non proprio tutto tutto

27 6 3
                                    

Sai, oggi ho raccontato di noi a un perfetto estraneo. Ero con dei colleghi di lavoro e mi hanno chiesto com'era stata la mia ultima storia e allora gli ho parlato di noi.
L'ho fatto perché tanto ormai noi non ci parliamo quasi più, e in quelle rare volte in cui lo facciamo è sempre perché il primo passo lo faccio io, perché evidentemente sono solo io quello che non può vivere senza di te, perché evidentemente tu ci riesci benissimo, perché forse ci sei sempre riuscito.
Gli ho detto tutto sai? Certo non propio tutto tutto.
Non gli ho raccontato di tutte le nottate che abbiamo passato svegli parlando ininterrottamente per ore e ore anche se eravamo talmente stanchi che gli occhi ci si chiudevano da soli, di tutte le canzoni che ci siamo dedicati e quelle che abbiamo cantato insieme, di tutte le volte che mi hai salvato quando io nemmeno mi ero accorto di avere bisogno di aiuto, di come sei stato il mio rifugio, il mio faro in mezzo alla tempesta.
Non gli ho raccontato di tutte le cose che abbiamo fatto insieme, delle sigarette smezzate, dei baci rubati al campo da baseball sotto le stelle, degli abbracci in cui mi sentivo a casa, delle notti in cui non riuscivo a dormire e tu venivi sotto casa mia anche se erano le tre del mattino.
Di tutte le volte in cui mi hai strappato un sorriso anche quando era l'ultima cosa che volevo fare, di tutte le volte in cui abbiamo riso così tanto da avere il mal di pancia e le lacrime agli occhi, di quel primo appuntamento in cui eravamo uno più impacciato dell'altro, della prima volta in cui abbiamo fatto l'amore, dei brividi che ho provato quando per la prima volta ho sfiorato il tuo corpo.
Di tutte le volte in cui mi bastava un tuo messaggio per calmarmi, di tutte le volte in cui mi hai preso la mano quando mi trovavo sull'orlo del precipizio, di come mi mettevi sempre al primo posto, anche davanti a te stesso.
Però gli ho parlato di come mi hai distrutto, di come ci hai distrutto da solo con le tue stesse mani.
Gli ho detto di come hai smesso di cercarmi così, da un giorno all'altro, senza neanche darmi un motivo, uno straccio di spiegazione. Delle tue risposte fredde e distaccate come se ormai di me non te ne fregasse più niente e forse è proprio così.
Di tutte le volte in cui mi hai fatto stare male, in cui mi sono ritrovato a piangere da solo mentre ero ubriaco seduto sul pavimento freddo della mia camera cercando di capire perché all'improvviso ti fossi allontanato da me.
Di tutte le volte in cui mi sono incazzato perché tu non ne volevi sapere nemmeno di provare a costruire qualcosa insieme a me.
Di tutte le volte in cui mi hai fatto sentire sbagliato, inadatto, una nullità, come se stare con me non ne valesse nemmeno la pena, come se valessi meno di niente.
Di tutte le volte in cui mi sono ritrovato a urlare fuori di me per la rabbia, di tutti i pugni che ho tirato contro il muro, della sedia che ho lanciato contro l'armadio, di tutto l'odio che ho provato per me stesso e che ho cercato invano di provare per te.
Di tutte le volte in cui mi hai fatto litigare con Mandy perchè diceva che dovevo smetterla di venirti dietro, di cercarti sempre, di come a furia di piangere avevo finito le lacrime, di come ormai non riuscivo più a provare nulla, di come sentivo costantemente un vuoto all'altezza del petto.
E scusa se gli ho detto solo le cose brutte che hai fatto, di come mi hai fatto male, di come mi hai fatto sentire.
Scusa se non gli ho raccontato le cose belle che hai fatto, le cose belle che siamo stati.
Scusa se non l'ho fatto ma rischiavo di scoppiare a piangere.
Rischiavo di scoppiare a piangere perché nonostante tu mi abbia fatto male mi hai fatto anche tanto bene.
Perchè per me è più facile essere incazzato con te che pensare tutti i giorni a quanto ti amo e a quanto tu sia indispensabile per me.
Perché è più facile che pensare che tu invece non mi ami, che non conto nulla per te.
Perché è più facile che pensare che ora tra le tue braccia ci sia un altro, che sia un'altra persona il centro del tuo mondo, il primo pensiero quando al mattino ti svegli e l'ultimo primo di andare a dormire.
Perché è più facile pensare ai tuoi difetti, a quelle cose del tuo carattere che proprio non sopportavo, ai tuoi sbalzi d'umore, alle tue idee completamente folli, a come non riuscivamo mai a essere d'accordo su niente, perché se penso a tutte le cose belle, a tutti i tuoi pregi, a tutte le piccole cose, a tutte le attenzioni che mi dedicavi, inizio a piangere e non la finisco più.

Nobody knows the me that you do |gallavich|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora