CAPITOLO 8.

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"Abbracciai forte il ragazzo, per poi spostare la mia attenzione sul biondino. Abbracciai forte Newt mentre lui mi accarezzava i capelli e mi stringeva forte a sè".

Mi erano mancati tanto. Davvero tanto. Non lo avevo dimostrato ma quella notte era davvero tanta la paura di morire, senza rivedere i miei amici. Ero ancora attaccata a Newt.

Teneva una mano sulla mia schiena spingendomi a sè, l'altra sulla nuca mentre ogni tanto mi accarezzava una ciocca di capelli. Poi improvvisamente tutta quella gioia di vedermi si trasformó in rabbia. Spostó le sue mani verso le spalle per farmi capire che l'abbraccio era finito, poi con uno scatto mi piazzó davanti a lui. Mi guardó furioso.

"Si può sapere come caspio ti è venuto in mente di entrare là dentro?!"

Ero sorpresa. Mi aspettavo l'abbraccio ma una sgridata proprio no.

"Ho temuto fossi morta! Che entrambi foste morti! Invece ti ripresenti all'entrata di queste caspio di porte calma, come se non fosse successo nulla! Come se non avessi infranto la regola più importante qua dentro." sbraitó Newt.

"Ma Newt-"

"Niente ma!" la interruppe il ragazzo, furioso.

"Ho salvato la vita ad Alby! Neanche io volevo entrare, non lo volevo. Ma è stato più forte di me. Dovevo fare qualcosa per aiutarli, non potevo rimanere lì fuori guardando le mura del Labirinto chiudersi e imprigionare al suo interno Minho e Alby! Non potevo!"

" Cosa credi, che io non l'abbia fatto perché non ho un cuore?! O perchè ho paura? "

"..." Y/n non sapeva che dire, ma sapeva di avere ragione, sapeva che quello che aveva fatto - rischiare la vita - non era stato invano. Aveva salvato Minho e probabilmente anche Alby. Aveva salvato delle vite e l'unico prezzo era stato infrangere una regola. Non sembrava avesse fatto una cosa così grave.

"Amico calmo. Lei ci ha salvati" cercó di proteggermi Minho.

"E se non ci fosse riuscita? Sarebbe morta anche lei e invano. Per fare cosa? Salvare delle vite che non poteva salvare." insistè il biondo.

"Si ma come vedi stiamo tutti bene" gli disse Minho alzando leggermente la voce.

"E se non fosse per lei ora due persone sarebbero morte."

"Io sono con Newt" arrivó Gally.

Ecco ci mancava solo lui, quel ragazzo sapeva come essere incredibilmente antipatico, Io non lo sopportavo e a giudicare dalla faccia schifata di Chuck al suo arrivo direi che anche a lui non era per niente simpatico.

"Dovremmo organizzare un' Adunanza" continuó Gally.

"Organizzare una cosa?" c'erano molte parole che non conoscevo e sentivo nominare lì nella Radura. Alcuni erano dei lavori, come lo Scavatore, i Medicali, l'Insaccatore e lo Spalatore mentre altri erano parole simili a insulti. Come caspio e sploff. Usavano queste due parole continuamente e in diversi modi. Adunanza era un'altra delle parole di cui non conoscevo il significato.

"Un'Adunanza è una specie di riunione, la organizzano solo in occasioni speciali e importanti, ma non in senso positivo di solito." mi spiegó gentilmente Chuck. Lui era sempre dolce con me e ormai cominciavo a vederlo come un fratello più piccolo oltre che al mio migliore amico. Newt se ne andó veloce nel Casolare per parlare con tutti gli Intendenti della Radura. Da quel che mi aveva spiegato Chuck erano quelli che dirigevano ogni lavoro; ogni mestiere aveva un proprio Intendente, per esempio Minho era l'Intendente dei Velocisti, quindi sarebbe dovuto andare anche lui a condividere opinioni su quel che avevo fatto e quanto fosse stato grave per lui per arrivare ad una conclusione comune. Potei contare su di lui che sicuramente mi avrebbe messo in buona luce, cercando di far ragionare gli altri.

Dopo un paio di ore dall'apertura delle porte andai con Chuck da Frypan per pranzare, ci diede della buona e gradita pasta al pomodoro così ci sedemmo su una panchina per evitare di sporcarci.

Fu proprio in quel momento di pace che arrivó Gally con il suo solito viso imbronciato.

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