Sono sempre stato fermamente convinto che l'amore non esistesse, che le farfalle nello stomaco e il colpo di fulmine fossero solo stronzate inventate dagli scrittori per vendere più copie dei loro romanzi, più rose e cioccolatini a San Valentino, ma poi una sera i miei occhi hanno incrociato i suoi e le mie certezze sono crollate come un castello di carte.
L'ho capito da come mi guardava, con quel suo sguardo a metà tra lo spaventato e il sicuro di se, sapendo già di non avere alcuna possibilità nel vincere uno scontro contro di me ma con il coraggio di non arrendersi subito e di provare lo stesso a fare qualcosa.
L'ho capito dall'effetto che mi aveva provocato specchiarmi nelle sue iridi, di come sentivo lo stomaco contorgersi e fare le capriole e di come improvvisamente si era alzata la temperatura e avevo iniziato ad avere caldo nonostante fossimo in pieno inverno.
E quello fu l'inizio di tutto.
Da lì iniziarono le bugie dette per incontrarci, le birre bevute al campo da baseball, le strette di mano, i baci rubati, gli abbracci, gli insulti, i litigi, urlarsi addosso di odiarsi per poi finire a letto insieme, i primi appuntamenti, le risate, le lacrime, le giornate no, le canzoni cantate insieme, le sigarette smezzate, le sere passate a parlare sotto le stelle, dormire abbracciati, esserci quando l'altro aveva bisogno.
E arrivato a quel punto non potevo più tornare indietro, ormai ci ero dentro fino al collo. Perché si ce n'è voluto di tempo ma alla fine sono riuscito finalmente ad ammettere a me stesso di essere fottutamente innamorato di Ian.
Se devo essere sincero non mi ricordo il momento esatto in cui ho capito di esserlo, ma penso che siano state un insieme di cose a farmi arrivare a questa conclusione.
Come per esempio il fatto che mi basta sapere di averlo vicino per stare bene, che sorrido come un idiota ogni volta che mi manda un messaggio e il sentirmi il cuore in gola prima di incontrarlo.
Di come mi stringe forte tra le sue braccia, come se per lui fossi importante e avesse paura di perdermi.
Di come quando sono con lui io mi senta a casa per la prima volta in vita mia.
Di come sia riuscito a distruggere in mezzo secondo i muri che con gli anni avevo costruito per non permettere alle persone di avvicinarsi a me quando non ci era riuscita nemmeno mia sorella.
Di come riesce a portare il sole anche nelle giornate più scure, di come riesce a farmi sorridere anche quando è l'ultima cosa che vorrei fare.
Di come mi bacia lentamente e con gli occhi chiusi come se non volesse perdersi neanche un attimo anche se ormai stiamo insieme da mesi.
Di come sento di essere finalmente completo quando sono con lui, di aver trovato quella parte di me che mi mancava e che stavo cercando da tanto tempo.
Di come mi metta sempre al primo posto e si preoccupi sempre per me e di come sto anche quando lui è il primo a stare male.
Di come quando camminiamo sul marciapiede lui si metta dalla parte della strada per far stare me attaccato al muro.
Di come mi capisce con un solo sguardo e di come capisce quello che provo senza che sia io a spiegarglielo.
Di come sarebbe disposto a seguirmi in capo al mondo se sapesse che questo mi renderebbe felice.
Di come si prende cura di me e si preoccupa quando qualcosa non va.
Di come non abbia mai giudicato le mie scelte e anche quando non le condivideva mi rimaneva vicino lo stesso.
Di come sia fottutamente orgoglioso e testardo ma quando litighiamo è sempre pronto a metterlo da parte e a fare il primo passo.
Di come mi faccia sentire apprezzato e amato come non aveva mai fatto nessuno e come con lui riesca a essere me stesso al cento percento senza bisogno di indossare una maschera.
Di come mi bacia delicatamente la fronte prima di addormentarci e di come mentre dormiamo tiene stretta la mia mano tra le sue e fa intrecciare insieme le nostre dita.
Lo amo così tanto da non riuscire a spiegarlo e spero un giorno di avere il coraggio di dirglielo guardandolo negli occhi, ma nel frattempo mi limiterò a un "vaffanculo Gallagher" sperando che leggendo tra le righe capisca quello che provo veramente.
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Nobody knows the me that you do |gallavich|
Kurzgeschichten"Vorrei essere per te i tuoi sedici anni, quei momenti in cui ti senti molto più grande di quello che sei in realtà, quei momenti in cui vorresti solo spaccare il mondo, in cui vorresti urlare che stai vivendo qui e adesso, in cui tutte le tue emozi...