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Il sole pomeridiano mi scalda nella mia camminata verso il parco davanti alla facoltà. Al seguito ho la macchina di Lucia, con dentro Lauro ed Edoardo.
Vedo il mio collega in lontananza, seduto su una panchina. Mi avvicino, salutando cordialmente. Poi attacco con le mie domande e quando arrivo al punto, mostrandomi seccata e infastidita, anzi ben di più, lui inizia a rigirare la frittata e fare l'idiota con me.
<No guarda Antonio, non attacca più. Hai fatto una cosa gravissima e voglio che tu stia lontano da me così come io starò lontana da te. Ti è chiaro?> sentenzio, alzando un po' la voce. Il ragazzo rimane di stucco, quasi di pietra, annuendo. Poi asserisce: <Per un drogatello? Ti facevo più intelligente>. Mi viene voglia di sputargli in faccia, ma mi trattengo e civilmente gli rispondo: <Non sono cazzi tuoi, ma anche se fosse meglio con un drogato che con uno violento come te, stronzo. Se mi segui o provi a parlarmi giuro che ti denuncio>. Ribadisco. Il ragazzo mi chiama un paio di volte, poi la sua voce svanisce mentre salto in macchina. Ci dirigiamo fuori città, in campagna, e appena arriviamo mi sento subito meglio. La brezzolina dei primi di marzo è pungente, ma non fastidiosa. Ci sediamo su una grande tovaglia da picnic, per poi parlare. <Cosa gli hai detto alla fine? Non ho ben capito dal discorso tuo e di Lauro> asserisce Edoardo, inviando un messaggio e bloccando il cellulare. <Mah nulla che deve starmi lontano, queste cose qua. Si crede migliore di Lauro. "Certo che potevi trovarti uno migliore, è un drogatello"> dico scimmiottando. La mia amica scuote la testa, mentre il suo ragazzo fa una faccia sconvolta e poi schifata. <Gli rode che sei amica di Achille> sbotta. Annuisco, mentre il ragazzo in questione fa spallucce:<Forse gli rode che ho sempre pensato che io fossi migliore di lui per lei, almeno io intendo in amicizia> dice, sollevando le mani. Cala un silenzio imbarazzante e, mentre vorrei farmi ripetutamente della stupida da sola, in realtà scoppio a ridere. Gli altri mi seguono tutti a ruota, compreso Lauro.
Alle 16.45 sbarazziamo tutto e torniamo in città. Quando rimaniamo in macchina solo io e Lucia, le confesso tutto. Lei sorride, dicendomi un "te lo avevo detto" materno e allo stesso tempo un po' malinconico, data la risposta data dal ragazzo ore prima. Mi augura una buona serata e sparisce tra le strade della capitale.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora