5- Aliissa [Revisionato]

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Jason aveva ancora uno sguardo allibito sul viso.
«Cosa significa che sei il nostro angelo custode?»
«Vi devo aiutare» risposi cercando di sembrare naturale. «Ho un debito con qualcuno e aiutando voi posso sdebitarmi.»
I due ragazzi mi guardarono sospettosi. Ebbi la grandissima voglia di obbligarli con la forza del pensiero ma mi trattenni. Sperai che bastassero i miei occhi disperati.
«Dobbiamo tornare da Ercole prima del tramonto» disse infine Jason.
«Vuoi veramente dargli la cornucopia?» chiesi a Piper, che trasalì stringendo più forte il corno tra le mani. Aveva gli occhi pieni di dolore e timore.
«N-no» si schiarì la gola e riaddrizzò la schiena cercando di apparire più sicura. «Cioè, no. Ho promesso a quel potamus che non avrei dato ad Eracle il suo corno e così farò.» mi guardò dall'alto al basso, poi continuò «Ho un piano»
Annuii, sollevata. «Okay, anche io.»
Avevamo poco più di quindici minuti prima del tramonto, ma riuscimmo a mettere insieme le nostre idee. Il piano era rischioso ma poteva funzionare.
Inviammo un messaggio-iride ad un ragazzo sulla nave che si chiamava Leo. Piper gli spiegò velocemente il piano e cosa doveva fare. Il ragazzino aveva degli occhi stracolmi di eccitazione e adrenalina e quando parlò fece un sorriso a trentasei denti «Tranquilli, ci pensa Capitan Leo e la sua ciurma!»
«Come facciamo a fidarci di te e del fatto che farai la tua parte?» mi chiese Piper poco prima di separarci. «Fai quello che dice il tuo istinto, sei una figlia di Afrodite, no?»
«Il mio istinto dice che sei una minaccia»
Mi scappò una risata. Non aveva idea di quanto avesse ragione.
«Però c'è qualcosa che mi dice che non ci farai del male» concluse.
La fissai. Come faceva a dirlo? Scossi la testa e strinsi la collana.
«Abbiamo lo stesso obbiettivo finale. Io servo a voi come voi servite a me.» feci un sorriso tirato, poi mi voltai e sparii dalla sua vista.
Corsi fino a quando la vegetazione lasciò il posto alla sabbia bianca. Mi nascosi dietro un cespuglio, al limite della foresta e aspettai.
Dopo poco li vidi, Jason e Piper, che si avvicinavano ad Ercole. Quell'uomo era orribile. Lo odiavo.
Piper scosse la testa e rifiutò l'ordine di Ercole di dargli la cornucopia. Era il mio momento. Mi alzai in piedi ma esitai.
Una volta salita su quella nave come mi sarei dovuta comportare? Quante bugie avrei detto? E quante cose sarei stata costretta a nascondere?
Mi sfregai le mani sulle braccia per reprimere un brivido freddo che mi aveva attraversato il corpo. Le cicatrici ruvide sfregarono contro i palmi e mi sentii un po' rincuorata. Quando mi ero svegliata per la prima volta su quell'isola non versavano sangue, non sentivo dolore, ero stata risanata. Ma le cicatrici le avevo ancora e mi ero sentita sollevata a vederle sulle braccia, sulle gambe e su tutto il corpo. Ormai erano una parte di me e mi ricordavano sempre chi ero, i miei sbagli, le cose che avevo imparato. Raccontavano la mia vita. Mi toccai il fianco e sentii attraverso il tessuto morbido del vestito ormai incrostato di sangue, la mia nuova cicatrice.
Feci un grosso sospiro e uscii dal mio nascondiglio. «Ercole! Mi vuoi in sposa? Eccomi qua!» urlai e, come previsto, il dio si voltò verso di me. Fissai i miei occhi nei suoi e iniziai a cantare. Il suo sguardo si fece subito vacuo e in pochi secondi era completamente sottomesso alla mia voce. Più desideri una persona, più è facile sottometterti ai suoi voleri. Zia Afrodite e zia Atena me lo ripetevano sempre quando usavo quel trucco.
«La lingua ammaliatrice. Allora avevo ragione.» Piper mi fissò sbalordita. Gli lanciai un'occhiataccia mentre continuavo a cantare.
Muoviti!, volevo urlarle.
Sentivo già la mia forza calare a picco. Dopotutto stavo comandando la mente di un dio.
Fortunatamente capì, si portò la cornucopia alle labbra e soffiò facendo uscire dalla bocca del corno ogni genere di prodotto alimentare, travolgendo Ercole che si riprese solo quando ormai aveva qualche tonnellata di cibo addosso.
Jason guardò stupito prima me poi Piper, dopodiché afferrò la vita della sua ragazza e la trascinò sulla trireme greca che aveva già iniziato a librarsi in volo.
Senza poter esitare oltre, invocai i venti anch'io e raggiunsi i sette eroi della profezia.
A quel punto non potevo più tornare indietro.

La Figlia Dell' Olimpo- La Rinnegata [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora