CAPITOLO 18.

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Gally.

Fece per prendermi il collo con la mano ma me ne accorsi in tempo per schivarlo, mi abbassai sulle ginocchia e poi saltai vedendo un suo calcio in arrivo. Anche sapendo di essere incinta, per un periodo mi sono fatta dare lezioni di difesa e lotta da Alby, in modo da potermi difendere da sola.

"Che cazzo vuoi da me Gally?"

"Non sei più tanto debole, eh"

"Ti dispiacerebbe rispondere alla mia domanda?"

"Potrei dire lo stesso a te, cosa cazzo vuoi da me, Y/N?"

"Vorrei che la smettessi di trattarmi come una persona fuori dal mondo"

"Sei una di loro, quelli che ci hanno rinchiusi qua dentro. Te ci hai rinchiuso qua dentro"

"Non ho fatto niente di tutto questo Gally, perché mai starei qui davanti a te sennó ?!"

"Davvero non ricordi proprio niente?"

"Non ricordo niente perché non ho fatto niente Gally, vattene prima che ti faccia arrestare di nuovo"

Y/N 1-0 Gally. Sta volta avevo vinto io, lo vidi alzarsi lentamente e andarsene prima che Newt ci sentisse. Era la seconda volta che provava come a farmi confessare, e se davvero fossi la responsabile di tutto questo? Ma non starei nella Radura in questo momento... Però... Basta farsi film mentali! Cercherò di scoprire chi ero prima di tutto questo.

Tornai da Chuck, come detto ai miei amici poco prima. Gli raccontai di Gally pregandolo di non dire niente agli altri, di lui ci si poteva fidare, potevamo parlare di qualsiasi cosa in tranquillità e si era rivelato molto simile a me caratterialmente.

"Ciao ragazzi"

"Ciao Newt" mi avvicinai al mio ragazzo dandogli un dolce bacio a stampo, lui mi cinse i fianchi mentre io gli allacciai le braccia al collo affondando il viso nell'incavo del suo collo. Sfuggì ad entrambi una risatina divertita quando sentimmo un verso "schifato" da parte di Chuck, non era tipo da smancerie in pubblico.

"Bleah, vi lascio soli a più tardi"

"Ciao Chuckie!" esclama mo in coro io e Newt.

"Senti"

"Si?"

"La missione per uscire di qui sarà pericolosa, alcuni di noi potrebbero non farcela... io ce la metteró tutta per farti stare al sicuro ma dovresti pensare alla possibilità che io non ce la faccia"

"Newt"

"Y/N, ti amo più di ogni altra cosa non lascerò che nessuno ti faccia del male, e può anche uccidermi un dolente ma l'importante è che tu stia bene"

"Se tu morissi io starei tutto tranne che bene"

"Prima o poi passerebbe, ma non il dolore che proverei io se ti succedesse qualcosa, sapendo che la colpa è la mia che non ti ho protetta"

"Allora io proteggerò te, e te proteggerai me così che nessuno possa dividerci e farci del male" mi prese le mani, accarezzandole e mi diede un bacio sulla fronte. Uno di quei baci che ti fanno capire di essere amata. Il momento dolce venne interrotto da un rumore quasi assordante, come quando si aprono o chiudono le porte del labirinto, ma molto più forte.

"Cosa è stato?"

"Non ne ho la più minima idea"

Corsi verso il Casolare mano nella mano di Newt, lui mi fece entrare chiudendomi in una stanza.

"Y/N rimani qui qualsiasi cosa stia succedendo andrà tutto bene, io staró bene, te starai bene, noi staremo bene" mi diede un altro bacio sulla fronte e dopo una carezza sulla pancia uscì velocemente alla ricerca di Alby. Perché io dovevo rimanere lì? Perché non potevo sapere cosa stava succedendo in modo da poter aiutare in qualche modo? L'ansia aumentava sempre di più ma rimasi completamente impietrita quando sentì un rumore proprio fuori dalla finestra. Uno scricchiolio metallico... I dolenti.

Come erano arrivati i dolenti nella Radura? Ormai il sole era tramontato le porte si sarebbero dovute chiudere già da un po'.

Il mio primo pensiero furono Newt e Chuck lì fuori, dovevo andare a cercarli ed aiutarli. No. Newt mi aveva detto di rimanere nel Casolare qualsiasi cosa fosse successa, ma non me lo perdonerei mai se gli accadesse qualcosa. Ero sotto la finestra affianco al letto con le ginocchia al petto, le stringevo forte. Sentivo un urlo ogni tanto e fastidiosi rumori metallici.

Proprio in quel momento arrivó Newt, tirai un grosso sospiro di sollievo vedendolo sano e salvo.

"Newt!" mentre urlai il suo nome una delle 'zampe' di un dolente spaccó la finestra cominciando a tastare dentro la stanza alla ricerca di qualcuno da pungere. Mi tuffai tra le sue braccia in tempo, lui mi spinse fuori dalla stanza.

Il Casolare non era un posto sicuro dove nascondersi, mi prese la mano e corremo verso Alby. Ci rifuggiammo all'interno di una specie di bunker cercando di fare il più silenzio possibile. Lacrime solcavano il mio viso, abbracciata a Newt per il terrore di ciò che stava succedendo. Solo le sue braccia mi davano sicurezza, persino in una situazione del genere l'importante era che ci fosse lui al mio fianco.

Un dolente apparse proprio sopra di noi, riuscivamo ad intravederlo attraverso delle fessure. Lui ci vedeva, ci stava scrutando e stava cercando un modo per entrare e prenderci. Mi cadde il mondo addosso quando riuscì ad infilare un braccio ed afferrare Chuck proprio sotto di lui.

Il mio labirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora