XLVI La Famiglia Che Mi Ha Cambiato La Vita

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La Mattina seguente......

Ieri sera ho accompagnato Camille a casa sua e poi sono andata a casa mia per preparare la valigia che mi dovrò portare  anche solo per una settimana ma non è niente di sicuro ma speriamo che sia solo una settimana .

Non ho sentito Hayley per niente, mi spiace tanto che lei si debba separare da Hope e nemmeno io mi voglio separare da Kol , ma dobbiamo proteggere la mia bambina e Hope , ed il loro bene va prima di tutto .

Kol ieri e tornato tardissimo a casa , io già dormivo ma ho sentito che si metteva a letto con me perché ero in dormiveglia.

Sentivo le Sue mani che abbarvaimovano il mio ventre,  sentivo il calore che mi trasmetteva solo sfiorando la mia pelle nuda.

So che questa bambina è il primo passo verso la redenzione di se stesso , me lo ha dimostrato in questi 5 mesi pur dicendogli che poteva uscire ha bere qualcosa con i suoi fratelli , ma lui negava sempre, preferiva rimandare con me anche solo ha guardarmi, ha sentirmi leggere ho ad ascoltare il mio semplice respiro mentre dormivo .

Ora sono le dieci e mezza di mattina, kol dorme ed io dopo aver bevuto una  bella tazza di the fumante mi sono messa sulla poltrona massaggiate  che Klaus mi ha regalato per il  terzo mese di gravidanza accompagnate da testuali parole " mia cara, non l'ho comprata per te .
Ma per mia nipote "  Ero stupita dal regalo ma sono contenta che lui ci tenga come io ad Hope.

Siamo una bella famiglia in fin dei conti....

Dicevo , sono sulla poltrona ha leggere uno dei miei mille libri preferiti .

La Divina Commedia , XXVI.
Dante Alighieri

Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande
che per mare e per terra batti l'ali,
e per lo 'nferno tuo nome si spande!

Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali.

Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.

E se già fosse, non saria per tempo.
Così foss’ei, da che pur esser dee!
ché più mi graverà, com’ più m’attempo.

Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avea fatto iborni a scender pria,
rimontò ’l duca mio e trasse mee;

e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
lo piè sanza la man non si spedia.

Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio,

perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi.

Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,

come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara:

di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea.

°Sei Stato Tu Ha Cambiarmi La Vita ~ Kol Mikaelson ~°Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora