.
***
Tutti i ragazzi sono riuniti in piazza, fumano e bevono da delle bottiglie di birra. Ci avviciniamo e salutiamo. Lauro non c'è ancora, ma sento già il cuore che batte più forte quando sento la sua voce che mi saluta da dietro le spalle: ha una camicia bianca, dei jeans e i Dr Martens; con la sinistra tiene la giacca in pelle: ora effettivamente c'è caldo e si sta bene anche a maniche corte. <Ciao Lauro come va?> rispondo, avvicinandomi e salutandolo con due baci sulla guancia. Imbarazzato, ricambia, risponde di fretta un "bene e tu?", poi va dagli altri.
Io e le mie amiche iniziamo a fare i calcoli per comprare l'alcol, ci rechiamo al supermercato vicino e prendiamo ciò che ci serve, poi torniamo dagli altri. Prima mangiamo delle patatine in modo da non sentirci troppo male, poi iniziamo a bere. Dopo tre bicchieri, inizio a vaneggiare. Rido e con me anche le altre. Lucia mi fa da babysitter mentre gli altri ragazzi, compreso Lauro, ci guardano tra il divertito e l'imbarazzato. Decidiamo di spostarci al parco vicino in modo da ordinare le pizze e mangiare lì. Lucia va da Edoardo un attimo, così ne approfitto per avvicinarmi da Lauro. <Non so cosa tu abbia detto poco fa a Lucia, ma sappi che mi manchi> mormoro. Il ragazzo rimane stupito, poi mi mette un braccio intorno al fianco e mi sorregge mentre seguiamo gli altri. Lucia ci vede e fa una faccia stranita, poi realizza, tenta di intromettersi e la caccio. Edoardo la invita a stare in disparte, mentre io continuo a sobbarcare Lauro di informazioni, a fare domande, a raccontargli di me. Lui è zitto e ascolta. Appena arriviamo nel posto in cui di solito ceniamo, faccio l'ordinazione della pizza, lascio i soldi e tiro di nuovo in disparte il ragazzo. <Senti, io non so cosa ci sia stato e cosa c'è tra noi, che ti è preso, ma ho bisogno di una risposta. O mi tieni, o mi perdi. Stavolta per sempre> dico scandendo per quanto possibile. Lauro sta muto, mi guarda, poi lascia che una lacrima scivoli sulla sua guancia. Gliela faccio via con la mano, poi lo abbraccio. Mi stringe forte a sé e quando ci stacchiamo, gli prendo la testa tra le mani e lo bacio. Mi stringe forte a sé, mentre il bacio continua. Veronica, una delle mie amiche, mi chiama urlando, così mi stacco e rispondo: <Sì arrivo!>. Torno da Lauro, e lui mi spiega come si sente: non sa che fare con me, è confuso, sente che la sua vita sta per riprendere una brutta piega nonostante il nuovo album e il successo. Lo abbraccio forte. <Se ti serve tempo per pensare dimmelo, ma per favore comunica con me, così non ci sto male> dico, mentre addento una fetta di pizza. <Voglio stare con te, il resto me lo risolverò da solo: non voglio perderti>. Gli stampi un bacio sulla guancia. Rimiamo insieme tutta la sera, poi quando arriva il momento di tornare a casa, ci baciamo e promettiamo di sentirci.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora