Nobody knows the me that you do |gallavich|

marte e venere

"E so che andrò lontano anche se tu non ci sarai
Supererò le strade che con te non farò mai
E so che andrò lontano anche se tu non ci sarai
Supererò le strade che con te non farò mai
E no, non è sbagliato vivere con un altro spero ti innamorerai
E no, non è sbagliato vivere con un altro spero dimenticherai."

Quando te ne sei andato ero convinto che senza di te non sarei riuscito ad andare da nessuna parte, che non sarei mai riuscito a combinare qualcosa di buono nella mia vita.

Ho sempre creduto che fossi tu la mia ancora, la persona che mi teneva in piedi, la persona che mi impediva di cadere al suolo e di rompermi definitivamente in mille pezzi.

Invece adesso, dopo quasi dieci mesi, ho capito che posso farcela da solo, che posso farcela anche senza di te a sorreggermi, a mantenermi in piedi.

Non è stato per niente facile, anzi. Ci sono volute settimane se non mesi, è stato come re imparare a camminare.

Ho dovuto iniziare a fidarmi solo di me stesso, a capire che ce l'avrei fatta anche da solo, che non avevo bisogno di appoggiarmi a nessuno, che potevo stare benissimo in piedi anche solo con le mie gambe.

Sono caduto decine, centinaia di volte.

Sono caduto così tante volte che a un certo punto volevo smettere di rialzarmi, che il pavimento stava iniziando a diventare un luogo confortevole, un vecchio amico.
Sono caduto così tante volte che per un periodo ho smesso di provarci e sono rimasto lì in bilico, tra il provare a rialzarmi con la paura di cadere di nuovo o restare sdraiato sapendo che non sarei più riuscito a camminare, a mettere un piedi davanti all'altro e andare avanti.

Poi un giorno è scattato qualcosa dentro di me e ho capito che non importa quante volte ancora sarei caduto, quanto volte ancora mi sarei fatto male, volevo riuscirci.
Volevo riuscirci per dimostrare a me stesso, a te, agli altri, a chiunque mi conoscesse che potevo farcela anche da solo, che non mi servivi tu per andare avanti, che non mi serviva nessuna metà per completarmi.

E poi, non so neanche io come, ma ce l'ho fatta.

E da solo sto facendo più passi di quanti ne avrai fatti stando con te, sto facendo più cose di quante pensavo fossi in grado di farne e forse perderti mi è servito per riscoprirmi.
Per capire chi sono veramente, per capire quanto valgo, per capire che non ho niente in meno rispetto agli altri, per capire quanto posso andare lontano se mi impegno davvero.

E nonostante tutto quello che è successo tra di noi spero ancora che ti innamorerai.

Spero ancora che troverai una persona che ti metta al primo posto, che per te ci sia sempre, anche se la chiami alle quattro del mattino.
Spero ancora che sentirai le farfalle nello stomaco, la gola chiudersi e le mani tremare quando ti scriverà un messaggio.
Spero ancora che sentirai quell'ansia mista alla felicità che si prova quando si bacia la persona che ti piace per la prima volta.
Spero ancora che troverai qualcuno che ti ami, che ti ami tanto, nonostante tutto e nonostante tutti e spero ancora che anche tu lo farai, nonostante forse tu con me non l'hai mai fatto.

E non pensare a me, a tutto quello che siamo stati insieme.

Metti il nostro ricordo in un cassettino del tuo cervello e poi chiudilo a chiave e dimenticalo perché meriti di essere felice e non potrai mai esserlo se continui ancora a pensare a noi, a tutto quello che ci hai fatto.

"Me ne stavo seduto in disparte mi ero chiuso in ogni mio sclero
Avevo messo l'orgoglio da parte e da lontano quel tuo pensiero
E lo sapevo stava finendo che per noi non c'era più tempo
Sono aride queste lacrime e non mi stanno illudendo
Ed avevamo Marte contro e tu eri bella da fare invidia a Venere
Di quella notte solo un ricordo delle nostre stelle resta ormai cenere."