18- Nico [Revisionato]

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Il dolore guarisce, la tempesta ha una fine, ma diversa è sapere la cosa più giusta, siamo naufraghi vivi in un mare d'amore.

Intonavo quelle parole nella mia testa mentre vagavo con lo sguardo nel panorama davanti a me. Avevo ascoltato Aliissa che le canticchiava, seguendo la canzone della radio del negozio di souvenir a Roma, dove avevamo fatto rifornimento di abiti e cibo, ed ora ripetevo quelle parole per rilassarmi. Ero seduto sulla ringhiera del ponte, sperando che il sonno mi saltasse addosso da un momento all'altro. Ne avevo bisogno, ma ero troppo inquieto. Alissa stava parlando con mia sorella da circa mezz'ora e non sapevo che cosa si stessero dicendo.
«Posso?»
Mi voltai e vidi Frank che mi sorrideva cordiale. Io annuii e lui si sporse sulla ringhiera accanto a me.
Era simpatico quel ragazzone.
Aveva accettato sin dall'inizio me e mia sorella, non era scappato come tutti gli altri. Non aveva paura di me.
«Allora.. di cosa stanno parlando le ragazze?» indagò Frank.
Lanciai un'occhiata al timone dove lì vicino c'erano Hazel e Aliissa. Quest'ultima scuoteva la testa e mia sorella le parlava in tono disperato.
Mi si strinse il cuore e feci per andare da loro. Ma Aliissa incrociò in quel momento il mio sguardo e mi lanciò un'occhiata di fuoco.
Non ti intromettere ora, Di Angelo. È già abbastanza difficile da sola.
Strinsi le labbra corrucciato ma non dissi nulla.
«Non vogliono renderci partecipi» sospirai infine a Frank che aveva visto la nostra gara di sguardi.
«Avete una bella intesa te ed Aliissa, nonostante vi conosciate da così poco tempo» sorrise, lasciando trasparire la sua felicità per quella cosa.
«Se per intesa intendi lei che riesce a leggermi e parlarmi nel pensiero ed io che devo sorbirmi le sue bravate senza riuscire a inculcarle in quella testa dura che deve smetterla di essere una suicida, allora sì, abbiamo una bella intesa» scossi la testa in preda all'esasperazione.
«È una ragazza difficile, eh?» ridacchiò Frank.
Mi strinsi nelle spalle. «È parecchio complicata.»
Lo guardai di sottecchi. «A cosa vuoi arrivare Zhang?»
«A nulla. Volevo solo dirti che sono le cose complicate che rendono la vita più degna di essere vissuta.»
Abbassai lo sguardo e cercai di nascondere il rossore che mi incendiava il viso. Accidenti, da quando ero così emotivo?
«È un proverbio cinese?»
«Me lo diceva sempre mia madre»
«Troppe complicazioni creano solo problemi.»
«Sicuro che sia lei la complicata?»
Mi rigirai l'anello del pollice, non sapendo come uscire da quell'imbarazzante discorso. Ma aveva ragione.
Ero io quello complicato, con i sentimenti tormentati e il cuore spaccato in due.
«Non voglio una ragazza Frank, non ora. Voglio solo tornare a casa sano e salvo, con tutti voi. Voglio che Gea si riaddormenti e che Percy torni tra noi. Ecco cosa voglio.»
Feci un respiro tremante, col cuore che batteva a mille. Non mi ero mai aperto con lui così tanto prima d'ora. Anzi non l'avevo mai fatto con nessuno.
«Beh, pensaci bene» disse dopo qualche secondo di silenzio «L'amore a volte è l'unico antidoto che hai per sopravvivere ai momenti brutti, come questo. »
Gli lanciai un'occhiata mentre mi sorrideva e poi si voltava per andarsene. Non lo fermai e lui non mi guardò oltre.
Poi capii il perché.
«Belle parole, ma l'amore può essere anche il veleno che ti uccide»
Aliissa era apparsa accanto a me e mi guardava come se mi stesse studiando.
«Che c'è?» mi accigliai infastidito dal suo sguardo indagatore.
«Niente ragazza, eh? Allora dovrò pensare che il tuo cuore fa le capriole quando ti parlo solo perché hai paura che ti fulmini da un momento all'altro?»
Avvampai e mi allontanai da lei «Ma cosa dici!»
Rise e mi mise un braccio intorno alle spalle. «Tranquillo Di Angelo, scherzavo. Meglio che vai a letto o dormirai in piedi, come i cavalli.»
Solo in quel momento mi accorsi di essere veramente stanco. Mi liberai dal suo braccio e sbadigliai.
«'Notte. Cerca di non far crollare la nave, mi raccomando.»
Le sorrisi e lei, per tutta risposta mi diede un bacio sulla tempia.
«Buonanotte Di Angelo. Cerca di non fare brutti sogni»
Mi fece l'occhiolino e se ne andò.
Cercai di rimanere lucido un altro po' per ragionare sui sentimenti che provavo per Alissa ma, una volta a letto, caddi subito in un sonno profondo.
E, ovviamente, col sonno arrivarono anche gli incubi. Cercai di indirizzare la mia mente sui sogni di qualcun'altro che stava dormendo a bordo della nave. Proprio non ce la potevo fare a rivivere i ricordi più dolorosi di quei quindici anni.
Però non riuscii a intrufolarmi nei sogni di nessuno. E le immagini mi assalirono subito.
Vidi mia madre, seduta su una poltrona, con accanto mio padre. Lui la stava pregando di non ripartire per Venezia.
Poi l'immagine cambiò, e vidi Ade che consegnava me e Bianca ad Alecto, la sua furia, trasformata in avvocato.
Poi vidi Percy, sul bordo di un promontorio coperto di neve, che si stava innervosendo per le domande assillanti che gli ponevo, mentre Bianca entrava nella tenda della dea Artemide.
Mi ricordo ancora di quanto fossi affascinato da quel ragazzo con la spada lucente che ci aveva salvati da quella manticora. E di quanto fossi spaventato da tutto ciò che stava rapidamente cambiando.
Quando l'immagine svanì, mi preparai a rivivere lo shock emotivo di quando Percy mi aveva comunicato la morte di mia sorella. Ma ciò che mi si parò davanti mi sconvolse ancora di più.
C'era un ragazzo, sui diciannove anni, che teneva i capelli lunghi e scuri, legati dietro la testa. Era di spalle e non riuscii a vederlo in viso. Era nella Casa Grande del Campo e stava parlando con Chirone. Anzi, sembrava stesse singhiozzando.
Il centauro mise la mano sopra la spalla del ragazzo per confortarlo, ma lui si scostò e si voltò.
Se non fossi stato etereo, mi sarebbe mancata la terra sotto i piedi.
Quel ragazzo ero io. Ero più grande e più muscoloso, ma comunque mingherlino e con due pozzi di oscurità al posto delle iridi. Ciò significava qualcosa? Sarei ritornato vivo da quella impresa? E perché stavo piangendo?
Mi si formò un nodo allo stomaco, finalmente consapevole. Se io ero vivo voleva dire che Hazel non ce l'aveva fatta a sopravvivere alla Casa di Ade.
Mi venne da vomitare ma cercai di concentrarmi su ciò che stava succedendo davanti a me.
Il ragazzo si avvicinò alla porta ma guardò di nuovo Chirone con espressione grave. «La ucciderò, non è vero?» La sua voce era molto più profonda della mia.
Chirone scosse la testa. «Non si sa. È.. complicato. Le cose sono cambiate Nico. E lo sai bene anche tu»
«L'ho persa una volta. Non succederà di nuovo. Dovessi andare contro tutti gli dèi»
Lo seguii oltre l'uscio, ma quando fui fuori non mi ritrovai nel Campo, ma bensì in un teatro.
Qualcosa volò sopra di me ed io mi nascosi dietro una poltrona della seconda fila, pur sapendo che non poteva vedermi nessuno.
Sentii delle urla e rumori metallici. Quando mi affacciai da dietro il mio nascondiglio vidi di nuovo il me stesso adulto che combatteva contro due empuse. Rabbrividii riconoscendo quella che mi aveva attaccato per prima nel Tartaro. «Scappa!» urlò il Nico adulto mentre tentava di fare un affondo nel fianco del mostro. A chi stavo parlando?
Ad un certo punto Percy comparve da dietro la fila accanto alla mia e si lanciò all'attacco. Possibile che stesse dicendo a lui?
Li guardavo combattere sempre più confuso, quando un sipario prese fuoco all'improvviso. Un urlo provenne da dietro le quinte ma non riuscii a fare niente. Il fumo mi coprì la vista ed io ritornai bruscamente alla realtà.

Aprii gli occhi e vidi Hazel che mi scrollava per una spalla. Aveva il viso provato e stanco, ma mi sorrise non appena mi alzai in piedi.
«Aliissa ha accettato di insegnarmi a manipolare la Foschia» mi disse, con gli occhi che brillavano di gioia. «Ha detto che ho un grande potere»
«Che bello. Wow.» sbadigliai ancora intontito da quei sogni strani.
Hazel mi scrutò con il suo sguardo dorato pieno di preoccupazione «Hai di nuovo fatto quegli incubi?»
Non c'era nulla su di me che lei non sapesse. A parte una cosa.
«No. Cioè sì, ma solo ill'inizio. Poi è cambiato tutto» scossi la testa cercando di dare un senso a ciò che avevo visto.
Erano stati scorci di possibili eventi futuri? Che cosa volevano significare?
Guardai mia sorella che mi fissava preoccupata.
Avrei cambiato persino il futuro per il suo bene. Non doveva essere lei a morire in quella impresa. Lo avrei impedito in tutti i modi.
L'abbracciai velocemente e le sorrisi. «Sono fiero di te. Diventerai una grande maga ed Ecate non rimpiangerà di averti scelto per questa missione.»
Lei mi sorrise grata e un po' sorpresa per il mio gesto improvviso di affetto. «Grazie Nico.»
Il suo sorriso si spense presto però, e mi guardò con aria grave. «Ora però devi raccontarmi di ciò che ti hanno detto i morti. Tra poco arriveremo a Bologna»

La Figlia Dell' Olimpo- La Rinnegata [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora