CAPITOLO 1.

6.1K 166 69
                                    

Aprí gli occhi e mi trovai in una stanza piccola e buia, di metallo, riempita da alcune casse di legno.. C'era scritto qualcosa sopra "WCKD"

Improvvisamente quella che sarebbe dovuta essere una stanza comincio a muoversi verso l'alto, non sentivo altro che i suoni metallici degli ingranaggi e dei strani gemiti provenire da alcune gabbie. Cominció a venirmi la nausea e avevo una strana sensazione... Di affogamento. Svenni. Quando mi risvegliai ero ancora in quella dannata stanza mobile, probabilmente non avevo avuto coscienza per pochi secondi.

Intravedei delle sagome in alto, quello che a questo punto chiamerei più ascensore si fermó, si aprirono le porte in alto, mi ritrovai una quarantina di ragazzi davanti. Ma uno in particolare. Era biondo, alto, molto carino... Già molto molto carino (insomma, concentrati!)
Il biondo mi guardó basito, dopo di lui anche lo sguardo di tutti gli altri era fisso su di me. « È una ragazza! ». Il biondo informó i suoi compagni. Mi aiutó ad alzarmi, mi tiró fuori da quella che lui chiamó Scatola e si avvicinó un uomo a noi. Si presentó. « Ciao pivellina, io mi chiamo Alby sono il capo dei radurai»
«Radurai?» Mi guardai intorno. Ci trovavamo in un immenso prato verde, con un boschetto vicino delle tende, amache e capanne di legno; il tutto circondato da delle mura di roccia, molto alte. Dove sono? E... chi sono? Alby proseguì con la spiegazione. « È successo a tutti noi, a me per primo. Questo ragazzo è Newt, ti spiegherà tutto lui.» Newt. Ecco il nome del biondino. È un ragazzo alto e magro, con gli occhi castani e le labbra fine. Ha una felpa bianca/giallina con una specie di borsa a tracolla.

Alby invece era un uomo di colore, robusto, alto anche lui, con capelli e occhi castani

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Alby invece era un uomo di colore, robusto, alto anche lui, con capelli e occhi castani. Indossava una maglietta bianca con le maniche arrotolate fino ai gomiti e un paio di jeans.

Io e Newt passeggiavamo per la radura e lui cominció a spiegare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Io e Newt passeggiavamo per la radura e lui cominció a spiegare. « Vedi.. Tutti siamo stati spaventati all'inizio, avevamo tante domande. Perché siamo qui? Cos'è questo posto? Cosa c'è dentro le mura? Chi c'è dall'altra parte? È normale farsi queste domande. Cercherò di rispondere alla maggior parte delle tue.
Quella scatola sale su ogni mese e ci porta un nuovo pivello e delle provviste. Sta volta è toccato a te. « Ci ha portato qualcuno qui?» chiesi curiosa. «Non so, immagino di sì, e immagino che siamo tutti qui per una ragione.» Rispose il biondino un po' confuso dalla mia domanda.

Continuammo a camminare e Newt mi mostrò altre zone. «Quelle sono le Faccemorte, è il nostro cimitero, mentre quello è il Casolare, li mangiamo e ci rilassiamo.» « Avete un cimitero... Sono morte delle persone qui? Cosa gli è successo?» chiesi curiosa e preoccupata, sperando di non aver fatto emergere brutti ricordi. Cosa che non volendo avró sicuramente fatto. «Abbiamo avuto periodi difficili»

« Per quanto riguarda quelle mura.. Cosa sono?» sembrava come se non vedesse l'ora di dirmi tutto sulle mura che circondavano la Radura. «Quello è il labirinto» rispose il ragazzo ammirando l'entrata.

«Qui ci sono tre regole.
1. Non fare del male alle persone.
2. Fai la tua parte, non accettiamo i pigroni
3. La più importante. NON e dico NON entrare mai nel labirinto. Quel posto è molto più pericoloso di quel che sembra» Allora la mia attenzione venne catturata da due ragazzi che uscivano dalle mura. Newt aveva detto che non si ci poteva andare, perché loro si? Lui mi spiegó: «Loro sono Ben e Minho, sono i velocisti. Ogni giorno quando si apre il labirinto entrano, lo mappano, cercando una via d'uscita e devono tornare prima che si chiuda altrimenti sono spacciati. Nessuno è mai uscito vivo dopo una notte là dentro.» « Cosa è successo alle persone che hanno passato la notte nel labirinto?» chiesi preoccupata.

«Noi li chiamiamo dolenti.
Non sappiamo come sono fatti, nessuno ha mai potuto vivere per descriverli. Ma sono lì dentro e se vieni punto diventi uno di loro. Dopo la mutazione, una fase in cui tornano alcuni ricordi. A proposito non ci hai ancora detto come ti chiami! Se ricordi il tuo nome ovviamente...»

Mi concentrai per ricordare il mio nome. Improvvisamente ricordai. « Si ora che ci penso me lo ricordo. Mi chiamo (Y/n) » «Che bel nome, Benvenuta Y/n! »
Guardai Newt e ci sorridemmo. Quel suo sguardo... Quasi mi ipnotizzava.

Tornai alla realtà e Newt mi portó al Casolare dove Frypan aveva preparato il pranzo. Mi sedetti vicino a Newt che mi fece conoscere un ragazzino. Il suo nome è Chuck, è un ragazzo sui 12 anni paffutello, bassetto e riccioluto. Mi salutó amichevolmente. « Hey! Te devi essere Y/n si parla molto di te. » Sembrava simpatico. Mi piaceva Chuck.

Dopo pranzo io e Newt stavamo facendo un altro giro per la Radura quando arrivò un ragazzo con i capelli color nocciola chiaro, gli occhi chiari probabilmente verdi, sembrava arrabbiato ma la mia attenzione l'avevano le sue sopracciglia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Dopo pranzo io e Newt stavamo facendo un altro giro per la Radura quando arrivò un ragazzo con i capelli color nocciola chiaro, gli occhi chiari probabilmente verdi, sembrava arrabbiato ma la mia attenzione l'avevano le sue sopracciglia. Si diresse verso di me con aria imbronciata... Newt era affianco a me e lo guardava storto. «Emh ciao io sono--» Non feci in tempo a provare a presentarmi che mi urló contro...

Il mio labirintoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora