36. L'apparenza inganna

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«Dio, sei stato un po' stronzo» Mi dice Elle tra una cucchiaiata di gelato e l'altra, che prende dal barattolo. «Amanda stava per morire quando ti sei avvicinato. Era convinta la baciassi sulle labbra».

La lingua che scorre sull'acciaio mi eccita, ma non mi distrae abbastanza. «Tu stavi per morire, non Amanda. Eri gelosa marcia».

Abbiamo iniziato un film su Netflix in questo pomeriggio caldo, ma è chiaro che la nostra attenzione non sia rivolta alle immagini che scorrono sullo schermo.

«Nah, non avrei reagito male». Sposta il cucchiaio contro la guancia, per farsi capire meglio. «Avrei soltanto tirato un pugno sul tuo bel nasino. In fondo ogni azione provoca una reazione, no?»

Il mio pene ne sa qualcosa, soprattutto in sua presenza. Ma preferisco non approfondire, mi piace dare l'impressione di avere un certo autocontrollo.

«Certo, come no». Mentre continuo la mia frase la indico con il mio, di cucchiaio, che poi rivolgo anche contro me stesso. «Mettila come vuoi, ma sei gelosa. Di me».

Elle alza gli occhi al cielo, però non risponde. Finge di essere interessata al film e lo fa così bene da posare la confezione di gelato sul tavolino basso davanti a noi.

«Posso farti una domanda?» Vorrei lasciarla in pace, ma la questione gelosia ha sollevato una curiosità morbosa in me.

«Vai, spara». Mi guarda interessata, non capisce dove siano finiti i miei pensieri.

Mi accomodo meglio sul divano, con un braccio sullo schienale e il corpo rivolto verso di lei, in modo da non perdermi nemmeno un secondo della sua reazione.

«Non mi hai mai chiesto di Claire e della nostra storia, dato che è così poco chiara. Tutto il mondo lo fa. Tu no. Perché».

Non è una domanda, me ne rendo conto tardi. Ma la verità è che non mi ha mai chiesto niente. So che Elle non pensava che tra noi potesse esserci più del sesso, quindi forse non ha indagato oltre, ma è strano che non le sia mai venuto in mente di saperne di più, dato che mi segue dal primo film di Legacy.

«Perché ho dato per scontato che non foste più una coppia. Lei qui non è mai venuta, non è stata nominata né da te né dai ragazzi, che sono i tuoi migliori amici. E, soprattutto...», si morde labbro, indecisa su come continuare, «il modo in cui ti sei comportato con me. Insomma, non avresti fatto tutto quello che hai fatto per me, se la tua lealtà fosse rivolta a un'altra persona. Giusto?»

Il dito, che prima scorreva sul mio braccio appoggiato allo schienale, si ferma. Elle mi guarda, di colpo avida di voler conoscere la risposta. La capisco. È già stata con una persona simile e non vuole che la storia si ripeta. Ha bisogno della mia risposta come l'aria.

«Altrimenti non saresti la persona con cui voglio stare». Aggiunge, seria.

«Claire e io funzionavamo. Ma abbiamo smesso di farlo». Forse non è la risposta che si aspetta, ma ho bisogno di partire dall'inizio, di spiegare ogni dettaglio. Non voglio solo rassicurarla, ma voglio che comprenda cosa ho passato. Ho bisogno di condividerlo con qualcuno, e ho bisogno che questo qualcuno sia lei. «Pensavo che fossimo destinati. Sai, nella stessa situazione, così simili. Invece eravamo soli, insieme».

È ancora guardinga, ma aggrotta le sopracciglia e segue il flusso di pensieri che le ho riversato addosso. «Cosa intendi?»

«A Hollywood, a livello lavorativo, la pressione è altissima. Aspettative esorbitanti, la tua vita diventa un business continuo, dentro e fuori dal set. Ero convinto che fossimo fatti per capirci, invece ci sorreggevamo a vicenda». Non so se riesco a rendere al meglio l'idea, ma è difficile analizzare e dissezionare un rapporto che ho vissuto in prima persona. «Il successo di Legacy ci ha isolati, le pressioni dei fan e dei media erano alle stelle, ma per la produzione sono diventate necessarie per la riuscita del franchising. L'ho amata davvero, ma è un sentimento che è svanito in fretta. Ci siamo lasciati bene, siamo in buoni rapporti, ma per il mondo è meglio che non ci sia nulla di definitivo. Il nostro legame, qualunque esso sia, soprattutto se indefinito, fa bene agli incassi dei film e di tutto quello che ci gira attorno. La speranza di un ritorno di fiamma fa vendere molta più merce del fandom rispetto a un addio chiaro e definitivo».

(Im)perfetta per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora