Magia

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"Buongiorno Emma,come stai?" Due occhi neri la scrutavano,come se cercassero di guardarle un po' l'anima.
"Oh,Killian ciao. Sto bene,grazie. Tu?"-era imbarazzata e ora capiva finalmente perché Regina odiava così tanto quel ragazzo moro dagli occhi color pece. Era tremendamente sicuro di sé,ai limiti dell'arroganza.
"Sto benone,ma starei ancora meglio se accettassi il mio invito a cena."-disse Killian guardandola dritta negli occhi verdi con quell'aria insopportabile.
"Ehm...io non credo che..."-"Oh avanti Swan,è solo una cena. Potrei stupirti."
Emma aveva pensato che accettare quella cena in fondo le avrebbe permesso di toglierselo dai piedi nel più breve tempo possibile. In fondo che male c'era? Avrebbe sopportato e poi lo avrebbe relegato al suo ruolo di semplice collega di lavoro.
"Va bene."-disse la bionda un po' scocciata. "Ti passo a prendere stasera alle otto."

Nel garage Emma aveva riconosciuto immediatamente fra centinaia di auto il suo maggiolino giallo.
"Regina prende tanto in giro il mio maggiolino,ma nemmeno si rende conto che è centomila volte più facile trovare la mia auto che la sua." pensava,quando d'un tratto ecco passare una Mercedes nera che poi aveva accostato vicino ad Emma.

"Signorina Swan..."-dopo una delle sue occhiate da capo a piedi,Regina aveva sorriso e guardato Emma negli occhi.
"Regina,ancora mi chiami signorina? Emma è meno impegnativo e lo preferisco,lo sai."-"Posso chiamarti come preferisco o no?"-la mora le sorrideva con aria di sfida e ad Emma era mancato per un istante il fiato.
"No,non puoi."
Si stavano stuzzicando come sempre. Emma tentava di tenere testa a Regina e lei allora si divertiva a rimetterla al proprio posto,anche se amava quando Emma tentava di risponderle a tono.
"Altrimenti?"
Regina aveva quello sguardo vispo,uno di quelli che faceva intendere che le due stavano palesemente flirtando.

La bionda stava per rispondere quando Killian sbucò dal nulla. Aveva l'auto parcheggiata di fianco a quella di Emma.
"Signorina Mills,signorina Swan,vedo che ve la state spassando insieme."
"Quanto lo odio Killian,mi basterebbe muovere un dito per farlo sparire."
"Non ce la stiamo spassando,stiamo semplicemente conversando come due persone normali e civili." aveva risposto Regina, acida e con un sorrisetto sprezzante.
Lo odiava da sempre. Lo aveva assunto per le sue buone capacità come ingegnere,ma caratterialmente parlando beh...non lo tollerava e la cosa era sicura fosse reciproca.
Aveva visto come guardava Emma in ufficio e avrebbe voluto incendiarlo con una sua palla di fuoco,ma la magia non era per quel mondo e lei lo sapeva benissimo.
"Benissimo,allora vi lascio "conversare". Emma,ci vediamo dopo." così dicendo Killian era salito in auto e aveva lasciato il parcheggio.

Regina si sentiva confusa,ma aveva deciso di parlare con tutta la rabbia (seppur nascosta) che aveva in corpo. Sentiva la magia voler uscire con forza da lei,la sentiva nella punta delle dita.
"Uh,vedo che qualcuno ha un appuntamento questa sera,sbaglio Swan?"-la voce pur nascosta da una finta gentilezza e pacatezza era piena di acidità e risentimento.
"Nessun appuntamento,soltanto una cena. Me lo ha chiesto ed ho accettato,ma nulla di che. L'ho fatto nella speranza che poi mi lasciasse in pace."-disse Emma che sembrava con lo sguardo quasi voler chiedere scusa alla mora,anche se fra loro due non c'era nulla. Si sentiva come in colpa nei confronti di lei e la bionda non riusciva a capire come mai.
"Si diverta,Swan."-detto questo Regina sorrise sforzandosi molto e se ne andó in auto.

"Mi ha dato del lei e mi ha chiamata per cognome. Brutto segno. Non capisco cosa l'abbia irritata così tanto. Ho detto qualcosa che non dovevo? Non mi sembra. Andava tutto benone finché non è arrivato Killian. Killian... la cena. No,impossibile. Regina non può essere gelosa per il fatto della cena. Semplicemente non lo sopporterà."
I pensieri di Emma fluivano così,uno dietro l'altro e confusi. Sapeva che Regina non poteva essere gelosa di lei e del ragazzo,in fondo fra le due non c'era nulla e lo sapeva perfettamente. Regina poi non si innamorava mai di nessuno,figurarsi se si sarebbe mai innamorata proprio di lei.
La bionda con la mente confusa e scacciando da sé la minima possibilità che quello che per un nano secondo aveva sfiorato la sua mente fosse vero se ne tornò a casa per prepararsi per la cena.

La cena si era rivelata migliore di quanto Emma pensasse. Killian era un ragazzo che,se superata la prima apparenza,aveva anche un buon senso dell'umorismo e una visione del mondo tutta sua. La bionda si era dovuta ricredere su tanti aspetti e il giorno dopo l'appuntamento i due si incrociarono in ufficio e iniziarono a chiacchierare allegramente durante la pausa.

Per Regina era stata una nottata insonne e quella mattina era più arrabbiata che mai.
La sera precedente,tornata dal lavoro,era rientrata a casa e aveva senza nemmeno rendersene conto rotto in mille pezzi uno specchio per quanta rabbia aveva in corpo.
Odiava che quel Killian girasse attorno ad Emma,lo odiava.

All'ora della pausa Regina aveva finito il suo caffè e così aveva deciso di procurarsene altro.
Emma e il ragazzo ridevano e scherzavano.
L' appuntamento doveva essere andato meglio di quanto Emma si aspettava.
Le mani iniziarono a formicolare e la mora capì che non avrebbe potuto nascondere la sua magia per molto tempo ancora in quel momento.
Per la prima volta non era stata in grado di controllare la sua magia e non si spiegava il motivo. In passato c'erano state molte altre volte in cui era stata furiosa,eppure era sempre stata in grado di controllarla,ora no per la prima volta in assoluto.
"Se non sono in grado di tenere a bada la magia è perché è qualcosa che va oltre l'odio per Killian. Deve essere qualcosa di grande,più grande di quanto io immagini."
Regina era furiosa e pensierosa,forse aveva sottovalutato il potere che su di lei aveva esercitato la bionda.

Dopo un lungo respiro per calmarsi e calmare la magia che si muoveva dentro di lei,la mora a lunghi passi decisi e sonori per via dei tacchi a spillo si diresse verso Emma e il ragazzo con una sicurezza che altro non era che rabbia.
Cosa avrebbe detto o fatto? Non lo sapeva. Si sarebbe fidata della sua innata qualità di avere sempre la risposta pronta.

*continua nel prossimo capitolo a 10 stelline*

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