Quattordicesimo capitolo

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- Io penso che dovremmo poterci vestire come ci pare, la scuola non è solo un posto per imparare, è anche un luogo di ritrovo 𝑒 di espressione.
Il codice di vestiario va abolito

-La squadra femminile di basket è nata da poco, 𝑒 riceve meno finanziamenti 𝑒 attenzione di quella maschile, anche giocando 𝑎 livelli altrettanto elevati. Non è giusto che veniamo sottovalutate in questo modo!

- Io vorrei che 𝑎 pranzo il cibo fosse più vario, così da poter accontentare più alunni.
Io non riesco mai 𝑎 mangiare nulla di quello che è esposto, per un motivo 𝑜 per 𝑙'altro

- Aboliamo i pregiudizi!

- Dobbiamo sentirci liberi di esprimerci, non serve censurare ogni cosa come se fosse pericolosa

- Io voglio entrare nella squadra di football, ma non mi è permesso, essendo una ragazza. Io non ho nessun problema 𝑎 giocare coi ragazzi, almeno lasciatemi provare!

- Penso che gli atti di bullismo vadano puniti, 𝑒 non ignorati.
Veniamo puniti per qualunque cosa, ma ci sono quattro ragazzi che girano indisturbati 𝑎 intimidire la gente 𝑒 ad abusare fisicamente di ragazzi innocenti.
Basta con 𝑖 favoritismi 𝑒 le ingiustizie!

E ce ne sono 𝑎 centinaia, così, 𝑎 intasare la posta sul cellulare che ho in mano, ovvero il vecchio cellulare usato di Seth, che usiamo come telefono ufficiale del gruppo.

"Ora avviamo la parte più divertente del piano?" domando io, alzandomi.

Aidan, Levi, Wyatt 𝑒 Seth si alzano, trionfanti, 𝑒  raccolgono 𝑖 loro zaini, controllando di avere tutto.

"Che colore usiamo quindi?"

"Direi il rosso, ne avete tutti?" rispondo io.

"Io ne ho due" risponde Wyatt.

"A me manca" dichiara Seth, ricevendone subito una da Wyatt.

"Io ce 𝑙'ho" risponde Aidan.

Levi si limita ad annuire 𝑒 mostrare il barattolo rosso.

"Per stanotte ne scriveremo una decina, penso. Il resto domani se va tutto bene" li informo uscendo.

Il sole è calato due ore fa, lasciando scendere il buio, che ora riveste ogni cosa.

Arriviamo al campo di calcio ed estraiamo le bombolette, per poi iniziare 𝑎 scrivere sul muro:"No ai favoritismi"

Poi ci spostiamo, arrivando davanti alla scuola, 𝑒 sull'asfalto scriviamo:"No al codice di vestiario"

E continuiamo così, scrivendo su pareti, pavimenti 𝑒 altro 𝑖 pensieri di tutti noi, quelli che ci hanno comunicato anonimamente.

"No al maschilismo"

"Si alla libertà"

...

****

Dò un'ultima pennellata 𝑒 mi allontano per osservare meglio il mio lavoro.

"Mi piace" dice qualcuno dietro di me.

Judah.

Dopo 𝑙'altro pomeriggio non ci siamo più visti, 𝑒 mi confonde ogni volta di più passare del tempo con lui.

"Anche 𝑎 me" rispondo io.

Mi volto per guardarlo in faccia 𝑒 noto la sofferenza nel suo sguardo.

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