CAPITOLO 5.

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Allora ci avvicinammo all'entrata...

Il labirinto stava per chiudersi quando intraveddemmo i due velocisti. Qualcosa non andava però.. Sembrava come se Alby avesse perso i sensi, Minho stava cercando di trascinarlo all'entrata, che dal loro punto di vista era l'uscita...che però cominciava a chiudersi.

Tutti urlvano: «Corri Minho, dai più farcela! Lascia Alby o non ce la farai.» Newt era proprio affianco a me, avevano perso un loro amico da poco e ora ne stavano perdendo altri due, tra cui il capo. Se Alby fosse morto, Newt avrebbe preso il suo posto, lo conosco, non c'è la farebbe e sarebbe troppo stressante per lui. Allora il mio cervello andó in tilt dovevo aiutarli, a momenti si sarebbero chiuse le porte. Guardai un altra volta Newt. Dopo quello che stavo per fare forse non l'avrei più visto. Gli sorrisi ma lui era intento a guardare Minho e sperare nel meglio. Fu in quel momento che feci una decisione rischiosa, non sapevo perché ma lo feci. Entrai nel labirinto prima che le porte di chiudessero. Sentì la mano di Newt toccare la mia, per poi cercare di afferrarmi il braccio per impedirmi di entrare, senza riuscirci. Ero dentro.

«Complimenti» mi disse Minho con il suo solito sarcasmo. «Ti sei appena suicidata genia.» mi disse allora.

«Ho fatto cosa? E che è successo ad Alby?» Minho mi guardó negli occhi per poi rispondermi. «L'hanno punto»

«Perché è ferito in testa?»

«Ho fatto solo quello che avrei dovuto fare» Mi rispose guardando il corpo dell'amico privo di coscienza.

Di lì a poco si sarebbe fatto buio, dovevamo mettere Alby in un posto sicuro il prima possibile, ma come potevamo chiamare sicuro un posto del genere? Decisi allora di impigliarlo in mezzo alle liane. Dopo molta fatica ma con la collaborazione di entrambi riuscimmo a incastrarlo per bene nelle liane, era a molti metri di altezza dovevamo essere sicuri che non cadesse.

Alby era al sicuro ma improvvisamente cominciammo a sentire dei ticchettii e dei suoni metallici e di ingranaggi. Minho se la diede a gambe mentre io mi assicurai che Alby fosse al sicuro per poi strisciare sotto all'edera e nascondermi lì in mezzo. Vidi la parte inferiore di quello che pensai subito fosse un dolente. Aveva delle zampe metalliche e una lunga coda, con cui pungeva le vittime proprio come uno scorpione. Era un misto di carne e metallo che sbavava un liquido appiccicoso, davvero rivoltante.

Se ne era finalmente andato quando uscì allo scoperto, mi guardai intorno e...

Il mio labirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora