(risposta di Ian alla lettera "torna che mi manchi")
Caro Mickey,
So che probabilmente avresti preferito che questa lettera non la leggessi mai, ma Mandy l'ha data a Lip e poi lui me l'ha data oggi quando sono tornato a casa.
Avrei potuto immaginare che mi avresti mandato a fanculo e se devo essere sincero ammetto che mi è mancato un po' sentirtelo dire. Ammetto anche che me lo merito, me lo merito davvero tanto per il modo in cui ti ho lasciato, per il modo in cui ti ho trattato.
Io invece inizierò questa lettera scusandomi, perché mi sembra il modo più giusto per iniziare.
Scusa se non sono rimasto con te, scusa se ti ho lasciato da solo, scusa se me ne sono andato dall'altra parte del mondo da un giorno all'altro senza dirti nulla, scusa se non ti ho fatto avere per mesi mie notizie, scusa se non stato lì con te proprio quando ne avevi più bisogno, scusa se sono stato egoista, scusa se ho pensato solo a me stesso e a come mi sentivo io senza tenere nemmeno in considerazione come ti potessi sentire tu.
Scusa se me ne sono andato ma avevo bisogno di staccare da tutto e tutti. Avevo bisogno di capire che cosa volessi, di capire chi fossi. Avevo bisogno di un nuovo inizio, avevo bisogno di ricominciare. Avevo bisogno di capire le mie emozioni, perché sentissi tutto così amplificato rispetto agli altri, perché avessi il terrore di perderti, perché non riuscissi a lasciarti andare.
Avevo bisogno di capire e ho fatto la prima cosa che mi era venuta in mente: arruolarmi. D'altronde è sempre stato il mio sogno no? Combattere per il nostro Paese, difendere la nostra bandiera, aiutare le migliaia di persone che laggiù hanno bisogno di aiuto, del nostro aiuto, essere in prima linea e fare qualcosa di concreto, qualcosa che serva davvero.
Avevo bisogno di capire e ho pensato che andare dall'altra parte del mondo sarebbe stata un'ottima idea, d'altronde quale occasione migliore di questa per pensare e riflettere su se stessi?
Dopo un mese che ero lì però ho capito che non era per niente una buona idea, che mi mancava casa, che mi mancavi tu.
Ma ormai era troppo tardi e non me la sentivo di lasciare soli i miei compagni così alla fine sono rimasto.
All'inizio pensavo fosse per poco tempo, giusto un mese o due. Pensavo che quando avrebbero scoperto che mi ero arruolato sotto falso nome mi avrebbero rimandato a casa nel giro di due giorni, invece avevano bisogno di uomini e quindi hanno deciso di tenermi lì.
Alla fine sono rimasto per due anni.
Due anni che mi sono sembrati lunghi come quattro, due anni che mi sono sembrati eterni, che sembrava non finissero mai, due anni senza sentire nessuno, due anni senza avere tue notizie, due anni senza vederti, due anni senza baciarti.
Sono passati due anni e io non ho mai smesso neanche per un secondo di pensarti.
Come avrei potuto dimenticarti? Come avrei potuto dimenticare la parte più bella di me, l'altra metà del mio cuore?
Come avrei potuto dimenticare tutti i momenti che abbiamo passato insieme, tutte le cose che ci siamo detti, le emozioni che ho provato, le promesse, le nostre prime volte.
Come potrei dimenticare una persona stupenda come te, che con un sorriso riusciresti ad illuminare una città intera, che quando avevo bisogno c'eri sempre anche senza chiedertelo, che per stare con me ti sei messo in discussione e hai rischiato tutto, che mi mettevi sempre davanti agli altri, anche a te stesso, che hai dimostrato di amarmi in cento modi diversi anche se io ero troppo cieco per capirlo, per vederlo.
Sono sicuro che sei un papà fantastico, sicuramente cento volte meglio di quello che hai avuto tu. Anche se non vuoi ammetterlo hai tanto amore da dare e sono sicuro che lo ami con tutto te stesso.
Ho sempre sognato di costruire una famiglia insieme a te, di avere dei figli, una casa tutta nostra, degli animali di cui prenderci cura.
Ho sempre sognato un futuro insieme a te e mi dispiace di non avertelo mai detto, mi dispiace di aver probabilmente impedito con le mie stesse mani che questo un giorno possa accadere.
Scusa se non mi sono fatto sentire, se non ti ho dato mie notizie, ma da una parte pensavo fosse meglio così, che ti avrebbe aiutato a dimenticarmi più in fretta, e dall'altra era quasi impossibile riuscire a comunicare. Eravamo costantemente sotto attacco e la ricezione faceva schifo e anche riuscire a telefonare a casa sembrava impossibile.
Scusa se facendo così ti ho fatto dimenticare il suono della mia voce e io mi sono dimenticato quello della tua.
Scusa se per colpa mia non ti ricordi più come sono fatto, non ti ricordi più il sapore delle mie labbra, il colore dei miei occhi, la sensazione delle nostre mani che si stringono, il suono della mia risata. E scusa se nemmeno io me lo ricordo.
Da quando sono partito non sono mai stato con nessun'altro, nemmeno una volta. Solo il pensiero di toccare un corpo che non è il tuo mi mette ribrezzo.
Avevo paura di tornare a casa perché avevo paura che mi avresti dimenticato, che saresti andato avanti senza di me. Mi rendo conto che è una cosa molto egoista da dire, che due anni sono tanti, che sono cambiate tante cose, noi in primis e che non puoi aspettarmi per sempre, e so che non sarà così ma io ci spero ancora.
Oggi quando sono tornato ho visto Mandy a casa e le ho chiesto di non dirti nulla. Le ho chiesto di non dirti nulla perché volevo farti una sorpresa.
Non le ho chiesto nulla su di te, sulla tua vita, se ti fossi trovato qualcuno, se ti fossi fidanzato, perché avevo bisogno di illudermi ancora un po', di pensare che saresti stato seduto sui gradini fuori casa tua a aspettarmi mentre fumavi una sigaretta, che saresti stato ancora lì dov'eri due anni fa, che sarebbe stato lo stesso.
Ora sono proprio davanti quei gradini e tu non ci sei, pero spero lo stesso che non sia troppo tardi.
Spero che potrai darmi un'altra occasione, che accetterai di incontrarti anche solo per un'ultima volta, anche solo per mandarmi a fanculo o per tirarmi un pugno.
Ti aspetto domani sera alle nove al campo da baseball.
Se vuoi venire sono lì, porto anche la birra.
Spero con tutto il mio cuore che tu lo faccia.
Ti amo e non ho mai smesso di farlo.
Probabilmente non più tuo,
Ianvisto che era da tanto (in realtà neanche troppo ma vabbè) che non pubblicavo però non ho più idee, ho deciso di rispondere alle lettere che Mickey ha scritto a Ian.
come ho detto l'altra volta non scrivo quasi mai dal punto di vista di Ian perchè non mi ci ritrovo tanto, però ci sto provando.
spero vi piaccia.
vi voglio bene,
marta🖇
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Nobody knows the me that you do |gallavich|
Krótkie Opowiadania"Vorrei essere per te i tuoi sedici anni, quei momenti in cui ti senti molto più grande di quello che sei in realtà, quei momenti in cui vorresti solo spaccare il mondo, in cui vorresti urlare che stai vivendo qui e adesso, in cui tutte le tue emozi...