Una domenica mattina qualunque

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Da quell'ultima telefonata erano passate alcune settimane. Settimane infernali per Emma e per Regina.
La bionda aveva cercato in tutti i modi di avvicinare nuovamente la mora,ma ogni tentativo oltre che essere stato inutile era stato disastroso. Regina dopo quella telefonata era diventata ancor più distaccata,intransigente e schiva con Emma e con tutti. Sembrava la versione peggiore di lei e tutti ne erano esasperati.
Mentre Emma si fermava ad osservarla spesso furtivamente,la mora la evitava come la peggiore dei nemici.
Regina stava malissimo:talmente tanto arrabbiata con se stessa da non riuscire più a guardarsi allo specchio e con un tale senso di colpa nei confronti di Emma da non riuscire nemmeno ad avvicinarsi a lei. Odiava tutto e tutti e l'odio ormai era l'unico sentimento che sentiva.

Emma però un giorno si era svegliata con la volontà di obbligare Regina ad ascoltarla,in un modo o nell'altro. La bionda infatti,a differenza di quanto pensava la mora,non si era arresa e non era una che lo avrebbe fatto facilmente.
Ore 8 Mifflin Street,domenica mattina. Regina si era appena svegliata quando qualcuno aveva suonato alla porta.
Stranita per l'orario e dato che era domenica,la mora in vestaglia andò ad aprire la porta e si trovò davanti Emma.
"Cosa diavolo ci fa lei qui,signorina Swan?!"-disse Regina stupita e tentando di essere arrabbiata il più possibile.
Si trovò di fronte una Emma che non aveva mai visto:seria e decisa,fin troppo caparbia.
"Sono venuta per sapere che le succede e perché mi evita."-disse la bionda con coraggio e fissandola dritto negli occhi:non aveva intenzione di andarsene senza una risposta,questo era chiaro.
"Io la evito? Ma che dice. In quanto a me non è successo nulla,arrivederci."-concluse Regina chiudendo la porta in faccia alla bionda. O meglio,così avrebbe voluto.
Emma infatti infilò giusto in tempo un piede in mezzo alla porta.
"Smetti di prendermi in giro. Ora parliamo Regina."-e così dicendo entrò in casa.
Regina era sconvolta da quella scena:senza mezze misure la bionda era piombata in casa sua praticamente con la forza.

"Pensi di poter entrare in casa mia così,Emma Swan? Ma chi ti credi di essere?"-così dicendo cominciò ad avanzare lentamente verso l'altra costringendola a spalle al muro. Ormai le due erano così vicine da sentire l'una il respiro dell'altra. Emma sentiva nello stomaco la rabbia,ma data quella vicinanza anche un'emozione fortissima. Regina quando era così autoritaria la faceva impazzire anche se la temeva un po',sembrava una donna capace di qualunque cosa.
Le due si fissarono intensamente in segno di sfida ma quello sguardo faceva intuire anche moltissima attrazione.
"Credo di essere una a cui devi delle risposte. Che diavolo ti prende eh?! Da quella sera cosa ti è successo?!-Emma era furiosa. Furiosa non tanto per essere stata evitata,ma perché vedeva Regina stare male e autodistruggersi.
"Tu non mi conosci e quindi perché continui a chiedermelo?! Perché sei venuta qui?! Che te ne importa eh?! Sono solo il tuo capo,lasciami in pace Swan."-Regina disse queste parole con la rabbia di chi sta tentando di proteggersi a tutti i costi.
"Ma possibile che non capisci Regina?! Sono qui perché mi importa! Perché mi interessa sapere come stai,perché siamo sconosciute ma tengo a te,non chiedermi come ma è così. Dalla prima volta che ti ho vista ho voluto conoscerti,ma tu sei sempre stata inavvicinabile e l'unica sera in cui ti sei aperta con me poi ti sei richiusa peggio di prima! Non sono venuta qui per il mio capo intransigente e schivo,sono venuta per Regina Mills e per farla smettere di autodistruggersi! Hai capito?!" Emma aveva gridato come non mai. Soffriva per Regina che pur essendo una sconosciuta aveva sentito sin dal primo istante di conoscere da sempre.

La mora a quelle parole non disse una parola,se non fissare Emma per poi abbassare lo sguardo non più arrabbiato,ma pieno di dolore. Dentro di sé sentiva un insieme di emozioni diverse,ma la cosa che più sentiva era quel calore che aveva sentito l'ultima volta qualche settimana prima,quando Emma era affianco a lei mentre la accarezzava. La bionda anche in quell'occasione l'aveva fatta sentire amata e le aveva restituito un po' di quella umanità che aveva perso da tempo.
Realizzò quindi che Emma aveva fatto tutto per lei,perché le importava di sapere di lei,perché voleva aiutarla.
"Io...mi dispiace Emma. Mi dispiace così tanto. Non so rapportarmi con le altre persone e quando ci provano io scappo. Non sono brava a dare affetto." A Regina era scesa una lacrima che prontamente aveva asciugata con la mano.
Per la bionda vedere Regina piangere era stata un cosa stranissima:nessuno mai conoscendo la signorina Mills la immaginerebbe facilmente a piangere.
"Non mi sembra tu sia incapace di dare affetto,con me sei stata più che capace qualche settimana fa."-disse guardandola negli occhi e sorridendo.

*continua nel prossimo capitolo! Stay tuned Aggiornerò quando questa parte sarà a 10 stelline. Grazie!*

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