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Siamo appena usciti dal ristorante quando una folla di ragazzi e ragazze si riversa addosso a Lauro. Mi faccio da parte mentre lo osservo all'opera: è imbarazzato, cela l'emozione che prova vedendo tutta quella gente ammassata fuori da un locale per lui, la stessa emozione dei suoi fans lo fa quasi arrossire. Qualche volta mi butta un occhio, ma io gli sorrido pronta. Fa foto, firma pezzi di carta, CD, il suo stesso libro, "Amleto". Questo incontro improvvisato dura una mezz'ora, poi si scusa, saluta tutti, mi prende per mano e ci dirigiamo verso la sua macchina nel parcheggio del ristorante. Un paio di ragazze iniziano a seguirlo, ad urlare il suo nome. Si ferma di nuovo, stavolta ha molto più spazio, chiacchiera e firma, scatta foto. <Ma è la ragazza tua?> chiede una di loro: ha i capelli rossi, un filo di trucco e una camicia a quadri blu. Lui annuisce. <Bellina dai, ci sta> dice l'amica, mora e con degli occhi azzurri limpidissimi. Sorrido mentre ringrazio, le saluto per ricambiare il loro e poi finalmente montiamo in macchina. Mi bacia con dolcezza e riconoscenza. <Grazie per la tua pazienza>.
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Son le 7.30 e mentre mi reco in cucina per fare colazione, sento dalla radio a basso volume della vita una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari. Inizio subito a canticchiarla sotto voce, stretta sulle labbra per non svegliare Lucia: in questo periodo dorme moltissimo a causa della gravidanza e se qualcuno la sveglia, pure per sbaglio, si incazza come una iena.
Incontro Edoardo, così decido di mettere su il caffè anche per lui, dato che me lo chiede con occhi quasi supplicanti. <Stiamo dormendo malissimo, Lucia si lamenta in continuazione. Stanno iniziando a venimme le preoccupazioni> sospira afflitto. <Se vuoi posso parlare io, magari la convinco ad andare dalla ginecologa, anche solo per un controllo> propongo, mentre balzo sulla sedia abbandonando il biscotto a metà, quando sento la moka che borbotta. <Dovrebbe averla domani, speriamo bene> mi annuncia, mentre gli verso il caffè. Ringrazia, lo beve velocemente seppur bollente e sparisce nel bagno, per poi uscire poco dopo vestito di tutto punto. Mi saluta e va via.
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Sono appena le 20 quando chiudo il negozio e vengo investita dal fresco delle sere di marzo. Fuori dal negozio c'è mia madre, vestita di tutto punto. Dietro di lei, il resto della famiglia. <Ci dispiace> dice. Io annuisco. <Voglio continuare questo percorso ma', ora devo tornare a casa> aggiungo frettolosa. La macchina di Lucia mi aspetta parcheggiata sotto un albero e mentre mi dirigo verso questa, loro mi seguono. <Siamo preoccupati per la tua storia con Lauro, alcune pagine di gossip stanno iniziando a parlare e scrivere, così come i giornali, e il manager si sta lamentando> interviene mio padre. Marta mi guarda con un sorriso finto, di quelli che mi fa quando c'è qualche notizia spiacevole che circola per casa e ovunque e stanno per darla, ma lei la sa già prima perché ha origliato. <Credo che questo sia da dire a Lauro, non a me> dico, rovistando nella borsa e cercando le chiavi della macchina: le trovo in una tasca con la cerniera che si apre a fatica. <Il manager ha voluto che parlassi con te, mentre lui parla con Achille: non vi vogliono più vedere in giro insieme> dice piccato. Mi immobilizzo. Sbottò stizzita: <E perché mai?>. Mio padre sospira e solleva le spalle. Mi salutano e vanno via. Nel tragitto dalla libreria a casa lo chiamo più volte, ma risulta staccato. Appena metto piede a casa, Edoardo mi accoglie con uno sguardo spento.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora