12- Nico [Revisionato]

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Ero talmente stanco da non riuscire a seguire la battaglia tra i giganti e Percy e Jason davanti a me.
Okay, ero nel Colosseo, che aveva preso vita grazie a Bacco che seduto sul suo trono accanto a me, come un imperatore dell'Antica Roma, ma avevo sonno.
Non dormivo da tempo.
Avevo evitato il più possibile gli incubi ed ora la stanchezza si faceva sentire.
Vagavo tra la realtà e il mondo dei sogni.
Ero consapevole di Piper accanto a me e della ninfa che la stava curando, ma a volte mi ritrovavo a vagare con la testa tra le vie di Roma.
La cosa strana era che vedevo tutto dall'alto e sentivo un grande sbatter di ali. Poi una voce catturò la mia attenzione.
Proveniva da dietro di me, ma non potevo voltarmi.
«Layla basta, ti ho detto che non voglio andarci!»
Era Aliissa. E sembrava stesse parlando con un cavallo perchè sentii uno sbuffo e uno nitrito.
«Perché vuoi portarmi dai semidei? Non m'importa cosa vuole mio padre!» sbraitò alla fine.
Una mano fredda mi riportò bruscamente alla realtà.
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu Percy e Jason che si accanivano contro Oto come se fossere un'unica persona. Poi un paio di dita schioccarono davanti al mio naso.
«Sveglia semidio.»
Bacco mi guardava corrucciato, come se l'avessi interrotto in mezzo a una festa spassosissima.
«Cosa c'è?» chiesi con la voce un po' impastata.
«Cosa stavi sognando?»
Esitai un attimo, sentendo qualcosa nel petto che mi premeva, facendomi male.
«Aliissa.» risposi infine, cercando di dare un tono neutro alla voce. «Sembrava in groppa a un pegaso che la stava portando dove lei non voleva andare.»
«E cioè?»
Esitai di nuovo. «Qui»
Lo guardai per bene, per la prima volta. Aveva una fossetta di preoccupazione tra le ciglia aggrottate. Ma sparì subito, quando il suo viso si distese in un sorriso.
«Bene, speriamo che renda la festa un po' più movimentata»
Il mio cuore scalpitò.
«Aspetti» boccheggiai «lei sta venendo qua? Ad aiutarci?»
«Non so da che parte starà, ma sì, sta per arrivare»
La folla esultò e con la coda nell'occhio vidi Oto che somigliava più a pappa d'avena che si divincolava in un turbine d'acqua, nel laghetto del Colosseo. Ma era tutto sfocato.
L'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi era Aliissa, che stava tornando qua per combattere.
Ero agitato e in ansia, non sapevo cosa avrei visto.
La ragazza tanto angelica che mi aveva salvato la vita? Oppure il mostro dallo sguardo duro e affilato che serviva i due giganti?
Ora ero più che sveglio.
«Aliissa è una cattiva persona?» mi chiese Piper.
Aveva ripreso colore e le avevano fasciato il braccio.
«Io.. non lo so.»
Quasi non riconobbi la mia voce, tanto era roca e bassa. «Mi ha salvato la vita. All'inizio era una ragazza magnifica. Poi è cambiata. Quando si sono presentati i due giganti, che serviva, è diventata una persona completamente diversa. Faceva paura»
«Secondo te da che parte starà? Dalla nostra o dalla loro?»
Scossi la testa. Non lo sapevo.
Speravo vivamente che non ci uccidesse tutti. Ma sapevo che la speranza illudeva e basta.
Un altro boato dalla folla. Alzai lo sguardo e vidi Efialte che incombeva su Jason e Percy minacciosamente.
Trattenni il fiato e mi irrigidii.
Non potevo sopportare l'idea di vedere Percy a terra, in quel modo, ma non potevo nemmeno farci nulla. Se mi fossi intromesso avrei solamente ritardato di qualche secondo la sua morte, dopo essere morto io.
Piper urlava contro il gigante, mettendo tutta la sua magia nella voce, ma sapevamo tutti che era inutile.
Mi voltai verso Bacco.
«Non fa niente per aiutarli?» gli urlai isterico.
Per tutta risposta lui non mi sentì nemmeno e continuò a fissare dritto davanti a sé.
Strinse i pugni e contrasse il labbro in un'espressione corrucciata poi, con la stessa velocità, si rilassò.
Sentii i nervi saltare e strinsi l'elsa della mia spada ma qualcosa catturò la mia attenzione.
Un movimento talmente veloce da essere invisibile.
Efialte si guardava il petto con un'espressione mista tra la confusione e la sorpresa. Aveva una freccia scura incastrata in una fessura dell'armatura.
Poco dopo si sentirono altri sibili e il gigante si ritrovò una decina di frecce sul braccio.
L'icore usciva copioso dalle ferite.
Un altro movimento impercettibile e Aliissa era di fronte al gigante, a metà strada tra il mostro e Jason, con un arco teso, a cavallo di un magnifico pegaso color sabbia.
Aveva uno sguardo furioso negli occhi, neri come la pece.
Strinsi i pugni per evitare che mi tremassero le mani.
«Non toccare questi semidei» sibilò tra i denti.
«Ti stai opponendo a me, serva?» ringhiò il gigante.
«Non sono la tua serva. Non più.»
Teneva l'arco teso con circa 5 frecce incoccate, ma non sembrava volesse lasciarle.
Non fui l'unico a notare la sua esitazione.
«E allora perchè non mi finisci Aliissa? Oppure non vuoi uccidere l'unica cosa che ti ha tenuta in vita nel Tartaro?» sghignazzò Efialte.
Aliissa fece un sorriso così crudele che mi fece salire i brividi lungo la schiena.
Il suo arco tornò ciondolo.
«Volevo darle un ultimo regalo di addio, illustre Efialte. La mia lettera di licenziamento»
La musica partì subito e Aliissa iniziò a cantare.
Mi prese un grandissimo capogiro e mi salì la nausea. Mi tappai le orecchie per istinto, ma la sua voce mi risuonava in ogni angolo della mente.
Misi la testa tra le ginocchia, come mi aveva insegnato Bianca tempo fa, per combattere il mal di macchina nelle strade piene di curve.
Mi sentii un po' meglio, ma avevo il cervello annebbiato.
L'unica cosa che percepivo era la voce di Aliissa, ora impastata come se la stessi sentendo sott'acqua.
Di nuovo una mano fredda mi riportò alla normalità.
Bacco mi premeva due dita sulla tempia. In qualche secondo riuscii a mettere a fuoco di nuovo le cose e iniziai a stare meglio.
Mi guardai intorno e vidi che tutti erano nelle mie stesse condizioni. Piper si stava tenendo la pancia e si copriva la bocca.
Mi allontanai da lei di qualche centimentro.
«Piaciuta la prima sbronza, semidio?» ridacchiò Bacco.
«C-cosa?» farfugliai ancora un po' disorientato. «Sono ubriaco? È Aliissa?»
Guardai la ragazza in mezzo al Colosseo. Cantava tranquilla, come se fosse stata su un palco in un bar invece che davanti a un gigante. Poi guardai Efialte.
Barcollava ed era scosso da singhiozzi.
Mi accorsi solo in quel momento che c'era qualcosa dietro di lui.
Aguzzai la vista e vidi Aliissa.
La cosa non quadrava.
C'erano due Aliissa a cavallo.
Una a terra che cantava e un'altra che volava dietro il collo del gigante.
«Sono ancora ubriaco? Ho le allucinazioni»
«Sei l'unico semidio in forma, qui» rispose Bacco che sorrise davanti a quella scena così bizzarra.
Poi l'Aliissa che volava lanciò un urlo che scosse tutti.
L'Aliissa a terra svanì, fatta di Foschia e quella vera si lanciò contro il gigante ancora brillo e squarciò la sua schiena con una spada affilata lunga quanto la sua gamba e spessa il triplo.
Era incredibile come la maneggiasse.
Sembrava che fosse leggera come una piuma.
A quel punto tutti rinvennero e la guardarono, macchiata del sangue dorato del suo ex padrone, che si allontanava da lui con uno sguardo omicida negli occhi.
"Ecco cosa si prova, bastardo" la sentii sussurrare nella mia mente.
Trasalii.
Avevo capito i segni rossi sulla sua schiena.
Efialte non ebbe nemmeno il tempo di urlare dal dolore che un'enor
me scarica di fuoco greco lo colpì in pieno. Cadde a terra, tramortito.
Alzai lo sguardo, nella direzione da cui provenne il colpo e vidi l'Argo ll che stava atterrando.
Sospirai di sollievo e,per la prima volta dopo tanto, mi rilassai.
Bacco rise e batté le mani estasiato. Poi ci teletrasportò accanto ai semidei.
Mi girava ancora un poco la testa e quando mi ritrovai in piedi persi l'equilibrio.
Un paio di braccia mi presero al volo e mi stabilizzarono.
«Felice che tu non sia morto, Di Angelo».
Aliissa teneva un mio braccio sulle sue spalle e mi sorreggeva tenendo il mio fianco.
Avvampai per quel contatto fisico ma non mi staccai, sapendo che se mi fossi allontanato, sarei caduto a terra.
«Felice che tu non sia morta, Aliissa» balbettai evitando il suo sguardo.
Rise e si strinse più a me.
«Scusa per la sbronza, non era mia intenzione colpire anche voi»
Mi voltai verso di lei e mi ritrovai il suo volto sorridente a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi verdi brillavano di divertimento.
No, non erano verdi.
Con la luce del sole avevano qualche riflesso oro intorno alla pupilla e l'iride era contornata da una linea spessa scura. Ma non erano verdi. Erano color turchese.
Probabilmente ero rimasta a fissarla per troppo tempo, perché lei distolse lo sguardo arrossendo.
Bacco intanto aveva eliminato i due giganti e stava tornando verso di noi glorioso.
«Hai superato le mie aspettative, Aliissa.» disse Bacco ancora sorridendo per tutta quella gloria.
Notai però che l'orgoglio che irradiava non era per le sue stesse azioni ma per sua nipote.
Aliissa sorrise ma in maniera più asciutta.
«Mi hai insegnato di dover sempre movimentare una festa, noiosa o divertente che sia.»
«Non credi di aver esagerato con quella spada però?»
Bacco lanciò un'occhiata al braccio di Aliissa dove, mi accorsi solo in quel momento, c'era un graffio spesso e arrossato.
Una nuova cicatrice.
Aliissa fece spallucce ma non disse niente.
«Bene semidei» disse infine il dio, dopo aver lanciato un'occhiata profonda a Aliissa «Avete il mio permessio di continuare il vostro viaggio!»
«Il suo permesso?!» urlò sbigottito Percy.
Se continuava a battibeccare così con Bacco, il dio l'avrebbe trasformato in un delfino. Me lo sentivo.
«Si, avete il mio permesso. Anche se il tuo viaggiò sarà più duro di quanto tu creda, figlio di Nettuno»
Un brivido freddo percorse la mia schiena. Non era una bella premonizione.
«Io proverei a irrompere nel parcheggio dietro l'Altare della Patria, se fossi in voi».
E con quel criptico consiglio, Bacco svanì.
«Ehi, zio!» urlò Aliissa. «Ed io?!»
«Mi pare ovvio, vieni con noi» disse Piper sorridendole.
Aliissa guardò i ragazzi intorno a lei e poi me.
«Beh, Di Angelo deve rimettersi in forma e senza di me non può camminare» fece un sorrisetto di scherno ed io avvampai «quindi mi sa che mi tocca».
«So camminare da solo, Aliissa» borbottai a mezza voce.
«Allora se non ti servo me ne vado»
Aveva iniziato a scrollarmi di dosso.
«No!» dissi con un po' troppa foga.
Lei rise e anche gli altri la seguirono a ruota.
«Senti, come ti pare» risposi secco guardando per terra.
«Ragazzi scusate» interruppe Percy «ma sapete qualcosa di Annabeth?»
Un silenzio imbarazzato scese tra di loro. Ora che ci facevo caso, lei mancava. Cosa stava succedendo?
«Cosa aspettiamo ragazzi» li esortò Aliissa cercando di risollevare l'umore di tutti con uno dei suoi sorrisi mozzafiato «Andiamo a riprenderci la Figlia di Atena».

La Figlia Dell' Olimpo- La Rinnegata [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora