6

471 13 0
                                    

Il locale è pieno di gente, ma per fortuna abbiamo prenotato. Alle 18.30 riusciamo, dopo un'ora di attesa, ad essere al completo ed entriamo. Il cameriere ci dà un tavolo molto lungo, in uno spazio riservato. Ognuno prende posto liberamente e mi ritrovo seduta tra Giulia e Antonio. Parliamo del più e del meno, fino a quando non si fanno le 23.30. Tutti usciamo in massa e ci salutiamo, dandoci appuntamento per il lunedì dopo alle 9 davanti alla facoltà. Antonio decide di scortarmi fino alla macchina, mi passa il suo numero: <Quando vuoi, dato che abbiamo corsi in comune> dice, sparendo nella sua macchina. Sorrido e saluto, ma so già che non chiamerò: se qualcosa accadrà, accadrà, ormai ho adottato questa filosofia.
Il rientro a casa è tranquillo, non c'è traffico e fila tutto liscio. La casa è silenziosa ovviamente: anche se per me è finita la settimana, per i miei genitori e mia sorella no: mia mamma deve andare a scuola, così come Marta, mentre papà lavora a tempo pieno: ogni artista che lo chiama, a qualsiasi ora, lui lo riceve. È stressante sia per lui che per noi: spesso, ha dovuto interrompere gite, vacanze o cerimonie importanti, i compleanni. Chiudo piano la porta della mia stanza, imposto la sveglia alle 8, sempre per la camminata con Lucia, e poi mi addormento.

Ti rinnamorerai a marzo./ Achille Lauro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora