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Lucia mi fa spazio per entrare, è ancora mezza addormentata. <Scusa> dico, posizionando lo zaino ai piedi del divano. <Ma di cosa, tanto oggi non ho lezione. Edoardo sta ancora dormendo invece. Ti faccio un caffè?> domanda, spostandosi in cucina e aprendo la credenza dove due tazzine da caffè bianco spiccano rispetto alle altre tazze colorate. <Sì, grazie> sospiro sedendomi. La mia amica vaga da una parte all'altra e apre credenze, tira fuori oggetti e rimette a posto. Mette la moka sul fornello, poi si siede davanti a me. <Perché sei qui? A quest'ora?> domanda. <I miei ieri hanno invitato Lauro a pranzo perché mio padre doveva parlare con lui di questioni di lavoro, gli ha dato delle canzoni, non so precisamente cosa. Comunque, mentre si parlava tranquillamente in salotto, hanno tolto fuori la storia delle tasse universitarie> dico. Lei sbuffa, sollevando gli occhi al cielo. <Che inopportuni> dice. Annuisco, continuando:<Ho chiuso il discorso perché non mi andava di intavolare discussioni davanti a lui. Hanno ripreso dopo cena forse, allora mi son stancata e ho deciso di andarmene: mi cercherò un lavoro, un posto dove stare e continuerò da sola> concludo. La moka gorgoglia, interrompendo la nostra chiacchiera. Lucia si alza e versa nelle tazzine, poi mi porge lo zucchero. La ringrazio, lo metto nel caffè, giro e poi, dopo averci soffiato sopra per farlo raffreddare, lo bevo. <Ora ti porto nella stanza degli ospiti. È veramente piccola ed è da pulire, quindi magari adesso ti faccio poggiare le cose e poi quando torni te la faccio trovare pronta> mi informa. Ha un'aria da padrona di casa, una sicurezza che mai le avevo visto prima. Annuisco, poi la abbraccio, continuando a ringraziarla di cuore.
Mi faccio una doccia rapida, poi mi fermo a parlare con Edoardo durante la colazione e infine mi avvio in facoltà. I miei colleghi son tutti fuori a fumare. <Ciao a tutti> dico, avvicinandomi. Luciano e Flavia mi salutano subito, attaccando bottone, gli altri mi fanno un cenno impegnati in altre conversazioni o a fumare o a chattare al cellulare. Alle 9 in punto siamo tutti seduti ad aspettare il professore di linguistica, mentre io ricevo messaggi da mio padre e mia madre, chiedendo i motivi delle valigie sul letto. Digito risposte veloci, loro non replicano. Appena arriva, metto il telefono in silenzioso e comincio a prendere appunti.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora