La discoteca è affollatissima, ma non mi dà così fastidio, anche perché incontriamo un sacco di ragazze simpaticissime con cui scambiamo anche i numeri (chissà se poi effettivamente le rivedremo) e siamo senza pensieri. Almeno, io mi sento così. Fino a metà serata.
Stavamo uscendo per la pausa sigaretta di Lucia, quando mi sento afferrare per un polso. Voltandomi, con sorpresa, vedo il volto del mio ex ragazzo: sussulto, in un primo istante, mentre la mia amica, poco delicatamente, mi trascina da una parte, mentre lui avanza. <Senti coso, sparisci. Non so cosa tu voglia da lei, ma stalle lontano, hai fatto abbastanza tre anni fa> sputa, aspirando dalla sigaretta. <Vorrei parlarle, a quattr'occhi. Vorrei chiarire> dice, quasi supplicante, continuando ad avvicinarsi. Io continuo ad arretrare, finché non sbatto contro il petto di qualcuno: Lauro.
<Qualche problema?> chiede retorico. Istintivamente, gli circondo il fianco con un braccio. <Volevo solo parlare con Clorinda, tutto qui> risponde ancora il mio ex ragazzo, stavolta indietreggiando. <Non mi sembra che abbia tanta voglia> dice il ragazzo a cui sono avvinghiata, accarezzandomi la schiena. Non sta succedendo nulla di grave, ma Giacomo, da quando ci siamo lasciati in quel modo, mi ha sempre fatto questo effetto di terrore, paura, senso di smarrimento: effettivamente, dopo di lui, con tutto ciò che ho iniziato di nuovo, mi son sempre sentita così, lanciata all'avventura, lanciata nel vuoto senza paracadute, sola, mentre grido nell'aria. <Io> inizio a parlare, staccandomi da Lauro, che comunque mi tiene la mano. <Preferirei evitare di parlarti. Lasciami in pace, hai deciso tu di chiudere, ora te ne assumi le responsabilità>. Sto tremando, ma non mi interessa. Prendo le chiavi della macchina dalla pochette e vado via.
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Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.
FanfictionChe ne sai, non ti hanno mai detto di no.