43. Prospettive

1.7K 119 134
                                    

Dopo un viaggio che pare sia durato una settimana, mi butto sul letto matrimoniale della casa che affitto durante le riprese qui, a Cheyenne, nel Wyoming. La città lascia alquanto a desiderare, ma i posti selvaggi in cui giriamo gli esterni sono da mozzare il fiato. Siamo nella riserva naturale di Yellowstone, dopotutto. Per gli interni, invece, ci spostiamo in Canada e a Los Angeles, ma quelli verranno poi. E grazie a Dio, perché in Wyoming gli inverni sono freddi come le mani di Elsa di Frozen, già ora che è fine estate la sera si esce con la giacca, perché non si sale sopra i dieci gradi.

Preferisco girare qui ora, che ci sono ancora temperature umane, e poi spostarci altrove. Non che a Vancouver a gennaio sembri Rio De Janeiro durante il carnevale, ma almeno la città è fantastica e offre una gamma di diversivi che Cheyenne non si immagina nemmeno. E che, se devo essere sincero, non penso che arriveranno prima di venti o trent'anni. A voler essere ottimista.

Chiamo Dan per sapere come vanno le cose a casa. So che dovrei tagliare i ponti, ma non sto chiedendo informazioni a Elle, giusto?

Sto chiedendo informazioni su Elle. È ben diverso.

È valido così, almeno mantengo una parvenza di dignità, ma il mio lato apprensivo si placa.

Circa.

«Ciao, tutto bene?» Gli chiedo dopo la sua risposta tardiva.

Ora che ho rilassato i muscoli mi sento la stessa vitalità di un morto che cammina. Svuotato di tutto quello che avevo, in più messo ko dal jet-lag.

Non sono un bello spettacolo.

«Sì» risponde lui, con voce impastata.

«Cosa stai facendo?» Vuoi vedere che l'ho interrotto durante il sesso?

No, cazzata. Non risponderebbe mai, non lascerebbe scappare l'occasione per parlare con me. E come biasimarlo? Sarei il primo a non interrompere il momento.

«Stavo dormendo». Sbadiglia. «Sai com'è, qui sono le tre di mattina di domani».

OPS.

L'ho già detto che il fuso orario mi ha messo fuori fase?

«Scusa! Mi sono totalmente perso nei calcoli». Che non ho minimamente fatto, aggiungo tra me e me, ma questo evito di dirlo ad alta voce, prima di peggiorare la situazione.

«Tranquillo. Sai che ho la capacità di riaddormentarmi di schianto». E lo sento sorridere, dopo aver sbadigliato di nuovo. Immagino si sia sdraiato di nuovo a letto, dato il tono ovattato della sua voce.

«Una delle tue tante qualità». Se non fosse chiaro, sto parlando il linguaggio del sarcasmo, ma Daniel non sembra cogliere l'allusione.

«Uno dei miei innumerevoli super poteri» ammette, fiero di sé.

Già, insieme a quello in cui trasforma flirt in due di picche.

Però è anche riuscito in un'impresa titanica. Ha fatto affiorare il mio primo sorriso degli ultimi giorni, il barlume di un po' di buon umore. Nonostante l'ora e la distanza, e il suo essere mezzo addormentato.

C'è un motivo se è il mio migliore amico, e ogni volta mi ricorda perché sono felice di averlo scelto come tale durante la scuola di recitazione.

«Comunque ti avrei chiamato in giornata, a orari umani per entrambi, per dirti che parto per metà settembre, ma vado diretto a New York, non penso di riuscire a passare dalle tue zone sperdute».

Di certo la parlantina non gli manca nemmeno quando è per metà addormentato. Il suo essere logorroico è proprio un talento naturale, e ora ho la prova che si manifesta in qualsiasi condizione psico-fisica.

(Im)perfetta per meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora