Sono passati due giorni da quando Elle e io ci siamo vomitati addosso tutte le parole d'odio che, a quanto pare, nutrivamo nei confronti dell'altro senza però esprimerci, e siamo ancora in alto mare. Rispetto all'episodio sul London Eye, quello a casa è stato onesto nella sua crudeltà e altrettanto inaspettato, ma ha portato con sé una nota definitiva che sulla ruota panoramica non abbiamo avuto.
Le conseguenze di ogni parola che ci siamo sputati addosso le avverto sul cuore e mi sento pesante.
Siamo ancora troppo arrabbiati e orgogliosi per tornare sui nostri passi e rivedere le rispettive posizioni, ma sono quasi sicuro che entrambi abbiamo la convinzione che ognuno sia nel giusto. Io di sicuro, e so che è così.
Ho ragione, punto. Non c'è altra prospettiva. Elle ha paura, ma è così spaventata da avere il terrore di ammetterlo e di parlare del motivo che l'ha ferita. I suoi cocci sono taglienti e li usa come arma per difendersi, ma sono stufo di rimanere impassibile e farmi colpire, non devo immolarmi per farla stare meglio.
Se vorrà darmi una spiegazione sarò pronto ad ascoltarla, altrimenti le nostre strade si dividono qui. È stato bello, breve ma intenso, e conserverò un bel ricordo di quello che è stato e avrebbe potuto essere, ma niente più.
Arrivo alla conclusione che potrei scusarmi per averle dato della stronza che, per quanto sia vero, è sempre una mancanza di rispetto da parte mia, ma i miei passi verso di lei questa volta saranno limitati, se non assenti.
È venerdì pomeriggio e casa nostra sembra un campo di battaglia: la ragazze sono da noi, manca solo Elle, ma il clima è disteso e mi piace così com'è. Si percepisce che la settimana è finita e siamo alle porte del weekend, siamo tutti rilassati e parliamo uno con l'altro con una spensieratezza che il lunedì sembra impensabile.
Sono intento a parlare con Jane, che nelle ultime settimane è stata una piacevole scoperta, quando guarda l'ora al polso e, allarmata, si volta verso Rachel: «Dobbiamo andare a prepararci!» Le fa notare con una certa premura. «Sei pronta a fare follie?»
Jane, che tra le due è la più tranquilla, è su di giri e strizza l'occhio all'amica con fare complice.
«Certo che sono pronta!» Rachel è carica tanto quanto Jane. «È dal compleanno di Seb che non usciamo a divertirci come si deve, ho proprio voglia che arrivi stasera».
Quindi, se si riferiscono al mio compleanno, immagino che abbiano in ballo una serata che comprende una quantità indicibile d'alcool e tanta gente attorno. Non il mio tipo di serata, soprattutto se devo valutarla con l'umore terreo di questi giorni.
«Dove andate?» Domanda Charles, incuriosito dal loro entusiasmo.
«Alla festa dei compagni di corso di Elle, al Venom club». Precisa Jane.
«Siccome hanno concluso gli esami vogliono festeggiare insieme. L'hanno fatto anche l'anno scorso ed è uscita una figata!» Rachel è entusiasta.
Ma certo, il Venom: locale grande, chiassoso e in voga.
«Come mai andate anche voi?» Chiede Daniel, con fare provocatorio, nemmeno dovesse marcare il territorio.
«Perché più siamo e meglio è». È Jane a prendere la parola per prima. «E poi la figlia della cugina di mio papà studia con lei, quindi siamo più che autorizzate ad andare».
A Rachel, a quella frase, si illuminano gli occhi: «Perché non venite pure voi?»
Certo, è risaputo quanto io sia bravo a ballare e ami le discoteche. Più o meno al pari di quanto io possa amare gli allenamenti con il personal trainer.
Questa è la domanda che temevo sarebbe arrivata, ed è stata più puntuale di me al cospetto della sfiga.
Io non capisco come possano piacere posti simili: la gente non sa ballare (benvenuti, miei simili), il volume è così alto che non riesci né a sentire i tuoi amici né le ragazze con cui ci provi, i cocktail sono spesso scadenti e la musica tendenzialmente orribile.
STAI LEGGENDO
(Im)perfetta per me
Romance[COMPLETA] Elle è una ragazza all'apparenza perfetta: è bella, sembra sicura di sé e ha una vita movimentata, tra l'università, i diversi lavori e le uscite con le coinquiline e i vicini di casa, una compagnia di ragazzi tanto divertenti quanto cari...