Caro Ian,
Chi l'avrebbe mai detto che un giorno mi sarei ritrovato qui a scriverti una lettera come una fottuta ragazzina dodicenne? Se qualcuno qualche anno fa me l'avesse detto probabilmente sarei scoppiato a ridergli in faccia e non mi sarei risparmiato nel tirargli anche un bel pugno sul naso.
Ti sto scrivendo anche se sono consapevole che questa lettera probabilmente non la leggerai mai, ma non riesco più a tenermi dentro quello che provo e se mai la ricevessi non mi aspetto di certo una tua risposta, volevo soltanto che lo sapessi.
Qualche giorno fa mi ha chiamato Mandy e mentre mi parlava del suo nuovo lavoro e del ragazzo che sta frequentando per sbaglio si è lasciata sfuggire che il mese prossimo ti sposerai con Trevor. Lo stesso Trevor da cui sei tornato dopo che avevi deciso di scappare con me. Lo stesso Trevor che hai preferito a me, a noi.
Non sai quante volte in questi mesi, in questi anni, avrei voluto chiamarti per sentire la tua voce, anche solo per qualche secondo, perché con il passare del tempo sto iniziando a dimenticarla e non posso sopportarlo.
Mi ricordo ancora come se fosse ieri l'ultima volta che ci siamo visti. Eravamo al confine con il Messico e tu mi avevi detto che non saresti venuto perché eri riuscito ad andare avanti e a rifarti un'altra vita e non volevi lasciare tutto per stare con me. E nonostante sentissi un vuoto allucinante allo stomaco a sapere che ti avrei perso, che non ti avrei più rivisto, non ho potuto che essere felice per te. Perché in fondo amare vuol dire anche questo no? Volere sempre la felicità dell'altro anche se tu non ne fai parte.
Da quel giorno sono passati cinque anni e quel senso di vuoto indescrivibile non se n'è ancora andato, come se oltre a te avessi perso anche una parte di me. Perché tu eri la mia parte migliore, quella buona, gentile, premurosa. Quella parte che nessuno pensava che avessi e che tiravo fuori solo quando ero con te.
Mi sento un coglione perchè mentre io ti penso constantemente ogni fottuto giorno tu invece mi hai dimenticato e sei andato avanti con la tua vita come se nulla fosse.
Come hai fatto? No perchè io proprio non ci riesco. Ci ho provato e riprovato un milione di volte, ci ho provato con tutto me stesso. Sono uscito con dei ragazzi, mi sono trovato un lavoro e ho provato a conoscere nuove persone, ma l'unica cosa che riuscivo a pensare era che nessuno era come te.
Mentirei se ti dicessi che non provo rancore, che se ti avessi davanti non ti tirerei un pugno e non ti urlerei addosso tutto quello che ho passato da quando te ne sei andato. Ho passato tanto di quel tempo a essere incazzato, a cercare di odiarti finendo solo con l'odiare me stesso perchè finivo sempre con l'amarti ancora di più.
Penso spesso a come sarebbe potuto essere se tu avessi avuto il coraggio di venire via con me. A come sarebbe potuta essere la nostra vita. Magari quelli che si starebbero per sposare saremmo potuti essere noi.
Io che mi sposo? Ok, mi rendo conto che fa ridere solo a pensarlo, ma per te avrei fatto qualsiasi cosa, anche sposarmi.
Chissà se ogni tanto pensi a me, se ti ritorno mai in mente, se anche tu ogni tanto mi rivedi nei gesti degli altri. Io mi illudo che sia così, perchè fa meno male pensare che tu non mi abbia dimenticato del tutto. Che tu non abbia dimenticato di tutti i momenti passati insieme, perché io non riuscirò mai a farlo. Non riuscirò mai a dimenticarti.
Sei stato il mio primo amore. Per te ho rischiato tutto, sono persino andato contro mio padre. Ti sono sempre stato accanto, ti ho sempre messo davanti a tutti, anche a me stesso.
Non potrò mai dimenticare tutto quello che abbiamo fatto insieme, tutto quello che siamo stati. Non dimenticherò le birre, le sigarette condivise, i baci dati di nascosto, i nostri piani per il futuro, per crearci una vita lontano dal South Side, le strette di mano, gli abbracci, le volte che abbiamo condiviso un letto troppo piccolo per due persone. Le fughe al campo da baseball, le farfalle nello stomaco, quella volta in cui abbiamo guardato le stelle insieme e tutte le sensazioni che solo tu eri in grado di farmi provare.
Perché nonostante tutto rimarrà sempre una parte di te in me.
Mi ricordo ancora le prime notti quando ero arrivato qua. Facevo sempre lo stesso incubo: c'eri tu che te ne andavi e io che non riuscivo a trattenerti e poi mi svegliavo piangendo boccheggiando in cerca d'aria. Io che piango, strano vero? Ma da quando te ne sei andato mi succede più spesso di quanto voglio ammettere.
Sono anche riuscito a parlare di te, di noi, al mio amico Josh, che poi è anche l'unico che ho. Era venuto a casa mia per riprendere la sua giacca che aveva dimenticato la sera prima sul divano e mi aveva trovato svenuto per terra tra decine di lattine di birra con la tua foto accartocciata tra le mani. Quando mi sono svegliato mi ha chiesto qual era il motivo per cui mi ero ridotto così. Ho cercato di fare il duro, lo strafottente, gli ho urlato addosso di andarsene e l'ho mandato a fanculo, ma lui non ha ceduto ed è rimasto lì con me senza battere ciglio e mi è bastato un solo sguardo per scoppiare a piangere e iniziare a parlare.
E così gli ho detto tutto, ma proprio tutto tutto. Di quanto mi mancavi, di come te n'eri andato lasciandomi da solo, di come non riuscissi ad andare avanti senza di te al mio fianco. Di come quando ero in prigione e l'unico motivo per cui andavo avanti, l'unico motivo per cui aprivo gli occhi al mattino, l'unico motivo per cui non cedevo eri tu. Gli ho raccontato che non vedevo l'ora di uscire e di trascorrere del tempo insieme, di andare ad un vero appuntamento, di poter sentire di nuovo il sapore delle tue labbra e di fare tutte quelle cose che facevamo insieme e che ora mi mancano un casino.
E lui a un certo punto ha iniziato a piangere perché ha detto che da come parlavo di te si poteva capire quanto ti amassi e quanto ci fossi stato male.
Io volevo trascorrere davvero il resto della mia vita con te Ian. Stare tra le tue braccia, l'unico posto in cui mi sia mai sentito davvero a casa, era la cosa che desideravo di più e che desidero anche ora nonostante sia passato tutto questo tempo.
Ho sofferto tanto, non lo nego. Ci sono stati giorni in cui ho pensato di non farcela, dove non vedevo il senso di andare avanti se non avevo te, dove mi mancavi come l'aria e non avevo neanche le forze per uscire dal letto.
Spero un giorno di arrivare al punto in cui non penserò più a te ogni secondo, in cui smetterò di cercare i tuoi occhi nelle piazze affollate e di sperare di vedere il tuo numero apparire sullo schermo del mio cellulare. Spero di arrivare al punto in cui pensando a te, a quello che siamo stati, a quello che saremmo potuti essere, non inizierò a piangere senza riuscire a smettere. Spero di arrivare al punto in cui riuscirò a parlare di te con un sorriso sincero senza dover sentire la gola bruciare per le lacrime trattenute e dover stringere i pugni cercando di placare l'istinto di spaccare qualsiasi cosa mi circondi.
Tu invece come te la passi? Sei felice? Trevor ti tratta bene? Prendi le medicine? Lavori ancora come paramedico? Come sta andando la tua nuova vita? La tua famiglia sta bene? I tuoi fratelli? Fiona? Mandy viene mai a trovarti? Ti parla mai di me? Hai mai pensato, almeno un po' a me?
Ti auguro tutto il bene del mondo, d'altronde non ho mai voluto altro se non la tua felicità, anche quando questo significava rinunciare alla mia.
Nonostante tutto continuo ad amarti.
Mi mancherai sempre.
Non più tuo,
Mickey
STAI LEGGENDO
Nobody knows the me that you do |gallavich|
Historia Corta"Vorrei essere per te i tuoi sedici anni, quei momenti in cui ti senti molto più grande di quello che sei in realtà, quei momenti in cui vorresti solo spaccare il mondo, in cui vorresti urlare che stai vivendo qui e adesso, in cui tutte le tue emozi...