33. Confessione di una mente pericolosa

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È da giorni che dormo da schifo e non so perché

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È da giorni che dormo da schifo e non so perché.

Ovvero da circa centoventi ore. Quasi cinque giorni. Tempo in cui ho detto a Seb di stare lontani per riflettere sulla nostra situazione.

Ma no, non ci penso.

Affatto.

Sto bene. Benissimo. Come un aeroplano guidato da un ubriaco senza patentino da pilota, o qualsiasi competenza serva per guidare un dannato jet. Non lo so e non lo voglio sapere, troppa responsabilità. E, come si è capito, le responsabilità non fanno per me.

Quindi eccomi qui, a riflettere su tutto come ho proposto a Seb, e a farmi mancare il sonno perché penso troppo e a troppe cose.

L'unica certezza è che non so quello che voglio, ma penso di saperlo almeno un po', però non ho il coraggio di ammetterlo perché sono terrorizzata dalle conseguenze che simili ammissioni e situazioni possono avere su di me.

Insomma, va alla grande.

Se l'indecisione e il farsela sotto fossero sport olimpici, a quest'ora avrei più medaglie d'oro di Phelps.

Oh, ma io so di chi è la colpa, e a tempo debito andrò a prendere il responsabile.

Dan, quello stronzetto.

È lui che mi ha detto di pensare al da farsi, ai miei sentimenti per Seb per evitare di ferirlo. Ha fatto leva sulle mie debolezze e non ho potuto fare altro che assecondarlo.

Ora però vorrei fargli uno shampoo con la crema depilatoria, per fargli capire quanto ho apprezzato il suo consiglio.

Perché è da quando ho seguito il suo suggerimento che penso solo a Seb.

Da quando non lo vedo più sono iniziati i miei problemi. Cioè, quelli sono iniziati prima, molto prima, direi che Blaise può essere l'origine di gran parte dei miei disturbi, ma da quando non vedo più Sebastian è diventato il mio chiodo fisso. Il pensiero va sempre a lui.

Giuro, potrei partire dalle particelle, dall'inquinamento acustico o la fisica quantistica, ma il risultato sarebbe sempre lo stesso: lui.

La sua assenza è troppo grande per essere riempita da dei semplici pensieri e questa idea mi terrorizza per l'enormità delle implicazioni che porta con sé.

Ma mi manca tutto di Seb. La sua spontaneità. La risata sincera a ogni stranezza. Il senso dell'umorismo opinabile, ma sempre pronto a emergere. Lo sguardo sbigottito davanti ai miei vaneggiamenti. Le sopracciglia aggrottate quando mi perdo in discorsi troppo complicati.

Poi c'è il suo respiro, che mi calma e mi fa sentire a casa, protetta, quando il petto gli si alza e abbassa dopo aver fatto sesso, o anche soltanto mentre dormiamo insieme. Il modo che ha di muovere le mani quando parla di cose che lo entusiasmano. La delicatezza inconsapevole con cui sfiora ogni oggetto. Con cui tocca me.

(Im)perfetta per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora